紫 (Murasaki) significa porpora oppure viola, ed è proprio questo il colore del palloncino a forma di cuore che da sicurezza alla strana bambina, protagonista del gioco “Murasaki Baby”. La piccola sta cercando la propria mamma in un mondo surreale proprio come lei. L’anatomia del corpo dei vari personaggi è insolita ed inquietante, come le tracce della colonna sonora del gioco, che creano un’atmosfera cupa facendo entrare il gamer in un mondo popolato da fantasie e paure dei bambini. Si percepisce anche il senso di vulnerabilità della bambina, che si è persa, e cerca la strada per tornare a casa.
Per andare avanti ed indietro si deve tirare il braccio della bambina, che si blocca nel momento in cui avverte il pericolo oppure quando ha voglia di saltare da sola gli ostacoli. E’ un puzzle game abbastanza semplice che non si rivolge al un target ben definito. La particolarità di questo gioco, che si può completare in due ore, è l’utilizzo quasi completo del comando touch, anche nella parte posteriore della PsVita, dando così la possibilità di cambiare lo scenario del gioco, che gli sviluppatori hanno definito come “stati d’animo”, per far accadere qualcosa come ad esempio far piovere o far scatenare la neve oppure produrre elettricità e molto altro.
L’insieme tra gli scenari, i personaggi e gli enigmi, creano un risultato poco chiaro ma del tutto originale e suggestivo che si distingue totalmente da tutti gli altri giochi. Verso la fine del gioco è un po’ difficile cercare di collegare tutti i comandi assieme: touch anteriore, posteriore, capovolgere la ps vita, tempo che scade, perdendo un po’ il senso del gioco ed il suo grande valore artistico che gli conferisce quella grande particolarità. Se potessi descriverlo in due parole direi “bizzarra inquietudine” quella che riprende anche i film di Tim Burton.
Il mio voto è 7/10 e lo consiglio perché è una piccola opera d’arte, e come tale la si può apprezzare o disprezzare solo dal vivo.
Di Giulia Ordan
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