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10 cose che non sai sulla serie Street Fighter

La saga di Street Fighter, famoso picchiaduro di Capcom, ha avuto origine nel lontano 1987 e ancora oggi è considerato il capostipite del genere, con più di 20 giochi usciti.

Nel corso degli anni si sono susseguite diverse curiosità che probabilmente, non tutti, conoscono. Per questo motivo oggi, vi presenteremo le 10 cose che non sai sulla serie Street Fighter (+1). [Aggiornato].

  1. M.Bison è uno dei personaggi più iconici della saga di Street Fighter, ma il suo nome minaccioso, che poi si è evoluto in ‘Master Bison’ o erroneamente ‘Mister Bison’ in origine era posseduto da un altro membro del roster. Per Street Fighter II gli sviluppatori giapponesi crearono un combattente con una chiara somiglianza al pugile americano Mike Tyson, e in quanto tale, decisero di chiamarlo Mike Bison (M.Bison).
    Tuttavia per evitare ripercussioni legali negli USA e in altri Stati, Capcom decise di cambiare diversi e nomi e ruoli dei personaggi. Quindi il pugile che in Giappone aveva il nome di Mike Bison, negli USA divenne Balrog, l’assassino mascherato spagnolo nel paese del Sol Levante era Balrog, mentre negli Stati Uniti divenne Vega, infine il capo dell’organizzazione Shadaloo e boss finale del gioco da Vega divenne M.Bison. Questi cambiamenti causarono confusione nei tornei internazionali, portando i giocatori a chiamare i 3 personaggi con i nomi comuni di ‘Boxer’, ‘Claw’ e ‘Dictator’.StreetFightercambio-nomi
  2. Restando in tema di combattenti, gli sviluppatori, col fine di rendere il roster di Street Fighter più autentico, come se ci fossero realmente dei partecipanti di un torneo di combattimento, in fase di creazione si sono basati su diversi personaggi della vita reale, praticanti di arti marziali e personalità provenienti da tutto il mondo. Joe, Deejay e Fei Long sono stati creati seguendo le caratteristiche rispettivamente dei combattenti di arti marziali Joe Lewis, Billy Blanks e Bruce Lee. Invece Alex e Hugo si basano sui wrestler professionisti Hulk Hogan e Andre the Giant.
    Alex dispone di un move-set simile a quello utilizzato da Hogan sul ring, con tanto di camicia strappata durante l’intro. Mentre Hugo ha una somiglianza visiva e fisica che ricorda moltissimo Andre The Giant. Inoltre l’animazione iniziale che i due combattenti condividono in Street Fighter 3 è un omaggio a Hulk e Andre sull’emblematico sguardo prima dell’ incontro per il titolo WWF a Wrestlemania III.                                                                                                                                                    joedeejayfeilong
  3. Ma lo spunto per l’ideazione dei protagonisti arriva anche dal mondo dei fumetti. Infatti il design dell’originale Street Fighter è stato curato in parte da Keiji Inafune, co-creatore di Megaman. La realizzazione di Ryu e Sagat, da parte di Inafune, è stata molto influenzata dai personaggi del manga degli anni ’70 Karate Baka Ichidai. Infatti Ryu è molto simile al maestro di karate Yoshiji Soeno, mentre Sagat è praticamente identico al suo antagonista Reiba, l’oscuro signore del Muay Thai.                                                                                                                                                                karatebakaichidai
  4. L’ispirazione dei game designer di Capcom però arriva anche da altri videogiochi, per la precisione da uno in particolare: Karate Champ. Nei suoi primi giorni di sviluppo, il team di progettazione di Street Fighter ha pesantemente preso spunto da questo arcade game, in aspetti come le arene di combattimento sparse per tutto il mondo, pulsanti di mosse specifici e una modalità multi giocatore con 2 combattenti molto simili, un vestito con karategi bianco (Ryu) e l’altro con una tenuta di colore rosso (Ken).                                                                                                                                  karatechamp
  5. Spostiamoci sul lato tecnico della serie. Il sistema di combo di Street Fighter II originariamente fu considerato  un bug e ad un certo punto dello sviluppo venne rimosso. I developer, infatti, etichettarono la capacità di colpire più volte di seguito come sleale e la sostituirono con un sistema in cui il secondo colpo successivo sarebbe sempre andato a vuoto. Tuttavia il designer Akira Nishitani richiese di reinserirlo, perché senza di esso il gioco sarebbe diventato noioso. Le misure messe in atto contro il sistema di combo sono ancora visibili in alcune mosse come i colpi con i palpi di E. Honda e calci fulminei di Chun Li, i movimenti spesso non riescono a colpire oltre il primo colpo permettendo all’avversario di fuggire.Questo sistema di combo accidentale ha cambiato radicalmente l’ambiente dei picchiaduro, divenendo un punto fermo dei futuri videogiochi e saghe.                                                                                                                   combo
  6. Street Fighter II era così popolare, che alcune persone iniziarono ad hackerarlo per migliorarne l’esperienza di gioco. La mod più gettonata era chiamata Street Fighter II Rainbow Set che aggiungeva super mosse in aria, palle di fuoco controllabili, e una tonnellata di altre caratteristiche. Capcom, furbescamente, prese le migliori idee e le inserì dentro a Street Fighter II Turbo: Hyper Fighting.                                                                                                                                              sf2hfj
  7. Ora passiamo alle curiosità. Nell’originale Street Fighter II quando Ryu vince un incontro pronuncia la frase: “You must defeat Sheng Long to stand a chance.”  Ebbene in questa frase vi è un errore di traduzione, “Sheng Long” è in realtà la pronuncia cinese di “Sho-Ryo”, come in “Sho-Ryu-Ken” (meglio conosciuto come il Dragon Punch). Quindi la frase corretta sarebbe “You must defeat my Dragon Punch to stand a chance.” In pratica quello che Ryu voleva intendere era che l’avversario avrebbe dovuto sconfiggere il suo pugno del drago per avere una possibilità. Questo grave errore di traduzione fece credere a molti giocatori che le parole criptiche di Ryu accennassero ad un personaggio nascosto e suo mentore, denominato Sheng Long, diventando addirittura un pesce d’aprile.Come rispose Capcom a questo errore? Creò un personaggio vero e proprio come maestro di Ryu chiamato Gouken, nel 2009, per la release di Street Fighter IV.                                                               shenglong
  8. Una delle barche nello stage di Ken in SFII ha il nome di “Buppo” scritta su di essa. “Buppo” è in realtà il nome di uno dei molti game designer di Street Fighter II.
    Inoltre il tema musicale di questo stage è praticamente identico al brano Mighty Wings dei Cheap Trick, presente nel film Top Gun. Evidentemente gli sviluppatori di Capcom erano fan della band.                                                                 buppo
  9. Il gioco è stato chiamato Street Fighter in onore del film giapponese di arti marziali Clash, Killer Fist!, intitolato The Street Fighter per il rilascio americano.
    Uscito nel 1974 ed interpretato da Shinichi “Sonny” Chiba, questo è stato il primo film a ricevere una classificazione statunitense X, ossia solo per adulti per la violenza.                                                     thestreetfightersonnychiba
  10. L’Hadouken di Ryu e Ken è una proiezione delle loro mani. Guardate attentamente l’immagine dell’Hadouken.  Nel centro della palla di fuoco, si possono notare chiaramente le mani dei due combattenti, nella posa tipica di lancio della tecnica.

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Infine una curiosità che va al di là del videogioco in se. Uno studente dell’Università di Cambridge ha provato a calcolare la reale velocità di alcune mosse dei personaggi di Street Fighter e facendo una serie di calcoli è giunto alla conclusione che se Ryu fosse una persona reale dovrebbe raggiungere una velocità di ben 67 miglia orarie per eseguire l’attacco del “Tatsumaki Senpukyaku”, dunque sarebbe molto più veloce di Usain Bolt che si è fermato a “sole” 27 miglia orarie.

Scritto da
Matteo "bovo88" Bovolenta

Appassionato di videogiochi e console di ogni tipo, tecnologia ed informatica. Amante dei manga ed anime giapponesi, e della cultura nipponica in generale. Ha iniziato a videogiocare molto giovane prima con SNES e Game Boy, per poi passare a PlayStation. Da allora ogni genere di gioco lo ha sempre affascinato. Gli piace informarsi e tenere informati su questo fantastico mondo virtuale.

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