Lo scandalo Adderall, a luglio, ha avuto una risonanza mediatica altissima: mai prima di allora, infatti, così tanti media si erano occupati di parlare degli eSports e delle competizioni legate ai videogiochi. Per chi non avesse presente di cosa parliamo, ecco un articolo più dettagliato, del quale riassumiamo in poche parole il contenuto: il giocatore professionista Kory Friesel dichiarò dopo un torneo che lui e tutti gli altri giocatori avevano ingerito l’Adderall, un farmaco capace di “donare” iperattività e prestazione al giocatore stesso. Insomma, il doping è ufficialmente arrivato anche negli eSports, e recentemente sono iniziati i primi controlli antidoping della storia dei videogiochi.
La nuova politica attuata da ESL è, citando le parole del capo comunicazioni Anna Rozwandowicz, “un piccolo ma significativo passo in avanti per i giocatori professionisti di tutti i giochi”. Le nuove analisi, che entreranno in vigore a breve, prevedono un test della saliva dei giocatori, dopo che sono state scartate le ipotesi di analisi delle urine e screening del sudore corporeo, e che potrà essere esesguito a sorpresa in qualunque momento del giorno. Sono state inoltre fissate le linee guida per le sostanze proibite, tra le quali non troviamo solo sostanze stupefacenti, ma anche farmaci come antidolorifici e antidepressivi. Tra le nuove sostanze proibite c’è anche la marijuana, con limitazioni differenti dalle altre, in quanto questa non potrà essere utilizzata solamente nel periodo del torneo (quindi dal primo all’ultimo giorno di torneo).
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