Come ormai avviene di consueto da qualche anno a questa parte, Sony ha organizzato un evento a Londra, il PSN Digital Gaming Showcase, per mostrare la line-up dei titoli digitali per PlayStation 4. Non ci sono stati annunci imponenti, si tratta di titoli già presentati perlopiù nel corso dell’ultima PlayStation Experience tenutasi a dicembre, ma è interessante notare come il livello qualitativo si sia decisamente alzato rispetto agli anni passati, con Sony decisa a puntare moltissimo sul mercato digitale che può portare a vantaggiosi profitti. Protagonisti dell’evento sia i titoli first-party, quindi sviluppati direttamente da Sony, sia quelli third-party.
Tra i titoli first party provati, quelli che forse ci hanno colpiti di più sono stati Alienation, Kill Strain e The Tomorrow Children. Partiamo subito con Alienation, gioco con visuale isometrica sviluppato nientedimeno che da Housemarque, la software house dietro a Resogun e soprattutto a Dead Nation, gioco dal quale Alienation prende moltissimo spunto, distaccandosi però allo stesso tempo per non finire nel pentolone delle idee riciclate. In Alienation i comandi sono semplici: il movimento con la levetta analogica sinistra, la mira con quella destra, ricarica, sparare. A grandi linee, questo è esattamente quello che ci aspettavamo da un successore spirituale del già citato Dead Nation, ma gli sviluppatori in questo caso hanno osato di più. Il gioco, sicuramente un must da giocare in cooperativa, risulta essere molto più frenetico visti anche i nuovi elementi del gameplay, e diversificato grazie alle classi dei personaggi assenti in Dead Nation. Il gioco dovrebbe arrivare molto presto, a detta di Housemarque, quindi non dobbiamo fare altro che aspettare una data di uscita definitiva.
Ottima prova anche per Kill Strain, a conti fatti un League of Legends con alcune variazioni che ci ha piacevolmente sorpreso. Nel gioco ci saranno 3 fazioni: due composte da esseri umani (con 5 umani per ogni fazione) e una composta da due mostri. L’obiettivo delle fazioni sarà distruggere uno dei due nuclei nemici, e per farlo servirà un grandissimo lavoro di squadra. Particolare attenzione rivestiranno però i mostri. La fazione dei non-umani partirà sì in svantaggio numerico, ma avrà a disposizione una feature davvero importante, quella cioè di tramutare gli umani uccisi in mostri per far accrescere la propria squadra. Per il momento il gioco presenta un buon livello di sfida, forse anche accentuato dalla primissima prova effettuata e dalla poca esperienza sul titolo, ma è certamente un prospetto interessante. Sarà comunque un gioco da provare.
Passiamo invece al titolo forse più chiacchierato degli ultimi mesi sul fronte dei giochi digitali, The Tomorrow Children. Etichettato da molti come (ennesimo) clone di Minecraft, un po’ come per Dragon Quest: Builders, The Tomorrow Children prende certamente spunto dal gioco di Mojang, ma non si tratta sicuramente di una mera scopiazzatura. Il gioco, che sarà perennemente online, vi metterà nei panni di questi bambini, armati inizialmente di un piccone e di un jetpack, che dovranno lavorare incessantemente per il grande capo fornendo alla base risorse, nuovi equipaggiamenti, e costruendo veri e propri insediamenti che col tempo diventeranno giganteschi. Con molto tempo, aggiungiamo. Perché dalla prima prova di The Tomorrow Children l’impressione è che non solo si tratta di un gioco molto interessante, ma anche di un titolo sul quale un vero appassionato dovrà passare ore ed ore ed ore per poter raccogliere pienamente i frutti della propria esperienza. Forse troppe ore. Inoltre è davvero interessante anche la filosofia alla base del gioco, ossia un vero e proprio socialismo riportato all’interno del gioco. Perchè alla fin fine di puro socialismo si parla in quanto lo scopo non sarà quello di arricchirsi o di costruire la torre più alta, ma semplicemente di fornire il maggior numero di risorse al nostro padre, risorse che saranno condivise con tutti gli altri giocatori del mondo.
Buone impressioni anche per gli altri titoli first party. Shadows of the Beast, classico action a scorrimento orizzontale, remake dell’omonimo gioco uscito negli anni ’80 su Amiga inizialmente, condito di uccisioni particolarmente splatter e delle immancabili boss fight, ci è sembrato molto interessante, con queste atmosfere simili ai primi gloriosi Oddworld, ma su di esso aleggia lo spettro della ripetitività, che potrebbe concretizzarsi col proseguire del gioco. Provato anche Drawn to Death, uno sparatutto arena tutti contro tutti per quattro giocatori sullo stile di titoli come Seriuos Sam, ma in terza persona, e che presenta i classici elementi, come i potenziamenti. L’obiettivo di questo deathmatch che sarà Drawn to Death è quello di raggiungere 5 punti. Ogni uccisione rappresentà sì un punto in più, ma attenzione perchè ogni morte ncorrisponderà anche alla perdita di un punto. Le armi, ad un primo sguardo, ci sono sembrate decisamente bilanciate, quindi sarà anche difficile vincere uno scontro a fuoco con un avversario che possiede più energia rispetto a voi. Va sottolineato come il titolo sarà Free-to-Play con all’interno alcune microtransazioni per ottenere armi e presumibilmente skin per il nostro personaggio.
Citiamo infine anche Bound, puzzle game che ai nostalgici ricorderà per alcune componenti Portal. Il protagonista è infatti in grado di distorcere l’ambiente, andando così a trasformare pareti insuperabili in passagili utilizzabili dalla nostra ballerina armata di nastrini, rimuovere ostacoli e molto altro. Inutile dire che il vostro scopo sarà proseguire nei livelli, al fine di riuscire a salvare il regno di vostra madre, la regina, che verrà minacciato da una forza oscura.
Scrivi un commento