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Recensione Assassin’s Creed – Il Credo è forte in lui

Come può sentirsi un grande fan di una grande saga videoludica, quando un’azienda decide di portare la loro punta di diamante al cinema? Scettico. Ma non è uno scetticismo derivato dall’azienda coinvolta (Ubisoft, in questo caso) o della casa di distribuzione (20th Century FOX), quanto di come il medium dei videogiochi sia stato spesso “maltrattato” al suo arrivo sul grande schermo. Invitati da 20th Century FOX Italia a vedere un’anteprima esclusiva, segretissima e in lingua originale (e con poltrone ultra comode) del loro prossimo film, ho deciso di guardare lo schermo non con gli occhi di chi deve giudicare forsennatamente una pellicola in ogni sua componente, cosa che più si addice ovviamente ad un vero critico cinematografico. Ho guardato Assassin’s Creed, film in uscita nel nostro Paese il prossimo 4 gennaio, con gli occhi del giocatore, e dell’appassionato dell’omonima fortunata serie. E tutte le paure iniziali sono state scongiurate, forse visto anche il livello di scetticismo generale che aleggiava intorno al progetto: Assassin’s Creed è un buonissimo film, probabilmente il migliore nella sua particolare categoria che nel corso dei prossimi anni prenderà sempre più piede nel cinema.

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Il film portava con sé un compito non indifferente, ossia consolidare al cinema un franchise già popolare in un altro settore, e aprire potenzialmente una nuova frontiera per quel marchio. In più,  qui non stiamo parlando di una banale trasposizione della stessa identica storia che abbiamo vissuto in un qualsiasi gioco della serie. Assassin’s Creed è una storia originale, ma che presenta diversi intrecci narrativi con la serie videoludica, condividendone non solo i temi ma anche l’universo narrativo globale. Il film scorre con grande efficacia, forse frenato in alcuni frangenti dal bisogno di spiegare allo spettatore alcuni concetti chiave già noti alcuni veterano degli Assassini, ma è un preludio necessario e nel quale possiamo rivivere il piacere della scoperta di questo incredibile mondo che abbiamo visitato per la prima volta ormai tanti anni fa. E ciò che importa fortemente è che il film, nella sua interezza, può essere apprezzato sia dal grande conoscitore della storia degli Assassini sia da chi è semplicemente in cerca di un buon blockbuster con il quale svagarsi, senza che la mancata conoscenza di alcuni passaggi chiave dei videogiochi possa precludere la comprensione totale dello spettacolo.

Un particolarmente ispirato Michael Fassbender, protagonista oltre che produttore, ha creduto moltissimo nel progetto Assassin’s Creed, e non lo dimostrano solamente i sequel già in lavorazione, né tantomeno le parole di Ubisoft a proposito dei suoi progetti cinematografici e del bisogno di grandi menti creative capaci dietro ad ogni film. Il protagonista della pellicola offre una grande prestazione, calandosi perfettamente in una parte che potremmo definire per certi versi simile a quella di Desmond Miles, l’indimenticato Assassino dei primi giochi della serie e legato alla profezia del 21 dicembre 2012. Le sue stesse movenze, la diffidenza iniziale nei confronti della causa degli Assassini e dei Templari, fanno di Callum Lynch un emulo significativo di Desmond, un personaggio che col passare dei minuti inizia ad accrescere sempre di più la sua importanza nell’economia del film (e sicuramente anche dei sequel). Cal sarà l’oggetto del desiderio, il pomo della discordia odierna tra due gruppi di Templari e Assassini.

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Ciò che ad un giocatore appassionato di Assassin’s Creed come me ha fatto davvero piacere, è stata l’ottima costruzione degli scontri fisici. Duri, rudi, cruenti, esattamente come un gioco della serie ambientato nel XV secolo ci avrebbe propinato, figlio di quella stessa violenza che ce ne fece innamorare nella passata generazione di hardware. Ma soprattutto dannatamente ben ricreati. Vi sembrerà talvolta di rivivere, nelle ben orchestrate sezioni ambientate in Andalusia nel 1492, gli stessi combattimenti vissuti nei panni di Altair, o di Ezio Auditore, o ancora di Edward e Connor Kenway, proprio per la cura legata ad una voglia matta di rimanere adesi a quei cardini chiave che hanno fatto grande la serie, fatta di combattimenti acrobatici e funambolici inseguimenti. Il balzo della fede, le lame celate, ma anche le ombre dei Templari che si allargano su regnati e Papato. È una storia che continua a ripetersi. Tante situazioni evocative per un fan della serie, e i piccoli e gustosi easter egg inseriti da Ubisoft all’interno del film non fanno altro che aumentare il legame con i videogiochi della serie. E quasi dispiace, col senno di poi, non riuscire a poter giocare in prima persona in questo interessantissimo momento storico. O forse no, chissà…

Appurato che la prestazione di Michael Fassbender sia stata eccellente come sempre, insieme a quella di un tetro Jeremy Irons nei panni del Dr. Alan Rikkin (un altro gradito easter egg), a capo di una divisione molto particolare della Abstergo Foundation, sono state sacrificate le due co-protagoniste, Marion Cotillard e Ariane Labed. Poco presente la prima, anche se con un ruolo molto importante per Callum, praticamente inesistente la seconda, protagonista comunque di buone sequenze nel passato ma che meritava più spazio. In effetti, un grande fan della serie si ritrova leggermente spiazzato dal minutaggio riservato al passato e al presente, con le prime in netta minoranza. Un compromesso necessario, per un film di poco più di 2 ore e che deve guidare un grosso numero di spettatori all’interno di un mondo che non conosce, fatto di ricordi di antenati rimasti impressi nella memoria genetica di un individuo e della misteriosa tecnologia dell’Animus, qui completamente rivisitata rispetto alle tradizionali “poltroncine” alle quali siamo abituati dai videogiochi. Particolarmente evocative e immersive, infine, alcune sequenze di combattimento in prima persona. Pochi frame, certo,  se paragonato all’intero minutaggio dei combattimenti, ma sembra davvero di trovarsi di fronte ad un videogioco. Cosa che Assassin’s Creed cerca di fare sin da subito evocando ricordi e sensazioni dei giocatori.

Il Credo travolge anche al cinema.

Non abbiamo parlato molto della storia. E non ne parleremo neanche in questa chiusura. Chi già conosce Assassin’s Creed sa, più o meno, quale potrebbe essere il ruolo di Callum e ciò che si nasconde dietro ai suoi nemici, mentre per chi non ha mai sentito parlare o non ha mai avuto occasione di giocare ad un titolo della serie lasciamo il piacere della scoperta, della quale potete già avere un assaggio nella sinossi iniziale alla recensione. Assicurandovi comunque sul fatto che il film, a parte qualche momento di incertezza e di lentezza, vi terrà incollati alla sedia fino al termine della proiezione, in un mix di mistero, storia e azione rende completamente omaggio (e non solo) ad una delle serie videoludiche di maggior successo di sempre. Con Assassin’s Creed, Ubisoft e 20th Century Fox hanno finalmente dimostrato che anche il cinema, il grande cinema dei blockbuster, è pronto ad accogliere lo sconfinato universo dei videogiochi, e facendo capire che ottenere un buon prodotto non è più un’utopia come lo era anni fa. Il Credo degli Assassini travolge anche al cinema, e siamo già in attesa di scoprire come continueranno le vicende di Callum.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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