Dark Horse Comics, Activision e Treyarch hanno finalmente pubblicato il terzo numero del fumetto ufficiale Call of Duty: Zombies. Prima di parlare un po’ più approfonditamente del capitolo in questione, facciamo un piccolo riepilogo sui fatti fino a qui raccontati. Nel fumetto torniamo nell’universo (e nel tempo) dei quattro protagonisti di Black Ops II Zombies, vale a dire Stuhlinger, Misty, Marlton e Russman. È proprio quest’ultimo, sempre in preda a crisi di memoria, che sprona i suoi compagni a raggiungere in qualche modo Broken Arrow, una vecchia stazione di ricerca dove anch’egli lavorava e nella quale si facevano esperimenti con materiali ed elementi recuperati da una base della Divisione 9. Gli esperimenti portarono però alla nascita di abomini, che per una fortunata coincidenza, nel trambusto generale, finiranno con l’aiutare la fuga dei quattro dalla base dopo l’arrivo di un manipolo di zombie, capitanati da un non-morto che assomiglia terribilmente a Richtofen…
Attenzione: seguiranno spoiler sugli avvenimenti del fumetto #3 di Call of Duty: Zombies. Se non volete anticipazioni, chiudete subito l’articolo.
L’attacco degli zombie a Broken Arrow non è terminato, e il gruppo è impegnato a cercare di sopravvivere in attesa del magico aiuto di Stuhlinger. L’uomo, che ancora ode nella sua mente l’altra voce, informa i compagni del fatto che sta per comparire un nuovo passaggio transdimensionale che li può salvare, lo stesso che apparve al termine del #1 e che li portò proprio nella base di ricerca. Tra i non-morti che stanno attaccando il gruppo, c’è anche il misterioso zombie somigliante a Richtofen, il leader dell’orda che come vediamo in una particolare vignetta viene protetto a tutti i costi dai suoi sottoposti, come se il loro unico compito sia appunto impedire che una pallottola gli si ficchi nel cervello e lo uccida. Il portale, finalmente, si apre, e tutti, compreso Marlton che tiene sempre con sé il misterioso elemento recuperato a Broken Arrow, riescono a raggiungere la zona sicura. Per poco, purtroppo, perché anche l’orda di zombie, sfruttando il portale dimensionale che è rimasto attivo, cosa che fa insospettire parecchio Russman sulle reali intenzioni della voce nella testa di Stuhlinger, riesce a raggiungere il gruppo che è costretto a fuggire. In cerca di un modo per salvarsi, Marlton trova un computer e riesce ad attivare un programma di sicurezza senziente. Il suo nome è S.O.P.H.I.A..
La segretaria/amante di Maxis, che scopriamo in Black Ops III Zombies essere stata “trasformata” in un supercomputer sferico (l’abbiamo vista su Gorod Krovi e in Revelations), appare sotto forma di ologramma a Marlton, e lo informa che si trova nella Base Zero. S.O.P.H.I.A. riconosce l’intromissione di sconosciuti all’interno del laboratorio, e così facendo attiva le contromisure difensive che iniziano a sterminare alcuni zombie diretti verso Stuhlinger, Misty e Russman. Gli intrusi, però, agli occhi della IA che gestisce la base, sono anche i tre sopravvissuti: Marlton, sfruttando le sue abilità informatiche, riesce a farli fuggire tramite un corridoio secondario, mentre il ragazzo, armato di accetta, inizia a fare piazza pulita di non-morti con l’intento di scoprire di più sulla Base Zero e cercando di interagire con S.O.P.H.I.A.. L’IA, nel frattempo, cerca di tendere una trappola a Stuhlinger, Misty e Russman all’interno dei corridoi, facendoli penetrare in una misteriosissima stanza con al suo interno iconici oggetti della serie che, chissà per quale motivo, sono finiti lì. Troviamo all’interno di questa sorta di magazzino TED, l’autista-robot del bus di TranZit; la Verga d’Oro, da Call of the Dead, Moon e Der Eisendrache; la Sfera che in Moon serviva a sbloccare l’accesso alla piramide contenente Samantha; quello che ha tutta l’aria di essere un prototipo di un bastone elementale di Origins. Tutti rinchiusi qui, ad ammuffire.
Dopo aver rischiato la morte per colpa di S.O.P.H.I.A., che non si decide a collaborare, Marlton decide di distruggere le apparecchiature della IA e di guidare personalmente i compagni verso di lui, riunendosi in un altro misterioso laboratorio dove al suo interno è custodito un gigantesco dispositivo. Se la teoria di Marlton è esatta, il dispositivo può essere attivato grazie all’elemento recuperato a Broken Arrow e a quattro persone, umani. La voce nella mente di Stuhlinger sembra appoggiare il piano, e il sopraggiungere nuovamente dei non-morti convince il gruppo a tentare il tutto per tutto. Il dispositivo si attiva come previsto, e i quattro vengono teletrasportati chissà dove e chissà quando. Di fronte a loro, al momento dell’arrivo, una Terra non più dilaniata dagli zombie e dalla distruzione.
Dopo un debole secondo numero, Call of Duty: Zombies #3 è un grande capitolo di transizione per la storia che Blundell & Co. vogliono raccontare. Lasciando Broken Arrow e la Base Zero, la storia fa un notevole balzo in avanti e finisce col sollevare quesiti sempre più interessanti che speriamo troveranno risposte nei numeri conclusivi di questo fumetto. Le comparsate di S.O.P.H.I.A., gli easter egg legati a diversi oggetti famosi, fino a quello che ha tutta l’aria di un viaggio a ritroso nel tempo che ha spedito i quattro protagonisti a quando il pianeta non era ancora stato invaso dalla piaga zombie. La pagina conclusiva del #3, come sempre, è una delle schermate di caricamento di Call of Duty: Zombies, questa volta quella di Nacht der Untoten precisamente. Un qualche collegamento con quegli avvenimenti? E cosa starà combinando il Dr. Monty, che abbiamo intravisto nel finale del capitolo precedente? Ogni qualvolta che sembra avvicinarsi, la verità sfugge clamorosamente ai nostri occhi. Speriamo di raggiungerla, prima o poi.
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