Esattamente tra 10 giorni, invasioni aliene o meteoriti permettendo, concluderò finalmente la mia carriera universitaria con una laurea magistrale. Dopo mesi e mesi di lavoro, finalmente potrò godermi l’estate, e questo significa solo una cosa per uno come me: riuscire a recuperare il terreno videoludico perduto. Ho iniziato The Witcher 3 Complete Edition a dicembre, salvo metterlo in stand by a gennaio visti nuovi titoli in arrivo che ho recensito. Acquistai Rogue Galaxy HD con alcuni saldi su PS Store, altro gioco mai concluso. Tra i giochi da recuperare poi ci sono ancora Horizon: Zero Dawn e The Last Guardian, e ad agosto uscirà anche un certo Uncharted: L’eredità perduta. Poi ancora Firewatch, The Witness, No Man’s Sky (ormai è una sfida personale con Hello Games, voglio arrivare alla conclusione di questo gioco!), Sunset Overdrive, vorrei mettere finalmente le mani su una versione completa di Ori and the Blind Forest in attesa del sequel, e la lista sarebbe ancora lunga. Vorrei anche giocare a TES V: Skyrim, prima di morire (ecco, lo confesso: non ho mai giocato a Skyrim).
Eppure la mia impressione in questi giorni è che la mia sfrenata voglia di tornare al passato, passione che a quanto pare condividono molti visto il clamoroso boom di Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy, mi porterà ad una nuova console: Switch. Alcuni mesi fa, durante un evento stampa a Milano, io e alcuni illustri esponenti della stampa videoludica italiana discutemmo del reveal da poco avvenuto della nuova console Nintendo, che delineava un quadro abbastanza desolante per gli acquirenti: il nuovo Zelda al lancio, Splatoon 2 in estate, Mario Odyssey in autunno/inverno, e pochissimo altro tra multipiattaforma ed esclusive. Ebbene, posso affermare tranquillamente di non essermi mai sbagliato così tanto. La Grande N ha saputo mettere in piedi una line up di tutto rispetto per una console da pochissimo arrivata sul mercato, la quale può già garantire esclusive di grandissimo peso e importanza che hanno fatto subito volare i dati di vendita. E con essi, anche la mia voglia di tornare su una console casalinga Nintendo dopo oltre 15 anni.
Lo so, lo so, per molti di voi sembrerò un eretico. Purtroppo, però, occorre un po’ di contestualizzazione. Dopo SNES e Nintendo 64, voltai completamente le spalle al marchio nipponico in favore dell’astro nascente PlayStation. Come darmi torto: cugini, parenti, amici, conoscenti, chiunque incontrassi per strada aveva una console Sony, e fui costretto ad adattarmi per non restare isolato nel corso delle conversazioni pomeridiane al parco giochi, tra un nascondino e una partita a pallone. La tendenza è proseguita anche negli anni a venire. Dopo PS2 passari alla terza generazione Sony, tralasciando sia GameCube (grave errore, e prima o poi dovrò porci rimedio tramite qualche bancarella dell’usato o fiere dell’elettronica) che Wii, che personalmente ritengo una importantissima rivoluzione per il gaming ma che non si addice a quello che cerco io in un videogioco. Fiutato poi il flop Wii U lontano un miglio, dopo una campagna marketing scandalosamente inefficace e un parco titoli spoglio se trascuriamo 5/6 esclusive di altissimo livello, l’opzione fu di passare ovviamente a PlayStation 4, e successivamente anche Xbox One per provare finalmente anche le esclusive Microsoft.
Tutta questa pappardella per dire cosa, in sostanza: dopo anni e anni di gioco “tradizionale”, sento il bisogno di provare qualcosa di nostalgico ma allo stesso tempo innovativo, e Switch sembra proprio la console che fa al caso mio per questa torrida estate che mi attende. Tralasciando le feature della console come la portatilità, la presenza dell’incredibile HD Rumble nei Joycon, la possibilità di sfidare amici in qualsiasi posto, quello che Switch può offrirmi al momento è esattamente quello che cerco. The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un capolavoro destinato a restare nell’Olimpo dei videogiochi per sempre, e sin dalla sua prima recensione fui sul punto di cedere alla tentazione e acquistare il bundle console+gioco (salvo poi riconsiderare la cosa per il problemino chiamato conto in rosso), e il mese sabbatico che mi concederò dal resto della vita sembra l’occasione ideale per tornare a Hyrule dopo A Link between Worlds su 3DS. In attesa del ritorno di sua maestà Mario.
Occorre poi giustamente ricordare le speciali caratteristiche di Switch, che permette di usufruire della sua offerta sostanzialmente ovunque. In spiaggia, in piscina, al parco, praticamente ovunque. E in una calda estate come quella che si prospetta per quest’anno (pardon, moooolto calda), evitare di fossilizzarsi stando adagiato sul divano è l’input definitivo per affermare come Switch sia una validissima scelta. Lo sarebbe anche PlayStation Vita, certo. Ma dopo aver giocato circa 500 indie sul piccolo gioiello maltrattato di casa Sony, sento il primordiale bisogno di giocare qualche mastodontico AAA che mi faccia provare grandi emozioni.
La prospettiva di riuscire, nei prossimi 12 mesi, a giocare a titoli del calibro di Mario + Rabbids: Kingdom Battle, Super Mario Odyssey, Kirby, Yoshi, Metroid e chissà cos’altro è davvero allettante, e questa è una cosa che solo Switch potrà offrire. Personalmente, ritengo stupida l’idea di alcune persone che reputano che l’era delle esclusive è finite, che nessun giocatore acquista un hardware per le esclusive. Forse queste persone non hanno mai provato una vera e pesante esclusiva in vita loro. Sono entusiasta di avere PS4, che tra i vari Uncharted, Ratchet & Clank e The Order: 1886 (sì, problemi? È un gran gioco) mi ha fatto vivere fino ad oggi tantissimi emozionanti titoli. Sono anche contento di possedere Xbox One, con la quale mi diletto tra i vari Halo rimasterizzati un paio di anni fa da 343 Industries, Forza Horizon e alcune esclusive che devo assolutamente recuperare. Sono sicuro che sarò altrettanto entusiasta quando riuscirò a mettere le mie sudaticce dita su Switch, la cui partenza mi ha sbalordito e con un futuro che sembra già ben diverso da quello di Wii U. L’estate 2017 mi porterà a switchare console, almeno per un mesetto? Chissà. Nel frattempo, però, mi rendo sempre più conto che il videogiocatore attuale ha davvero troppe cose da gustare per potersi ritenere un conoscitore totale del mondo videoludico. A volte vorrei giornate di 72 ore…
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