Il parere di una musicista: La prima cosa che mi viene in mente pensando a Lui? Beh, ad essere sincera la primissima cosa forse sono i suoi scompigliatissimi capelli! Quei ricci, così ricci e neri da sembrare indomabili, un po’ come la sua musica, anche quella un po’ spettinata e libera.
Di chi stiamo parlando? Il suo nome è Giovanni Allevi.
Ecco lui fa parte di quella categoria di musicisti dai capelli scomposti, con le Converse ai piedi, dai movimenti un po’ buffi e un atteggiamento da timidone.
Sono in molti a criticarlo, definendolo unicamente “fenomeno mediatico”, considerandolo mediocre e piuttosto ripetitivo; molti altri invece, lo accostano alla musica jazz e alla musica Colta, rinominandolo il “Mozart del 2000“. Insomma c’è chi lo odia e chi lo ama. La sua sarà anche musica basata su suggestioni melodiche, con accordi piuttosto semplici e anche ripetitivi, ma emoziona, arriva dritta al cuore… e a chi importa se non è tecnico abbastanza o se le sue melodie sono un po’ banali.
Andate a un suo concerto, provate a sedervi …magari nell’ultima fila… chiudete gli occhi e ditemi se la sua musica, le sue note e la sua energia accompagnata da momenti di incantevole calma, non vi portino a volare con la mente ovunque voi vogliate. A questo punto riaprite gli occhi e guardatelo “amoreggiare” col suo strumento, guardatelo giocare con i tasti e soprattutto guardatelo divertirsi e arrabbiarsi… ascoltate tutta la passione che c’è dentro!!!!!
Al di là dei commenti Giovanni Allevi è capace di fare una cosa che forse oggi si è persa: “parlare” in maniera semplice all’anima. La gente sa stabilire da se cosa gli piace e cosa no, e alla gente, al popolo piace Allevi, piace la sua musica….
La gente ama la musica che Allevi ha nella testa, nota dopo nota, nella sua tastiera mentale. Quella stessa musica che arriva all’improvviso senza chiedere il permesso, che bussa alla sua coscienza come una strega capricciosa che va a trovarlo di giorno e di notte…
Sfortunatamente il mondo della musica è pieno di odio e soprattutto d’indivia: ognuno vuole sentirsi il migliore e nessuno vuole “contaminarsi” con musica che non sia colta. Beh, quella di Allevi probabilmente non è musica ritenuta colta, ma deriva da questa, che sia musica classica contemporanea (come molti la definiscono) o altro, non ha poi molta importanza. L’importante è che “lei”, la musica, ci trasmetta emozioni, l’importante è che nell’ascoltarla “lei” ci racconti delle storie, che siano storie d’amore, di vita, di passioni, di ricordi andati, di sesso, di paure o delusioni. Questa è la cosa davvero importante.
“A me basta emozionare anche una sola persona” scrive G.Allevi nel suo libro La Musica In Testa, io penso siano a migliaia.
Umile, anticonformista, timido, occhi bassi, gestualità alquanto nevrotica, sembrerebbe un po’ folle, ma simpatico e alla mano, presenza confortante e anche un po’ familiare…con la testa piena di cose buffe e interessanti…Non per questo incapace di serietà: diplomato in pianoforte e in composizione è anche laureato in filosofia, con una tesi dal nome “Il vuoto nella fisica contemporanea”. Bambino prodigio che imparò a suonare il pianoforte di nascosto.
A questo punto mi piace finire con delle parole dello stesso Pianista-Compositore che siano un desiderio per il futuro:
“Sogno una società dove venga data a tutti i ragazzi l’opportunità di avvicinarsi a uno strumento. La loro vita vicino alla musica cambierebbe radicalmente e chissà, si avrebbe più rispetto per la cultura, per la propria esistenza, senza anestetizzare la mente nell’inutile sforzo di vivere i sogni degli altri.”
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