Mentre ancora poche ore ci separano dalla beta di Call of Duty: WW2 e probabilmente poche settimane dal termine dei DLC di Infinite Warfare, ecco che sulla scena tornano ancora una volta gli Zombie di Treyarch. Dovremo aspettare ancora un anno per scoprire se la software house americana ha intenzione di riproporre nuovamente la fortunata modalità, ma nel frattempo, negli ultimi mesi, la collaborazione con Dark Horse Comics ha dato i suoi frutti.
La miniserie a fumetti Call of Duty: Zombies, scritta da Jason Blundell e Craig Houston e disegnata Jordan, Wayshak, Jackson e Bisley ci ha fatto riscoprire vecchie conoscenze di Black Ops II, riportando in scena i protagonisti della cosiddetta Tranzit Crew (i Victis) e riallacciando le loro vicende con i fatti di Black Ops III. Da pochi giorni il 6° numero, quello conclusivo, è disponibile all’acquisto online, e come da tradizione ve ne parliamo qui oggi per discuterne insieme a voi. Consci del fatto che, purtroppo, per rivedere Richtofen e compagnia dovremo aspettare ancora tanto.
Il riferimento allo scienziato tedesco non è casuale. Il numero 6 di Call of Duty: Zombies presenta in copertina proprio Richtofen, evidentemente al centro delle vicende di questo atto conclusivo. I Victis, nelle prime sequenze, utilizzano nuovamente il dispositivo di trasporto multidimensionale, che li riporta nella loro realtà originale con il Kronorium da poco recuperato. Non riescono però nel tentativo di uccidere lo Zombie Richtofen. O per meglio dire, non possono: la voce nella testa di Stuhlinger gli intima infatti di lasciare in vita l’essere, e poco dopo riusciamo anche a scoprire il perché. Il dispositivo di teletrasporto ha infatti prelevato alcune fiale di sangue dai quattro sopravvissuti, e lo Zombie Richtofen li recupera per qualche strana ragione…
Dopo aver ucciso il solito manipoli di non-morti e aver irrimediabilmente danneggiato il dispositivo di teletrasporto, ecco che una nuova fenditura si apre davanti agli occhi dei Victis. Incerti sul seguire ancora una volta Stuhlinger, il gruppo alla fine accetta, per poi essere catapultato ad Agartha, nella Casa di Maxis. Ad attenderli, Richtofen, che dopo aver dialogato con loro darà il via ad una serie di complessi spostamenti multidimensionali per poter avviare una catena di eventi fondamentale al proseguo della storia che tutti noi conosciamo.
ATTENZIONE: SEGUIRANNO SPOILER SUL FINALE
Non desidero narrarvi tutto ciò che accade nelle ultime 10 pagine del fumetto, anche perché per un fan della serie Zombies si tratta di una vera manna dal cielo. I riferimenti, gli easter egg, i fatti incrociati tra le varie realtà costituiscono un vero gioiellino per chi sa destreggiarsi tra tutto questo, e il finale è proprio come ce lo aspettavamo. Intenso e carico di pathos, e probabilmente ricco di riferimenti al futuro della serie.
Richtofen recupera infatti il sangue dei Victis prima e quello dei prigionieri di Alcatraz poi, ripercorrendo anche alcune particolari realtà (tra cui quella dei Primis) per incastrare alla perfezione i fatti del #6 con la storia Zombies. Tutto, in effetti, sembra ora avere una spiegazione. Ciò che in Black Ops III era ancora oscuro e senza una risposta è ora molto più chiaro, e farà probabilmente da apripista per gli avvenimenti dell’ipotetico Black Ops IV nel 2018.
Non è un mistero che Richtofen decida, ad Agartha, di conservare e proteggere i Victis. Lo scienziato afferma che potrebbero essere utili in futuro, e da qui il pensiero: nel prossimo gioco Treyarch, riprenderemo in mano Misty, Marlton, Russman e il pazzo Samuel? Le loro avventure sembrano non essere terminate, a differenza di quelle dei Primis che probabilmente verranno messi in stand-by per un pò. Inoltre, c’è da considerare il fattore Zombies Chronicles 2. Alla rimasterizzazione delle vecchie mappe della modalità mancano ancora all’appello proprio quelle dedicate ai Victis (TranZit, Buried, Die Rise), e il loro ritorno potrebbe essere l’occasione giusta per riproporle.
Vi lasciamo dunque con questa serie di considerazioni, concludendo con un giudizio finale sulla miniserie a fumetti. In generale, Call of Duty: Zombies si è mantenuto su buoni livelli, complice anche l’eccellente qualità dei disegni. Alcuni numeri, però, sono sembrati eccessivamente superflui e costruiti solamente per allungare il brodo. Una storia di questo tipo ha bisogno di sostanza per andare avanti, e restare a bocca asciutta di succose novità dopo settimane di attesa (come accaduto per il #5) non è un punto a favore. Chissà però che Treyarch non impari da questi piccoli errori, e non si prepari al meglio per una seconda miniserie a fumetti.
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