Metal Gear Solid V: The Phantom Pain ha sancito la fine delle vicende di Big Boss e compagni riuscendo a chiudere definitivamente tutte quelle situazioni che erano rimaste irrisolte. Evidentemente però, qualcuno in Konami deve aver pensato che fosse ancora troppo presto mandare in pensione la serie videoludica creata da Hideo Kojima. Nonostante l’addio (forzato) di quest’ultimo, infatti, l’azienda nipponica ha ben pensato di sviluppare un nuovo spin-off dedicato alla serie; stiamo parlando di Metal Gear Survive, gioco che, fin dal primo annuncio, ha suscitato non poche critiche, connesse soprattutto al riutilizzo di assets e mappe di TPP e ad una storyline non propriamente consona ai canoni della serie.
Tuttavia, tengo a sottolineare che Metal Gear Survive è uno spin-off e deve essere considerato come tale; del resto non è né la prima né l’ultima volta che una software house utilizza un proprio brand di successo per la realizzazione di titoli secondari che si discostano completamente dalla serie principale (vi devo forse ricordare un certo Dr. Mario, rompicapo stile Tetris, in cui l’idraulico baffuto creato da Nintendo faceva tutto tranne che saltare sui Goomba e rompere blocchi di pietra?!). Molti fan della serie si sono lamentati del fatto che in Metal Gear Survive si trovano gli zombie (chiamati in realtà Vaganti che hanno un aspetto ben diverso da quello dei comuni zombie) senza ricordare che la serie ha avuto da sempre a che fare con nemici tutt’altro che realistici (Psycho Mantis, Vamp, Unità Cobra e gli stessi Skulls di TPP, molto più simili agli zombie di quanto lo siano i Vaganti).
Dopo aver messo in chiaro quanto appena scritto, continuiamo pure con la recensione di Metal Gear Survive.
NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA…
Le vicende di Metal Gear Survive hanno inizio subito dopo la fine di MGSV: Ground Zeroes. Si tratta di una storia alternativa rispetto a quella che abbiamo conosciuto in The Phantom Pain. Senza scendere troppo nei particolari per evitare spoiler, durante la scena finale di Ground Zeroes, i soldati rimasti sulla Mother Base, insieme a quest’ultima, vengono risucchiati da un wormhole creatosi nel cielo. A quanto pare il wormhole in questione collega il mondo canonico della serie con una dimensione parallela, dominata da devestazione, desolazione e abitata da strane creature chiamate “Vaganti”. Per capire effettivamente la natura dei wormhole e di questo mondo alternativo, il nostro personaggio, che creeremo grazie ad un editor ben sviluppato e non troppo difficile da padroneggiare, verrà inviato a Dite, nome assegnato a questa dimensione sconosciuta. Qui scopriremo ben presto che è successo qualcosa di strano: i Corpi di Caronte infatti, forze speciali inviate sul posto prima del nostro arrivo, sono stati brutalmente assassinati. Starà a noi scoprire chi o cosa si trovi dietro questo genocidio. Durante la lettura della recensione avrete sicuramente notato alcuni riferimenti alla Divina Commedia (mi riferisco a Dite, città infernale in cui Dante e Virgilio giungono nell’VIII canto della Commedia e ai Corpi di Caronte, che rimandano inevitabilmente al traghettatore di anime). L’intera storyline di Metal Gear Survive presenta infatti tantissimi riferimenti alla Divina Commedia del nostro Dante e la cosa non può che farci piacere, considerando che tali legami non risultano mai essere troppo forzati e creano anzi una situazione ancora più onirica e misteriosa.
…MI RITROVAI IN UNA SELVA OSCURA…
Per scoprire cosa sia successo ai Corpi di Caronte dovremo prima di tutto imparare a sopravvivere a Dite. In altre parole, saremo costretti a procacciarci cibo e acqua così da mantenere i nostri livelli di salute (cibo) e resistenza (acqua). Il gioco, soprattutto durante le prime ore di gioco, vi spingerà a cercare continuamente animali da uccidere e acqua pulita da bere (in mancanza d’altro potrete anche optare per l’acqua contaminata ma questo potrebbe portarvi ad un’intossicazione). Abbiamo trovato questo sistema un po’ ripetitivo considerando che i livelli di cibo e acqua scendono fin troppo velocemente ma non viene mai trasmesso un senso di frustrazione. Gli sviluppatori hanno inoltre inserito la possibilità di curare il nostro alter-ego con un sistema che ricorda da vicino quello già visto in Metal Gear Solid 3 e devo ammettere di aver apprezzato tale decisione, forse a causa del senso di nostalgia.
Molto interessante è anche la gestione del campo base, hub del gioco, all’interno del quale potremo costruire e potenziare armi, barricate, equipaggiamenti, pietanze e kit medici grazie a degli appositi banchi da lavoro. La costruzioni degli oggetti sopra descritti sarà possibile previa raccolta di materiali di vario genere: si tratta di un sistema di crafting piuttosto semplice ma decisamente intuitivo e ben congeniato. Il campo base ci permetterà anche di aumentare il livello del nostro personaggio e di sbloccare nuove skills (ne parlerò in modo approfondito più avanti) oltre che gestire il magazzino e l’inventario. Ma non finisce qui; grazie ad uno specifico editor sarà concesso al giocatore di personalizzare l’hub. Si tratta, per intenderci, di una versione (molto) più semplicistica di quella vista con gli insediamenti in Fallout 4. Si potranno decidere le ubicazioni dei nostri banchi da lavoro e delle nostre difese (recinzioni, torrette e via dicendo) oltre a poter installare coltivazioni varie per avere cibo e acqua senza dover necessariamente cacciare.
…CHE LA DIRITTA VIA ERA SMARRITA
Passando ad analizzare più da vicino il gameplay e la progressione della storyline non possiamo fare altro che apprezzare, ancora una volta, la maestosità del Fox Engine, che si conferma uno dei migliori motori grafici in circolazione. Inutile dire che le meccaniche di gioco sono state completamente copiate da The Phantom Pain e incollate su Metal Gear Survive senza alcun cambiamento sostanziale (se non quello di sostituire a Venom Snake il nostro alter-ego). Come conseguenza, chi ha amato il gameplay di The Phantom Pain amerà, per forza di cose, anche quello di Survive. L’unica vera differenza che troverete nel gampeplay di MG Survive è collegata all’utilizzo delle armi da mischia, fondamentali per uccidere i vaganti che si trovano nelle vicinanze. Interessante anche l’inserimento delle zone di “Polvere” che potranno essere esplorate solo con l’implementazione di una bombola d’ossigeno. In queste zone sarà facile perdere l’orientamento poiché tutti gli indicatori che la mappa ci offre solitamente, in queste aree scompariranno, enfatizzando così la componente survival. Per facilitare gli spostamenti da una zona all’altra ed evitare continue sezioni di back trekking, gli sviluppatori hanno ben pensato di inserire dei wormhole trasportatori che dovranno essere trovati ed attivati. L’attivazione dei teletrasporti causerà il richiamo dei Vaganti e ciò ci obbligherà a barricare la zona per proteggere il processo di accensione. Altro modo per velocizzare gli spostamenti è quello di utilizzare diversi veicoli (anche quelli tagliati e incollati da TPP). Tuttavia non potremo fare eccessivo affidamento su tali mezzi in quanto, dopo qualche chilometro percorso, si fermeranno perchè guasti.
Il combattimento risulta essere un po’ troppo semplicistico ma è decisamente efficiente. La mossa vincente sarà quella di costruire recinzioni tra noi e i Vaganti o utilizzare la lancia e arco per ucciderli dalla distanza senza rischiare di essere colpiti. Nel caso ci trovassimo invece di fronte ad un’orda di Vaganti, ci torneranno utili molotov ed esche per aggrupparli e dargli fuoco. Non potevano mancare ovviamente le fasi stealth che, però, non danno un vero e proprio vantaggio; nella maggior parte dei casi opterete per le strategie descritte poco sopra. La storyline principale prosegue senza troppi scossoni tra una missione e l’altra. Ci ritroveremo a completare missioni molto simili tra loro che, fondamentalmente, ci porteranno a recuperare oggetti o persone e a difendere determinati perimetri. Tuttavia, proprio quando pensavo che la trama di Metal Gear Survive non avesse più altro da offrire ecco che, all’improvviso, sono stato catapultato nella seconda parte della storyline. È a questo punto che Metal Gear Survive tira fuori il meglio di sé: nuove missioni, nuove creature da affrontare e nuovi colpi di scena legati alla trama. E non finisce qui; al termine della campagna infatti riceverete una bella sorpresa che abbiamo deciso di non spoilerarvi in questa sede.
SOPRAVVIVENZA DI GRUPPO
Terminata la campagna single-player (che dovrete comunque giocare online), mi sono buttato a capo fitto sulla cooperativa, una classica modalità a orde da giocare fino ad un massimo di 4 giocatori. È importante sottolineare fin da subito che la crescita del personaggio e delle relative abilità sono collegate ad entrambe le modalità; stesso discorso per quanto riguarda i materiali e gli equipaggiamenti posseduti. Una scelta che, nonostante il nostro scetticismo iniziale, funziona a dovere.
L’obiettivo della modalità co-op è quello di proteggere l’escavatore dalle orde di vaganti che cercheranno di distruggerlo (la stessa cosa che accade durante l’attivazione dei wormhole di trasporto nel single-player). Per difendere il perimetro designato dovremo servirci di recinzioni, barricate, sistemi di difesa, armi ed equipaggiamenti vari. Ovviamente sarà fondamentale organizzarsi con i propri compagni per distribuire al meglio i sistemi di difesa e dividersi le aree di controllo. Come prima cosa, dovrete assolutamente chiudere le vie d’accesso rimaste scoperte e, in secondo luogo, rinforzare anche le zone più interne fino ad arrivare all’escavatore. In questo modo i Vaganti impiegheranno più tempo a penetrare, permettendovi di ucciderli e aggirarli. Per terminare con una vittoria la partita, sarà importante prepararsi a dovere. Prima dell’inizio della partita potrete infatti cambiare il vostro equipaggiamento e craftare oggetti ed armi che potrebbero tornarvi utili. Oltre a ciò, tra un’orda e l’altra, potrete uscire dall’aerea difensiva ed esplorare la mappa in cerca di materiali e munizioni. In particolare, alla fine di ogni round, apparirà randomicamente sulla mappa un’aerea blu, nella quale potrete trovare il Walker Gear o altri materiali preziosi. In tutto ciò, come nella campagna, dovrete ricordarvi di mangiare e bere se non volete rischiare che salute e resistenza si abbassino repentinamente. In sintesi, il gameplay della modalità co-op è abbastanza semplice ma è proprio questa semplicità che permette al tutto di funzionare a dovere. Alla fine di ogni partita, verrete ricompensati con loot boxes, che conterranno materiali di varia rarità, e con energia Kuban, fondamentale per salire di livello. Ed a questo punto che torna utile parlare della progressione del personaggio. Ogni livello raggiunto vi consegnerà un punto abilità che potrete utilizzare in due diversi modi. Il primo è quello di aumentare diverse caratteristiche fino ad un massimo di cinque punti (salute, forza, robustezza e destrezza). In alternativa, potrete sbloccare delle skills, con le quali migliorare i vostri attacchi.
Quanto detto fino ad ora in merito alla co-op però, viene in parte rovinato dalla mancanza di contenuti e dalla varietà dei nemici. In effetti avremo preferito avere più mappe da poter giocare e più differenziazione tra le varie orde, magari con l’aggiunta di qualche obiettivo secondario. Anche per quanto riguarda il matchmaking, abbiamo riscontrato diversi problemi durante la ricerca dei compagni di squadra.
PUNTI DI FORZA
- Il gameplay di TPP…;
- Trama soddisfacente…;
- Buona crescita del personaggio;
- Componente survival semplice ma ben congeniata.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- …con i suoi stessi assets e le sue mappe;
- …ma la prima parte non convince del tutto;
- Pochi contenuti per la co-op.
Lo ammetto, al momento dell’annuncio di Metal Gear Survive anche io ero tra gli scettici. Pad alla mano però non posso negare che gli sviluppatori abbiano compiuto un buon lavoro (anche grazie all’ultima creazione del buon Kojima ammettiamolo). Niente di rivoluzionario intendiamoci, ma il gioco riesce a trasmettere le sensazioni di dover sopravvivere in una zona ostica. La campagna diverte e vi inviterà a portarla a termine, soprattutto quando raggiungerete la seconda parte. Anche la modalità co-op si è rivelata ben congeniata e divertente da affrontare. Tutto dipenderà però dal supporto di Konami. Sicuramente il rilascio di contenuti gratuiti aggiuntivi, come mappe, nemici, equipaggiamenti e altre modalità multiplayer potrebbero permettere al titolo una vita sicuramente più lunga. Metal Gear Survive è un gioco dalla doppia personalità: da una parte è un survival ben costruito, dall’altra manca di maturità e di contenuti. Purtroppo, il più grave errore di Konami è stato commesso dal punto di vista commerciale utilizzando la celebrità di Snake e compagni per creare qualcosa di diametralmente opposto ai canoni della serie. Se le meccaniche di questo gioco (con trama e ambientazione diverse da TPP) fossero state implementate in una nuova IP, avremmo avuto a che fare con un titolo sicuramente valido.
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