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Memories of Mars – Anteprima

Ai videogiocatori più assidui non sarà sfuggita la direzione intrapresa dalla maggior parte dei videogiochi negli ultimi anni. Non stiamo parlando di saghe specifiche o di particolari generi, bensì di tutti i videogiochi in generale. D’altronde, chi di noi non è incappato in un open world negli ultimi tempi? Il trend appena accennato riguarda proprio questo: una sorta di ingrandimento delle esperienze videoludiche a confini estremamente più vasti, a possibilità di gameplay molto più variegate, finendo per creare esperienze che vanno oltre il semplice coinvolgimento sperimentato nei giochi di una volta.

Memories of Mars si colloca esattamente in questo scenario, quello dei videogiochi survival, sandbox open-world con caratteristiche di crafting avanzate. Quattro termini per riassumere una varietà ormai grandissima di videogiochi, nei quali rientra proprio l’ultimo GDR/FPS online di 505 Games, presto disponibile su Steam, che abbiamo avuto l’occasione di provare durante un Virtual Event a cui siamo stati invitati. L’evento in questione, cui hanno partecipato youtuber e redattori da tutta Europa e non solo, si è tenuto all’interno di un server privato nel quale ci siamo ritrovati a sperimentare le varie funzionalità e caratteristiche del gioco. Naturalmente non possiamo darvi un’impressione approfondita di Memories of Mars, soprattutto perché il titolo è ancora in fase di Beta, e richiede sicuramente del lavoro aggiuntivo per poter essere ultimato al 100%.

I’m shipping up to Mars

memories of mars

Il Virtual Event si è aperto con quello che dovrebbe essere l’incipit del titolo, che vi ricordiamo essere un MMO, quindi solamente online. L’inizio del gioco ci ha catapultati all’interno di una sorta di stazione spaziale estremamente buia, che ci ha ricordato vagamente scenari di Alien o di Dead Space. Completata la scena d’introduzione, che vede il nostro personaggio risvegliarsi all’interno di una capsula, ci siamo orientati sin da subito verso l’uscita della sala, dopo aver raccolto alcune munizioni e l’indispensabile casco della tuta spaziale. All’uscita abbiamo dovuto decidere tra due possibili mete, delle quali ne abbiamo scelta sempre e solo una per poter seguire il gruppo.

Una volta giunti all’esterno ci siamo ritrovati immediatamente sulle sabbie del Pianeta Rosso, assieme agli altri giocatori partecipanti al Virtual Event, e abbiamo cominciato a smanettare con i vari comandi proposti dal gioco. Memories of Mars è fortemente centrato sulla sopravvivenza. Anzi, potremmo dire che “sopravvivenza” sia la parola chiave, il filo conduttore di tutta l’esperienza di gioco che potremo vivere dopo l’uscita del titolo. Tramite alcuni comandi speciali abbiamo potuto arricchire il nostro inventario di oggetti altrimenti inaccessibili a quel livello di gioco e, tanto per far capire quanto sia importante sopravvivere, sono presenti bombole di ossigeno e razioni di nutrienti, che vanno consumate naturalmente al progredire del personaggio. In questo modo la sopravvivenza introduce dei primi parametri vitali da tenere in considerazione, tipici di qualsiasi survival (come ad esempio The Forest), che ci sono sembrati sin da subito più che opportuni nel contesto di gioco.

Ci siamo mossi subito in giro per la mappa di gioco, che fortunatamente non vede solo la presenza di lande desolate, ma anche di postazioni già costruite ed ulteriori luoghi da scoprire, nei quali sarà possibile reperire ulteriori oggetti o munizioni. La libertà di movimento, logicamente, è totale: bisogna fare attenzione solamente ai nemici sparsi in giro, rappresentati non solo da umani ma anche da insetti giganti tutto sommato agguerriti.

L’arte del crafting

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Il crafting nei videogiochi degli ultimi cinque anni ha visto un cambiamento del classico concetto di crafting sperimentato nei GDR. Sempre più titoli infatti propongono la possibilità di costruire giacigli, case, mura e ripari in generale, per dare in mano al giocatore le chiavi del proprio destino all’interno del videogame. Fortunatamente 505 Games non ha trascurato questo aspetto, aggiungendo un comparto di crafting che ci è sembrato davvero piacevole.

Una volta effettuato l’accesso alla schermata del crafting abbiamo potuto visualizzare tutte le costruzioni a disposizione del giocatore. Gli oggetti craftabili dalla sezione Building sono rappresentati per lo più da mura, fondamenta, porte e scale, posizionabili a piacimento sul terreno di gioco (a patto, però, che prima si siano già piazzate le fondamenta). In questo modo è possibile erigere in brevissimo tempo piccole costruzioni o basi nelle quali arroccarsi assieme alla squadra, in attesa di eventuali assalti nemici. Il modus operandi del sistema di building è molto simile a quanto visto nella maggior parte dei giochi dove è presente il crafting di questo tipo. Per chi volesse un esempio chiarissimo, basta pensare a Fallout 4: si punta con il mouse, si costruisce un muro, ed il sistema consiglierà automaticamente la posizione del muro adiacente. Tutto ciò vale anche per scale, tetti e porte. Allo stato attuale del gioco sono questi gli elementi disponibili per il giocatore, e non sappiamo ancora se saranno implementate nuove funzioni o altro.

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Accedendo ad una particolare stazione nei pressi della base abbiamo sperimentato il crafting relativo ad armi ed armature. Tramite questa postazione è possibile spendere i vari materiali raccolti in giro per la mappa. Il giocatore potrà costruire questa postazione in qualsiasi punto della mappa, andando a svilupparvi attorno tutto il proprio avamposto, e da essa potrà potenziarsi oppure sviluppare nuovi oggetti. Per le armi e le armature segnaliamo che sarà possibile personalizzarle a piacimento, grazie alla presenza di mimetiche e colorazioni diverse.

Gioco di squadra all’ennesima potenza

Nel corso della nostra breve esperienza abbiamo potuto prender parte ad un breve assalto ad una base avversaria, e proprio in questa fase è emersa l’importanza del gioco di squadra che caratterizzerà Memories of Mars nel suo profondo. Attaccare allo sbaraglio, da soli, comporterà quasi sicuramente l’uccisione. E’ davvero semplice morire, dal momento che bastano pochi colpi, e aggiungeteci il fatto che il respawn può avvenire in zone lontanissime da quella in cui siete morti. Ogni colpo inferto oltretutto procura delle crepe sul casco del giocatore, andando a disturbare non poco la visuale e creando di fatto delle situazioni fastidiose.

Entrando in un clan si potrà distinguere un giocatore potenzialmente nemico da uno amico, avendo accesso a chat di gruppo e quindi ad un’organizzazione più concreta. Ma il gioco di squadra si palesa ancora di più quando ci si trova a dover fronteggiare la fame e la mancanza di ossigeno: è proprio in queste situazioni che ogni giocatore deve fare la propria parte, esplorando i dintorni, allargando i confini con nuove postazioni e recuperando materiali o loot utile alla squadra. La necessità di continuo supporto a vicenda si fa sempre più forte al progredire dell’esperienza, nonostante la nostra prova limitata nel tempo, e siamo sicuri che sarà un aspetto su cui 505 Games punterà davvero forte.

Qualcuno di voi probabilmente si sarà chiesto: c’è spazio per una modalità Battle Royale? Sebbene questo genere videoludico sia ormai già decollato da tempo, gli sviluppatori hanno chiarito che allo stato attuale delle cose non sono previste modalità simili. A dire il vero non si è parlato neppure di particolari modalità di deathmatch, ma solo di eventi server con cadenza variabile, con lo scopo di aumentare la varietà di gioco. Tuttavia una potenziale modalità Battle Royale non è stata del tutto esclusa, e in questo senso gli sviluppatori di 505 Games si baseranno moltissimo sul feedback raccolto dagli utenti.

Sopravvivere, costruire, combattere e…cos’altro?

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Tecnicamente parlando Memories of Mars non si presenta male, anzi. La veste grafica ci è sembrata davvero buona, nonostante l’impossibilità per noi di giocare ai massimi dettagli. C’è qualcosa, però, che ci ha lasciati davvero perplessi, ed è il feeling restituito dall’ambientazione. Lo sappiamo, non possiamo aspettarci di meglio dal Pianeta Rosso, che di fatto è un enorme deserto, ma gli sviluppatori hanno deciso di inserire luoghi visitabili qua e là proprio per ovviare a questo senso di piattezza. Peccato che il risultato ci sia sembrato ancora un po’ scarno soprattutto per un dettaglio: la totale mancanza di una trama. Allo stato attuale delle cose non si può contare su delle missioni specifiche e su una storia da seguire, quindi in pratica si viene catapultati all’interno di Marte in totale silenzio. In questo senso l’esplorazione di luoghi nascosti e punti di interesse perde un po’ quel fascino che la caratterizzerebbe in un GDR dotato di trama, perché si rischia letteralmente di “perdere la voglia” di raggiungere luoghi remoti, se il gioco non offre particolari motivi per farlo. Saranno presenti unicamente degli eventi, grazie ai quali i giocatori potranno reperire i Flops, ossia la moneta del gioco, ma oltre a quello nulla di più. Dal lato tecnico infine ci sono sembrate sottotono anche le animazioni dei PG, ma su questo dettaglio non vorremmo soffermarci più di tanto, perché probabilmente il team di sviluppo risolverà ben presto il problema.

In altre parole, va ammesso che c’è il forte rischio di cadere nella noia dopo poco tempo. E’ validissima l’idea di sviluppare una propria base, un proprio clan ed un proprio armamentario, così come è avvincente l’idea di dover esplorare più di 16 chilometri quadrati di suolo marziano. Peccato che, ora come ora, sia inevitabile presupporre la noia dopo ore di gioco passate a costruire, raccattare materiali e uccidere PG senza un vero obiettivo. Confidiamo nel team di 505 Games per eventuali future implementazioni a livello di lore.

In conclusione Memories of Mars ci ha lasciato tutto sommato delle buone impressioni. Sicuramente il gioco è ricchissimo di potenziale, perché racchiude le caratteristiche principali che hanno fatto amare giochi simili al pubblico: è un GDR, è open world, permette il crafting e basa la sua esistenza sulla sopravvivenza, rientrando in pieno nei survival game. Peccato però che, allo stato attuale delle cose, il gioco sembri ancora troppo “spoglio”, e forse gli eventi server di cui hanno parlato gli sviluppatori potrebbero non bastare a completare un’esperienza potenzialmente noiosa. Siamo convinti che Memories of Mars piacerà agli esperti di survival game, e potrà attirare a sé anche players neofiti ma, per scalare le posizioni e mantenersi in alto, dovrà esser capace di “completarsi” con qualcosa che possa motivare a giocarlo per lungo tempo.

Scritto da
Alberto Baldiotti

Studente universitario e gamer nel tempo libero, la sua passione videoludica non ha confini. Questa passione nasce a 4 anni, quando si ritrova a giocare Doom II su un vecchio computer acquistato dal padre. Appassionato di giochi open-world e GDR, le sue pietre miliari sono le serie di Grand Theft Auto, Fallout e The Elder Scrolls. A fianco di ciò, la tecnologia e lo sport giocano un ruolo fondamentale nei suoi interessi, ed adora restare informato sulle ultime novità nei rispettivi settori.

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