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10 cose che non sai su Ritorno al Futuro

Il 2015 è un anno molto importante per tutti fan della serie di Ritorno al Futuro.

Innanzitutto il 3 luglio si è celebrato il 30 anniversario dell’uscita del primo film nelle sale cinematografiche, mentre il 21 ottobre 2015 sarà il giorno in cui Marty McFly e Doc viaggiano nel futuro nel sequel Ritorno al Futuro II.

Per festeggiare tutte queste ricorrenze, vi proponiamo la 10 cose che non sapete su Ritorno al Futuro.

1 – Nelle prime sceneggiature gli autori non pensarono ad un’automobile come macchina del tempo. Infatti l’idea iniziale fu utilizzare un raggio laser proiettato in una stanza, per poi passare addirittura ad un frigorifero. Quest’ultimo per poter viaggiare nel tempo, avrebbe dovuto essere trasportato dal protagonista nel deserto del Nevada ed attivato con l’energia prodotta da un test atomico. L’idea fu poi scartata da Zemeckis e da Spielberg perché non vollero che i ragazzini, dopo aver visto il film emulassero i protagonisti, cioè rinchiudersi dentro all’elettrodomestico. La scelta fortunatamente, ricadde su un’auto con una conseguente riduzione di costi e semplificazione della trama. Il resto è storia, la DeLorean DMC 12 è un’icona a livello mondiale.

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2 – Sempre parlando di sceneggiatura, relativa però al secondo episodio della serie, prima di essere mandata in produzione dovette essere approvata dalla Casa Bianca. Il motivo? Le battute su Ronald Reagan, il presidente degli Stati Uniti dell’epoca. La preoccupazione dei produttori fu legata in particolare alla scena in cui il Doc Brown del 1955 reagisce con stupore ed ironia, scoprendo che Reagan, un attore, fosse diventato il presidente degli USA nel 1985. Quest’ultimo non si oppose, anzi, adorò a tal punto la scena da chiedere, durante una proiezione privata della pellicola di riguardare la scena. Inoltre in un suo discorso tenutosi nel 1986, l’allora presidente citò una delle battute finali del film: “Strade?! Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade!”.

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3 – Allacciandoci al finale, la scritta conclusiva To be continued nel primo Ritorno al Futuro, non fu una brusca interruzione narrativa per annunciare un seguito, per Gale e Zemeckis, infatti, fu solamente una gag. Quando Universal Studios decise di produrre il secondo film, i due accettarono il lavoro per creare un lungometraggio allo stesso livello dell’originale. Successivamente affermarono che, se avessero saputo l’esistenza o perlomeno l’idea di un sequel, non avrebbero terminato il primo film con Jennifer che accompagnava a casa Marty e Doc.

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4 – Le riprese del primo Ritorno al Futuro durarono 100 giorni e si conclusero alla fine di aprile del 1985. In seguito, vi furono mesi di post-produzione molto impegnativi, con conseguenti ritardi. Tuttavia Spielberg insistette sull’uscita nei cinema il 3 luglio. Quindi per motivi di resa e di lunghezza, il film fu accorciato di 8 minuti, tagliando di diverse scene. Alcune di queste sono presenti su YouTube.

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5 – Michael J. Fox fu la prima scelta per interpretare il ruolo di Marty McFly, tuttavia l’attore era già impegnato nella serie televisiva Casa Keaton, per cui dovette rifiutare. Il ruolo quindi fu assegnato ad Eric Stoltz. Però dopo un mese di riprese, Robert Zemeckis si accorse che Stoltz non era adatto al ruolo di Marty. Per cui, in accordo con gli altri produttori decise di ricominciare il film dall’inizio, perdendo 3 milioni di dollari, e convincendo Micheal J. Fox ad accettare il ruolo, senza però lasciare la parte da protagonista nel telefilm a cui era vincolato. Egli fu “costretto” a girare nello stesso giorno due pellicole diverse, in diversi orari, arrivando a dormire solo 2-3 ore in media e rinunciando ai tour pubblicitari di Ritorno al Futuro.

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6 – Al boss di Universal degli anni ’80, Sid Sheinberg, non piacque il titolo Ritorno al Futuro, dato al film. Infatti chiese a Spielberg di cambiare il nome in Spaceman from Pluto (presente in diverse scene nel 1955). Tuttavia Spielberg, con grande astuzia e carisma riuscì a mantenere il titolo originale, facendo i complimenti a Sheinberg per la battuta.

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7 – Avete presente Einstein, il fidato cane di Doc? Ebbene il peloso animale, “assistente” dello scienziato, in origine doveva essere una scimmia. Poi però l’idea, fortunatamente, fu scartata. Inoltre, la scena in cui il quadrupede effettua il primo viaggio nel tempo al Twin Pines Mall a bordo della DeLorean, è stata girata da un uomo con un costume da cane.

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8 – Quando Doc e Marty erano presenti nelle stesse scene, Christopher Lloyd doveva recitare con la schiena leggermente incurvata, per via della differenza di altezza tra lui e Michael J. Fox, (20 cm). Il regista Zemeckis, per ovviare a questo problema cercò di inserire delle pedane ed usare alcuni trucchi nelle inquadrature, tuttavia come ultima spiaggia chiese a Lloyd di incurvarsi, appunto, nelle parti in cui lui e Fox erano presenti.

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9 – Gale e Zemeckis scelsero il cognome Tannen, antagonista della serie, per vendetta. In pratica l’ex capo della Universal Ned Tanen, rifiutò la sceneggiatura del film dei due registi, 1964: allarme a New York arrivano i Beatles, accusandoli di antisemitismo. La cosa curiosa sta nel fatto che Bob Gale è ebreo, quindi è impensabile che abbia creato un film andando contro il suo credo religioso. Quindi per vendicarsi, diedero il cognome Tannen al personaggio più cattivo della trilogia.

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10 – Christopher Lloyd inizialmente rifiutò il ruolo di Doc Brown, poichè non era del tutto convinto di recitare nel ruolo dello strambo inventore. Poi grazie ai consigli della moglie e alla lettura del copione, accettò. Però interpretò il personaggio a modo suo, ispirandosi ad Albert Einstein e al direttore d’orchestra Leopold Stokowski. Inoltre per sembrare più vecchio nella maggior parte delle scene, dovette sottoporsi a sedute di trucco molto lunghe. Per questo, nel secondo episodio della saga quando Doc fa ritorno dal futuro, dice di essersi recato in una clinica di ringiovanimento.

Scritto da
Matteo "bovo88" Bovolenta

Appassionato di videogiochi e console di ogni tipo, tecnologia ed informatica. Amante dei manga ed anime giapponesi, e della cultura nipponica in generale. Ha iniziato a videogiocare molto giovane prima con SNES e Game Boy, per poi passare a PlayStation. Da allora ogni genere di gioco lo ha sempre affascinato. Gli piace informarsi e tenere informati su questo fantastico mondo virtuale.

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