In questi giorni si celebrano tanti anniversari. Pochi giorni fa vi abbiamo parlato dei 25 anni de La Mummia, il film con Brendan Fraser e Rachel Weisz che aveva rivitalizzato il genere avventuroso al cinema. Oggi invece, 27 maggio, cade il 30° anniversario di una delle pellicole più iconiche degli anni ’90, il perfetto adattamento live action del celebre cartone animato di Hanna & Barbera I Flintstones.
Prodotto da Steven Spielberg e diretto da Brian Levant, I Flintstones arrivava al cinema con l’arduo compito di mettere in scena la preistoria anacronistica di Fred e Barney, qui impersonati da due giganti del cinema di quegli anni. John Goodman e Rick Moranis, qui in una delle sue ultime apparizioni sul grande schermo prima di ritirarsi dalle scene nel 1997, diedero vita a una coppia di personaggi già iconici della storia dell’animazione e resi ancor più unici ora che gli attori erano in carne e ossa.
I Flintstones era e resta ancora oggi il miglior adattamento live action di un prodotto animato. Un film che trasuda di amore verso il materiale originale, tramutato in realtà attraverso le mani dei suoi creatori ma senza lasciarsi andare al futile citazionismo o alle banalità come invece farà il suo aberrante sequel. Invece, I Flinstones prendeva Bedrock, le dava un aspetto vero ma allo stesso tempo dannatamente e intelligentemente cartoonesco, conquistando tutti i bambini degli anni ’90 e non solo.
C’era tutto: l’auto che funziona con i piedi di Fred, Dino, le partite a bowling, la cava del sig. Slate, le cucuzze come valuta per l’acquisto, la finta televisione, il tritarifiuto dinosauresco, e così via. Tutto, tutto era bello e fedele, apparendo come la vera trasformazione di un cartone animato dal vivo. E intorno, non dimetichiamolo, c’era anche una storia che certo non mirava a fare diventare I Flintstones come il nuovo Quarto Potere ma che esaltava tutti i tratti dei personaggi amalgamandoli alla perfezione, molto meglio di altri esperimenti di quel tempo come Inspector Gadget con Matthew Broderick che aiuto, vi prego, non voglio ricordarlo.
La trama è semplice: Fred aiuta Barney per l’adozione del suo bambino, Bamm-Bamm, e così l’amico decide di ripagarlo facendogli passare il test per diventare un dirigente della Slate & Co. alle dipendenze di Rocco Detritis (un monumentale Kyle MacLachlan che mamma mia sembrava nato per quel dannatissimo ruolo). Piccolo problema: questo scambio di persona costa a Barney il suo ruolo, e così lui e la moglie Betty (Rosie O’Donnell) si trasferiscono a casa dei Flinstones proprio quando Fred, ormai in preda al potere, inizia a fare la vita da nababbo incontrando finalmente anche i favori della perfida suocera Perla Slaghoople (l’incredibile Elizabeth Taylor).
Da qui seguiranno una serie di eventi che non vi raccontiamo ma che forse ricordate, anche perché I Flintstones contiene alcune scene, ricreate attraverso l’anacronistica tecnologia della città di Bedrock, che è difficile pensare. Il dittafono che in realtà è un pappagallo primitivo? Geniale. I dirigenti della Slate & Co. che deridono il progresso delle mappe a vapore per la cava di pietra? Quanta bellezza. E a proposito di bellezza, è difficile dimenticare che il ruolo della segretaria Ambra Cristal, femme fatale del film, andò a una giovanissima Halle Berry.
E poco importa che il film su Rotten Tomatoes sia ancora oggi catalogato come un disastro di proporzioni bibliche. Come diceva il saggio Maccio Capatonda nel trailer di Italiano medio, “a me che ca**o me ne frega a me”. I Flintstones è un film da guardare con fascino fanciullesco, un giocattolone hollywoodiano che centra il bersaglio e lo fa divertentosi e divertendo. Del resto, parliamo di un’epoca nella quale i critici riuscirono pure a stroncare l’esilarante Dracula morto e contento di Mel Brooks, dunque non posso fare altro che contraddirli con cognizione di causa.
Cara Universal, è ora di una bella riedizione de I Flintstones, film che ancora oggi regge benissimo il peso degli anni grazie a una leggerezza e un divertimento di fondo che lo rendono godibile oltre ogni limite. A patto ovviamente che dimentichiate cosa è accaduto dopo: il successo del film generò quella schifezza intitolata I Flintstones in: Viva Rock Vegas, uno degli incubi nelle vite di molti…
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