A cura di M. Righini
Due anni e mezzo fa, mese più mese meno, Spider-Man era fuori dal Marvel Cinematic Universe. I Marvel Studios e Sony andarono incontro a uno strappo, una rottura creativa (ed economica), con conseguente allontanamento delle due parti e l’addio di Spidey al mondo degli Avengers, pronto a vivere in solitaria le proprie avventure.
Un addio durato poco. Dopo poco più di un mese di trattative e ripensamenti, con una grossa fetta di fan che vedeva in Sony la principale colpevole di questo divorzio e prometteva di boicottare i futuri film di Spider-Man, Bob Iger e Tom Rothman si strinsero la mano mettendo da parte le divergenze e dando nuova linfa all’accordo epocale siglato per la prima volta all’inizio del 2015. Bene, ma a cosa ha portato tutto questo trambusto con ritrovata pace?
Ha portato a questo, a Spider-Man: No Way Home. Il film più discusso del 2021, superato solo da Zack Snyder’s Justice League (probabilmente in relazione alla continua campagna #RestoreTheSnyderVerse messa in atto dai fan), e che ha fatto parlare di sé come mai prima d’ora era stato in grado di fare un film dedicato all’Arrampicamuri della Marvel. “Sarà l’Avengers: Endgame di Spider-Man”, così lo ha definito alcuni mesi fa il regista Jon Watts, lasciando intendere che l’esperienza sarebbe stata epocale per tutti i fan. Passando per trailer che si sono fatti attendere come la seconda venuta del Messia, rumor per quasi un anno, campagne promozionali martellanti e leak trafugati da ogni dove, alla fine siamo sopravvissuti al comprensibile hype per il film, specie per chi è un grande appassionato del personaggio, e abbiamo finalmente assistito allo scontro tra Spider-Man e villain provenienti da altri universi, in un’operazione che sa di nostalgia ma anche di fondamentale tassello per la crescita dell’ormai ex “bimboragno” del MCU.
Non si può dire che la Marvel abbia lasciati i fan a bocca asciutta quest’anno, siamo stati inondati di miniserie quali WandaVision, Loki e l’ancora in onda Hawkeye. Abbiamo salutato Black Widow e abbiamo conosciuto Shang-Chi e gli Eterni, ma la nostalgia della vecchia guardia si faceva sentire, soprattutto del più piccolo, il giovane Peter Parker (Tom Holland), che abbiamo lasciato mentre si trovava in una situazione a dir poco scomoda, con la faccia di J. Jonas Jameson (J. K. Simmons, l’incredibile primo grande ritorno dal passato) sullo schermo di un grattacielo che annunciava in diretta a tutto il mondo la sua vera identità, scoperta grazie all’ultimo sgarro di Mysterio (Jake Gyllenhaal)
In questa pellicola ritorna la storica diatriba Peter Parker aka Spiderman contro J. Jonas Jameson, che fa di tutto per smascherare e screditare l’uomo ragno, facendolo passare per il cattivo invece dell’eroe. L’opinione pubblica si divide appena scopre il vero volto di Spider-man, la sua identità, il suo background. Peter Parker non è affatto contento della fama mondiale, e spera di tornare a poter agire nell’anonimato, godendosi la privacy e del tempo con MJ (Zendaya), con cui aveva appena iniziato una relazione.
Come fare a eliminarsi dalla memoria del mondo intero? Semplice, andando a chiedere aiuto al più grande stregone contemporaneo in vita, nonché ex compagno di battaglie di Spiderman in Infinity War e Endgame, Doctor Strange (Benedict Cumberbatch).
Da qui iniziano i veri problemi, un incantesimo di cui Strange perde il controllo (proprio a causa di Peter, che si intromette) darà inizio al più volte accennato Multiverso, di cui si è già visto l’inizio nel già citato Loki, e di cui la pellicola animata “Spider-Man: Un nuovo universo” aveva dato un assaggio, mostrando un mondo in cui diverse versioni di Spiderman provenienti da universi alternativi si riunivano, per combattere un nemico comune.
Il trailer ha sapientemente alzato le aspettative dei fan, specie quelli di vecchia data che seguono il franchise di Spider-man dall’inizio, mostrando il ritorno di alcuni grandi, grandissimi personaggi, tutti scaraventati nell’universo di Holland.
Già intravisti nel trailer, i tentacoli meccanici del Doctor Octopus (Alfred Molina) e le bombe-zucche di Goblin (il magistrale Willem Dafoe, che sembra non essere mai uscito dai panni del folletto verde) hanno portato su un nuovo livello questo film. L’unione di passato e futuro rappresenta il successo di questa pellicola, mettere insieme i personaggi dei film di Sam Raimi e Marc Webb con questo nuovo Spider-man di Watts gli conferisce una marcia in più, il passato del franchise viene valorizzato e sfruttato invece di venire rinnegato dalle nuove versioni, come di solito capita.
Disclaimer – non si confermerà né negheremo la presenza di altri personaggi rumoreggiati nei mesi all’interno del film – come sempre, i rumor non ci hanno preso su tutto, e dunque occhio alle aspettative come predicava Kevin Feige alcuni mesi fa; fatevi un favore ed evitate gli spoiler, vi godrete molto di più la visione del film.
Come detto, questa pellicola si può considerare il più alto momento nella storia della filmografia di Spider-man fino ad ora. Un connubio di tentativi passati, di saghe interrotte, quali quelle di Maguire e Garfield, unite al promettente futuro dello Spider-man di Tom Holland. Il film unisce finalmente e una volta per tutte i fan del passato ai fan del futuro, ponendo fine agli sciocchi quesiti quali chi sia lo spider-man migliore. I film del passato sono qui conclusi una volta per tutte, e l’eredità di Spiderman è messa ufficialmente nelle mani di Holland. È un grande evento, un grande punto di chiusura ma anche di partenza, che darà l’occasione a Holland di proseguire la strada di Spider-man, finalmente slegato dall’eredità ricevuta per l’essere stato parte degli Avengers. Se Iron Man era stato un po’ lo Zio Ben di questa versione di Peter Parker, la sua morte è stata affrontata e superata nel capitolo precedente, Far from Home, e ora Peter può finalmente crescere e diventare lo Spider-Man che era destinato ad essere, in cui Tony aveva visto tutto quel potenziale. Ritroviamo ovviamente dei riferimenti agli Avengers e a Tony, la tecnologia Stark che incontra il genio acerbo ma promettente di Peter è un elemento fondamentale per questo Spider-Man.
Nonostante la situazione pesante, decisamente difficile da gestire, del ritrovarsi col proprio universo pieno di arcinemici di altri spiderman, lo Spidey di Tom Holland non fa mancare l’umorismo tipico del personaggio. Immancabili gli stacchetti tra lui e Ned Leeds (Jacob Batalon) o MJ, che cercheranno di aiutarlo anche in questa situazione decisamente più grande di loro. Immancabile il personaggio di Happy (Jon Favreau), già diventato parte consolidata della famiglia di Spiderman nel capitolo precedente, sia per il suo aiuto a Peter che per la vicinanza a Zia May (Marisa Tomei).vanno spese due parole su di lei, in questo film zia May ha un ruolo mai visto prima, si dimostra forte e in grado di essere una guida per Peter, ispiratrice di validi principi morali, al pari dei già visti zio Ben.
Saranno presenti dei cameo importanti, alcuni già ipotizzati nelle teorie dei fan, e fa anche ritorno la dimensione specchio in una scena dalla cgi usata a livellu altissimi.
Ciò che sbalordisce in questo film sono i costanti cambi di prospettiva, i ruoli si invertono come mai prima, si creano dei nuovi interogativi e delle nuove alleanze, a cui non si sarebbe mai pensato. L’impegno messo in questo film, sia da parte del registra, degli sceneggiatori, sia da parte degli attori, è tale da risultare commovente. Troviamo un tom holland cresciuto sia nel fisico vhe nella maturità, che traspare dalla sua interpretazione. Il carico di emozioni è incredibile, una sorpresa tira l’altra.
C’è però spazio anche per i dolori, che da sempre caratterizzano la storia del personaggio. In questo film, Spider-Man non combatte solo gli arci nemici, ma tutto il mondo, che è contro di lui. Ha bisogno di aiuti inattesi, ma una cosa è chiara: Peter Parker non può avere tutto, non può essere un ragazzo qualunque e anche un eroe, dovrà scegliere. Lo Spiderman di holland deve ancora capire che Da un grande potere derivano grandi responsabilità.
In generale il film è molto meno d’azione di quanto ci si aspetterebbe, è invece molto complesso (più di quanto ci si aspetterebbe da un film di Spider-Man), speso quasi tutto nella ricerca di una soluzione ai problemi che continuano a crearsi. Le lotte acrobatiche tipiche di spiderman tuttavia non mancano, con le coreografie aeree tipiche di questo franchise che raggiungono nuove vette.
La trepidante attesa per questo film non permette di stare fermi sulla sedia. Ci saranno momenti che faranno alzare le urla in sala, altri che faranno forse uscire qualche lacrima. Di certo usciti dal cinema non ci si sentirà quelli di prima, ma dei fan arricchiti da questo grande regalo che è questo film. È lo Spider-Man dalla durata più lunga, ben 2 ore e 28 minuti, com’era stato precedentemente annunciato, ma la pellicola è un susseguirsi di avvenimenti, di ritorni importanti, e il tempo in sala si altera. Senza accorgersene di arriva ai titoli di coda e alle sconvolgenti due scene post credits (immancabili, sapete che ci saranno, quindi non alzatevi da quei sedili).
Questo film ha creato un’enorme aspettativa, si prevede già un botteghino da record, segnando il miglior primo giorno di prevendite, secondo solo ad Avengers Endgame. Il risultato è stato un un vero e proprio assalto alle prevendite allo scoccare di mezzanotte di lunedì, che ha mandato in tilt i siti incaricati di vendere i biglietti per le proiezioni di questo primo weekend. Chi è stato così fortunato ad aggiudicarsi il proprio biglietto avrà il piacere di uscire dal cinema con le gambe molli, il cuore a mille e la testa piena di nuove aspettative per quello che ci aspetta in futuro, tanta, tanta roba.
Il grande successo di questo film era quindi nell’aria già da tempo, e le aspettative non hanno fatto che crescere nell’attesa. Il risultato? Le aspettative sono state completamente soddisfatte.
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