Home Cinema Dampyr, un anno dopo: l’Italia che ha provato a sognare in grande (con un cinecomic)

Dampyr, un anno dopo: l’Italia che ha provato a sognare in grande (con un cinecomic)

Se ci provano la Marvel, la DC, persino la Universal con il purtroppo abbattuto sin da subito Dark Universe, per quale motivo non dovrebbe provarci anche l’Italia? La formula è abbastanza semplice: si prende un fumetto, lo si porta sul grande schermo, e si prova a imbastire la base per una storia più ampia. Questo è quello che Dampyr ha provato a fare nel 2022, riuscendoci però a metà.

Disponibile (finalmente) da alcuni giorni in DVD e Blu Ray, il film diretto da Riccardo Chemello e ispirato all’omonimo fumetto Bonelli creato nel 2000 da Mauro Boselli e Maurizio Colombo è diventato realtà ormai un anno fa grazie a Eagle Pictures, che ha creduto molto nel progetto. La casa editrice Bonelli ha deciso di spingere sull’acceleratore, ambire a grandi sogni e sfidare soprattutto lo strapotere dei fumetti americani (più Marvel, in generale) in un campo che ormai da 15 anni è il genere dominante del cinema d’intrattenimento.

La trama, come l’opera originale, ruota attorno ad Harlan Draka (Wade Briggs), le cui discendenze a metà tra vampiro e umano lo rendono quasi unico in un mondo oscuro, in cui creature sovrannaturali minacciano costantemente l’umanità. L’uso di elementi mitologici e sovrannaturali garantisce una ricca base per la narrazione, m il film, purtroppo, più va avanti, più si perde. La sceneggiatura ricorre troppo spesso a cliché fin troppo abusati nelle parabole degli antieroi, che partono come personaggi potenzialmente interessanti e finiscono invece col creare situazioni già viste e spesso poco chiare, contraddicendo la natura di alcuni volti apparsi nel corso della pellicola.

Almeno in parte, questo difetto non da poco viene mitigato dalle prove attoriali. Briggs si immedesima bene in Harlan Draka, incarnando il protagonista con un solido mix di cinismo e vulnerabilità, grazie alla sua doppia natura. Anche i comprimari, a partire da Stuart Martin e Frida Gustavsson, si caricano sulle spalle il peso di mantenere avvincente la narrazione e soprattutto l’attenzione del pubblico, che in certi frangenti, vista anche la diffusa debolezza dello script, rischia di vacillare prepotentemente.

Sebbene Chemello faccia un ottimo lavoro nel catturare l’essenza gotica dei fumetti di Dampyr, con atmosfere cupe e luoghi misteriosi resi in modo convincente, è infatti la sceneggiatura a perdersi, mancando di far emergere quella complessità e profondità dei personaggi che certamente avrebbe fatto bene al film. Per chi non ha familiarità con il franchise, risulta difficile instaurare un rapporto di fiducia, o un semplice legame con i personaggi che interagiscono a schermo. È un peccato: sembra quasi che Bonelli abbia voluto dedicare questo film esclusivamente ai fan, senza pensare a un visione più ampia.

Sul fronte tecnico, per fortuna, Dampyr si esalta. Le creature sovrannaturali, in particolare i vampiri, sono resi in modo impressionante con makeup e CGI di alta qualità, e gli effetti speciali garantiscono un’atmosfera inquietante e tenebrosa. La colonna sonora, composta da Stefano Lentini, si adatta perfettamente al contesto horror sovrannaturale, proponendo anche qualche brano davvero riuscito pur non confermando una qualità costante in tutto il suo lavoro. Ma di fronte a un’opera tanto complessa quanto ambiziosa, è un primo step molto inoraggiante.

Dampyr ci ha provato. Bisogna dargliene atto. Ci ha provato e, a conti fatti, è andata meglio di quanto si potesse aspettare da un prodotto del genere arrivato soprattutto da una produzione, quella nostrana, che non è certo esperta in questo settore. Non è privo di difetti, a partire dalla sceneggiatura eccessivamente annacquata e banalotta, ma l’azione, l’avventura e l’horror sovrannaturale sono un interessantissimo biglietto da visita per chi vuole immergersi in questo universo. A patto di informarsi di più, ovviamente.

Dampyr - Bd + card
  • Dampyr - Bd + card
  • Wade Briggs, Stuart Martin, Frida Gustavsson, David Morrissey (Attore)

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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