Dracula Untold, ecco come si fa… ma a fare cosa? Semplice, ecco “come si fa” a creare un film di successo partendo da idee del passato.
“Tutto è già stato fatto” questa la verità che perlomeno in questi anni caratterizza gran parte delle produzioni cinematografiche, musicali e artistiche in genere. Non sappiamo se questo sia vero o se sia solo una parentesi temporanea dell’epoca in cui viviamo. Certo è, però, che siamo stati più volte rimasti ingannati da recenti produzioni che hanno distrutto qualcosa di bello o che, perlomeno, aveva del fascino.
Il mondo del cinema -e non solo- è pieno di risultati scadenti e di flop colossali: tanto per citarne uno Superman Returns del 2006. Ma non siamo qui per parlare di questi. Si perché dopo Maleficient e la trilogia de il Cavaliere Oscuro possiamo aggiungere anche “Dracula Untold” alle rivisitazioni riuscite.
Probabilmente avrò una visione distorta del concetto di “eroe”; fin da piccolo leggendo fumetti e guardando film sugli eroi (Batman, Superman, Hercules etc) mi appassionavo nel cercare di conoscere un determinato personaggio.
Cosa spinge un miliardario a mascherarsi da pipistrello?
Questo film risponde ad un quesito simile: Chi era Dracula prima di diventare il principe delle tenebre? Cosa lo ha spinto a diventare quello che “è”?
Simile, si perché stiamo parlando comunque del capostipite dei vampiri quindi sicuramente non si tratta di un eroe, forse.
[Attenzione, da qui l’articolo contiene spoiler]
Il film si apre con il racconto dell’infanzia del principe Vlad prima che a questo nome venga associato l’aggettivo “impalatore“. Il padre, lo spedì, quando era appena un ragazzo, per servire nelle fila dell’impero turco, in segno della sua obbedienza. Così come lui, centinaia di altri ragazzi vennero mandati a combattere nelle fila dell’esercito turco. E’ proprio durante gli anni di guerra e conquista che il principe divenne “l’impalatore“: la sua abilità in battaglia era infatti nota a tutti fin tanto che in alcuni casi, anche solo la pronuncia del suo nome faceva arretrare l’intero esercito nemico.
Dopo anni sanguinosi, Vlad decise di tornare a casa per regnare sul suo popolo. Nel cercare di mantenere la pace però, succede l’impensabile. L’impero turco minaccia di nuovo la Transilvania e richiede altri mille giovani tra cui il figlio del principe a servizio.
A corto di uomini e di risorse, dopo aver tentato tutto, Vlad decise di tornare in una grotta dove giorni prima aveva incontrato una strana creatura, una creatura maligna.
Il principe, consapevole della tremenda piaga che lo avrebbe afflitto decise di seguire le indicazioni della creatura che altri non è era che un demone (o un vampiro, o il diavolo stesso, questa ambiguità va risaltata come dopo spiegherò). Fu così che divenne un vampiro. Potente di notte, quanto fragile di giorno: Egli riuscì a eliminare le prime truppe inviate dall’imperatore turco. Nella battaglia finale, dopo aver dimostrato al suo popolo, oramai stremato, la sua natura oscura -nonostante avesse cercato di tenerlo nascosto-, Vlad richiamando le creature della notte (pipistrelli) affronta con successo un imponente esercito che marciava sul monastero in cui lui e il suo popolo si erano rifugiati.
Quando tutto sembra volgere per il meglio scopre di esser stato ingannato: i nemici avevano infatti rapito suo figlio e, di fatto, ucciso sua moglie.
Accecato dal dolore e con il consenso della moglie si condanna per l’eternità. Sarebbe tornato umano, se non avesse bevuto sangue umano. Senza i poteri da vampiro però non sarebbe mai riuscito a salvare suo figlio.
Fu così che il principe completò la trasformazione bevendo i sangue della moglie morente e trasformò tutti i superstiti dell’attacco a sorpresa dei turchi. Dracula guidò il suo nuovo esercito di vampiri sotto un cielo grigio e carico di vendetta verso l’accampamento nemico. Dopo aver salvato suo figlio dalle grinfie del sovrano turco, uscendo dalla tenda reale, si imbatte nei suoi sudditi, oramai vampiri senza scrupoli. Quelli che fino a poco fa erano i suoi alleati ora sono suoi nemici: il richiamo del sangue è troppo forte. Sembrano non esserci vie d’uscita ma un sacerdote conosciuto da Vlad riesce a salvare l’erede al trono facendosi scudo con una croce sacra (come sia arrivato all’accampamento il sacerdote resterà un mistero).
Vlad nel pieno delle sue facoltà oscure, condanna se stesso e il suo esercito di vampiri alla morte, aprendo il cielo denso di nuvole sopra di se. Tutti i vampiri ardono alla luce del sole. Infine il principe viene salvato da quello che si definisce “suo servo”, già incontrato nel susseguirsi degli eventi. La scena si riapre in quelli che sembrerebbero essere i nostri giorni, quando Dracula incontra quella che è la re-incarnazione della sua amata.
Analizziamo il film
Luke Evans, scelta azzardata quanto azzeccata per il protagonista di questo film. Non è la prima volta che L. E. stupisce: mi aveva già colpito anche nel recente film “Lo Hobbit: La desolazione di Smaug” e anche li ero rimasto sorpreso dalla sua interpretazione. In questa pellicola Luke Evans riesce a filtrare il pathos che un principe che si sacrifica per la propria famiglia e il proprio popolo deve trasmettere. Serio e determinato quanto oscuro dal “look dark”.
Favoloso Charles Dance, uno dei cattivi migliori di sempre. Gli altri attori invece non mi hanno entusiasmato. Specialmente la scelta dell’antagonista: Dominic Cooper non rispecchia a mio avviso un cattivo degno del principe Vlad. Regia, fotografia e colonna sonora non saranno da Oscar ma sono ben amalgamate e tutto sommato riescono in un buon prodotto. Ho sentito la mancanza di “larghe”; mancano a mio avviso inquadrature ampie che rendano conto del paesaggio e del contesto in cui ci si trova. Fondamentalmente si vede solo l’abbazia, il castello, la montagna della creatura e l’esercito dall’alto. Tolto questo aspetto semplice quanto fondamentale in una pellicola di questo genere passiamo ai pregi.
Gradevole la rivisitazione del conte Vlad (conte o principe?) come “martire” più che come semplice cattivo da favola. Ho sempre avuto l’impressione che il mondo non fosse tutto bianco o tutto nero, ma che ci fossero moltissime sfumature di grigio e questo film rappresenta questo concetto. Vlad è diventato il cattivo da tutti conosciuto per poter salvare il suo popolo.. non è poi così male!
Per quanto questa rivisitazione mi piaccia, credo sia stata un po’ troppo “esagerata”. Si perché, per quanto il sacrificio e l’amore per la famiglia e le proprie origini siano importanti, Vlad è un cattivone, perbacco! Avrei preferito un “Dracula meno chirichetto”, perlomeno dopo la morte della moglie o la “perdita” del figlio.
In ogni caso il principe Dracula mi ha colpito in questa veste un po’ come mi stupì il Cavaliere Oscuro di Nolan, specialmente nel secondo capitolo della trilogia, quando l’eroe non doveva necessariamente essere considerato tale ed amato per difendere Gotham. Al contrario poteva sopportare il peso di essere odiato anche da coloro che difendeva.
Lo stesso tratto lo ritroviamo, a mio avviso, in Dracula Untold: considerato un mostro dal suo popolo, un cattivo dal mondo intero quando in realtà si sacrificò per la propria gente. Stiamo parlando di un racconto, una leggenda, ma in un periodo come questo dove la scarsità di idee regna sovrana è bene sottolineare tratti distintivi.
Un altro aspetto degno di nota è l’ambiguità dietro alla creatura: dopo aver trasformato Vlad può uscire alla luce del giorno e restare indenne, sopravvive nel corso dei secoli e lo osserva. Viene presentato come un umano che venne impossessato da un demonio, ma si comporta come un semplice vampiro nonostante appaia come molto di più. Si ha la sensazione infatti che nasconda molto più di quello che appare. Questa ambiguità è una caratteristica affascinante e che, accollata ad un personaggio malvagio, trovo geniale; dopotutto il male ci spaventa perché non sappiamo in che forma possa presentarsi.
In conclusione il film, sicuramente non vincerà degli Oscar, ma non è il classico Dracula e questo va premiato! Consigliato (trailer).
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