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Il Migliore dei Mondi di Maccio Capatonda, un film che deve far riflettere

Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, è tornato sul grande schermo con il suo nuovo film “Il Migliore dei Mondi“. In realtà non proprio sul grande schermo ma sugli schermi di tutti gli abbonati ad Amazon Prime Video, che ha avuto l’esclusiva sulla distribuzione.

Come il buon Maccio ci ha ormai abituati, anche il Migliore dei Mondi rappresenta un tipo di sarcasmo ed ironia che presenta sempre un fondo di verità e una critica alla società di cui tutti noi facciamo parte. In effetti, i film del comico riescono sempre a colpire lo spettatore, rappresentando semplicemente quella che è la realtà dei fatti.

In Italiano Medio, ad esempio, vi era una forte critica a quelli che sono gli usi e i costumi dell’italiano medio, per l’appunto. Stesso discorso dicasi per Omicidio all’Italiana, in cui invece l’autore voleva mettere in risalto lo sciacallaggio dei media.

Con Il Migliore dei Mondi, Capatonda ha voluto affrontare il tema della tecnologia e il modo in cui essa ha influenzato il nostro stile di vita, rendendoci, solo apparentemente, più sicuri e pronti a tutto. Si tratta di un film che fa e deve far riflettere e ora vi racconteremo i motivi di ciò.

Universo distopico…oppure no?

La trama racconta la storia di Ennio Storto, una persona comune che conduce una vita del tutto normale, con il suo lavoro da informatico che trascorre le sue giornate in maniera del tutto abitudinaria. Ogni azione della sua vita è dettata dall’aiuto della tecnologia (serrande automatiche, Alexa per fare la macchina del caffè, social per trovare l’avventura sessuale di turno, google maps per arrivare a lavoro).

Tutto cambia quando Martina, una ragazza conosciuta qualche sera prima in discoteca, gli porta un vecchio modem da aggiustare. Mentre sta provando ad aggiustare l’apparecchio, Ennio viene catapultato in un universo alternativo, in cui la tecnologia che tutti noi siamo abituati ad utilizzare non esiste più. Ciò a causa del Millenium Bug verificatosi nel 2000 che ha comportato un blocco della tecnologia, rimasta ancorata a quella degli anni ’90.

Ecco che quindi Ennio deve abituarsi a vivere una vita nuova, senza tutti quegli apparecchi che gli hanno semplificato la vita. L’uomo è un pesce fuor d’acqua e non riesce a vivere in questo universo “distopico“, salvo poi accorgersi, da qui alla fine del film, che vivere senza tecnologia non è più così male.

Nel corso della storia, a sistemare le cose, apparirà anche un personaggio molto noto, di cui però abbiamo deciso di non parlarvi per non rovinarvi la sorpresa.

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Programmare o improvvisare?

L’universo in cui viene catapultato Ennio rappresenta il mondo che molti di noi ha vissuto negli anni ’90: Dvd a noleggio da Blockbuster, Nokia 3310, cartine geografiche per orientarsi, nessun assistente tecnologico in casa, nessun social network. Un mondo che per noi rappresentava la normalità ma che probabilmente ci causerebbe lo stesso stato di smarrimento provato da Ennio nel caso in cui dovessimo tornarci.

La tecnologia si è infatti impossessata della nostra improvvisazione, rendendoci dei programmatori seriali, in cui tutto passa per un’app o per un apparecchio tecnologico. L’avanzamento tecnologico ci ha resi più sicuri, ma solo apparentemente. Senza un telefonino o una connessione online saremmo dei pesci fuor d’acqua, proprio come il buon Ennio.

La verità è che non siamo più in grado di vivere veramente, ma solo di apparire e mostrare agli altri che la nostra è una vita migliore. Adesso siamo abituati a cenare in ristoranti che hanno 5 stelle su tripadvisor, ovviamente dopo aver controllato le foto di tutti i piatti proposti dal menù. Siamo abituati a stalkerare tutti i profili della persona che ci piace, senza pensare che potremmo semplicemente parlarci per conoscere i suoi interessi.

Non siamo più in grado di vivere il presente, di improvvisare, di scoprire. Ogni nostro passo deve essere dettato da qualcosa di sicuro, da una strada vista su Google Maps, da una recensione rilasciata da un’altra persona. Insomma, non ci rendiamo conto che la nostra sicurezza è solo fittizia. Senza tecnologia siamo degli eterni insicuri, dimenticandoci che per gran parte delle nostre vite (parlo ai più anziani) abbiamo vissuto in un mondo in cui non vi era nulla di tutto ciò. Eppure siamo arrivati fin qui!

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Qualcuno prima di me era solito dire “Carpe Diem“, locuzione latina che può essere tradotta con l’espressione italiana “Cogli l’attimo“. Attimo che probabilmente sarà sempre più difficile da cogliere considerando che saremo in attesa di ricevere una risposta dalla nostra fidata app di turno.

Ecco spiegato quindi perchè Il Migliore dei Mondi è un film che deve essere visto da tutti. Siamo delle persone senzienti e non dovremmo affidarci solo ed esclusivamente a ciò che la tecnologia ci propone.

A nostro avviso Maccio Capatonda ha fatto nuovamente centro, trattando una tematica di rilevanza su cui spesso non riflettiamo abbastanza. Ovviamente non siamo scesi nei dettagli della trama per evitare spoiler né tantomeno abbiamo voluto dare un giudizio sulla riuscita del film in se per sé.

Quello di cui volevamo parlarvi era il tema trattato e la genialità con cui l’attore ha voluto raccontarlo.

 

 

 

Scritto da
Marco "Bounty" Di Prospero

Durante il giorno dipendente presso una società finanziaria. La sera nerd e videogiocatore. Per me l'intrattenimento videoludico è una forma d'arte grazie alla quale poter fantasticare e staccare la spina dallo stress giornaliero. Cresciuto a suon di Mortal Kombat, Metal Gear Solid e Resident Evil.

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