Ne è passato di tempo da quando Robert Downey Jr., nel 2008 con Iron Man, aprì la strada al Marvel Cinematic Universe. Ed è passato anche molto tempo da quando il vero artefice della guerra messa in atto da Loki in The Avengers e da Ronan contro Xandar in Guardiani della Galassia si è fatto vivo per la prima volta, nel 2012, con una timida scena dopo i titoli di coda che apriva ai sogni e le speranze dei fan. Quelle speranze divengono realtà oggi, 25 aprile 2018, il giorno in cui cioè Thanos giunge sulla Terra per sfidare gli Eroi più Potenti della Terra. È il giorno di Avengers: Infinity War.
Il nuovo film del MCU diretto da Joe e Anthony Russo è un immeso inno a tutti quelli che sono stati i primi 10 anni dei Marvel Studios, un’opera maestosa, un cinefumetto come probabilmente non se ne sono mai visti prima. La necessità di dover gestire una schiera talmente grande di eroi, tra i quali troviamo Iron Man, Steve Rogers, Vedova Nera, Visione, Wanda Maximoff, Spider-Man, Stephen Strange, i Guardiani della Galassia al gran completo, viene trasformata in un punto di forza nel momento in cui i due registi decidono di farci capire che tutti loro ruotano intorno a quello che è il vero protagonista di Avengers: Infinity War: Thanos, il matto titano, a caccia delle ormai celebri Gemme dell’Infinito e del potere assoluto.
Supervillain di questa Fase 3, Thanos è onnipresente per buona parte del film, trasmettendo tutto il suo potere ad uno spettatore che pare impaurito e indifeso nel trovarsi di fronte ad un essere talmente potente, proprio come gli eroi che tutti noi conosciamo. Le sue motivazioni, che lo spingono ad atti estremi e che lo hanno accompagnato in una vita di sofferenza, possono addirittura far vacillare il pensiero di chi cerca una netta linea di demarcazione tra il bene e il male. No, Thanos non è un villain. O meglio, non è solamente un villain. Non è un Loki della situazione che vuole conquistare la Terra, non è un Ultron della situazione che vuole estinguere gli umani. Thanos è Thanos, non c’è nessuno come lui, con la sua risolutezza, la sua fermezza, ma anche il suo dolore. Josh Brolin riesce a dare vita, con una straordinaria CGI che lo trasforma nel matto Titano, ad un personaggio incredibile, in quella che è un’avventura come mai se ne sono viste nella storia dei cinefumetti. Una storia di coraggio, di lotta, di paura, che a ritmi elevatissimi parte da subito senza mai arrestare la propria corsa.
E allora facciamo un applauso ai fratelli Russo, che dopo aver risollevato la saga di Captain America hanno dato vita ad un film dalle proporzioni epiche, un’impresa che pareva da alcuni disperata e che invece si è rivelata un totale successo di fronte ai nostri occhi. Un applauso agli sceneggiatori, Stephen McFeely e Christopher Markus, che hanno saputo dare il giusto peso, la giusta importanza e il giusto minutaggio alla foltissima schiera di supereroi, ai quali si sono aggiunti gli interessanti (ma non sempre carismatici) membri dell’Ordine Nero di Thanos, creando un equilibrio davvero perfetto mischiando squadre come era possibile fare in precedenza solo nella propria immaginazione. Un applauso all’intero staff, agli attori, a tutti coloro che hanno permesso di dare vita ad Avengers: Infinity War, un film che non smette mai di sorprendere nelle sue 2 ore e mezza circa di durata, regalando easter egg, citazioni, apparizioni al limite dell’incredibile. Di tutto di più.
Avengers: Infinity War è il film che tutti si aspettavano e volevano. Thanos ha fatto centro. Signore e signori, Avengers: Infinity War è un successo su tutta la linea. Si ride di e con gusto, scherza, spaventa, fa piangere. Tutto al punto giusto.
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