Se Frozen, nel 2010, aveva (largamente) rivisitato la fiaba di Andersen La regina delle nevi, questo secondo capitolo, a quasi 10 anni dal precedente, se ne allontana ancor di più e si pone quasi come un’opera originale in ogni suo dettaglio, un rinnovamento dello spirito del primo film senza però dimenticare le proprie origini e riprendendone alcuni temi importanti.
Al centro di Frozen 2 – Il segreto di Arendelle ci sono ovviamente ancora Elsa e Anna, sorelle e sovrane del regno, che questa volta devono fare i conti con qualcosa di sovrannaturale al di fuori della loro portata. Se nel primo capitolo Elsa si spingeva oltre i propri limiti e le proprie catene per affrontare il suo potere, questa volta entrambe hanno a che fare con eventi inspiegabili che arrivano da un passato lontano, che in tutto questo svolge anche un importante lavoro di intreccio narrativo approfondendo l’intera mitologia del mondo di Arendelle.
Frozen 2 è il prosieguo del percorso di crescita di Elsa e Anna, che nel corso della storia, più studiata rispetto ad un primo film molto lineare, continuano il loro percorso verso la scoperta della vita, delle debolezze, delle passioni e del coraggio, che a dire il vero non manca a nessuna delle due. Condito da animazioni davvero mozzafiato come ormai Disney ci ha abituato nei suoi lungometraggi, il film mette in piena mostra la potenza di Elsa e delle sue straordinarie abilità glaciali, ma questo non vuol dire che Anna e gli altri comprimari siano da meno. Seppur privi della stessa capacità della sorella, Anna ha ben altri “poteri”, come una enorme carica emotiva che continuerà a trascinarla, e a trascinarvi, lungo tutto l’arco narrativo.
Non può ovviamente mancare la vena comica del film, consegnata nelle mani della solita e solida accoppiata Kristoff/Sven e, naturalmente, di Olaf. Il simpatico pupazzo di neve, in italiano doppiato ancora una volta da Enrico Brignano, ruba letteralmente la scena in più di un’occasione, dimostrando che il tempo è passato sia nel nostro mondo che ad Arendelle ma senza dimenticare la sua sana e inossidabile ingenuità. Un saggio, a tratti. Ma anche un dolce bambino curioso del mondo. Più spenti invece i nuovi personaggi secondari, relegati a comparse più o meno ricorrenti che hanno però un peso minimo nella storia. Del resto, Frozen 2, così come il suo predecessore, è la storia di Elsa e Anna, e della loro nuova vita dopo il triste addio ai genitori, e dunque è naturale che venga dato molto più spazio alle due forti figure femminili.
C’è però un aspetto che è impossibile non considerare, quando si parla di Frozen. Il primo film divenne un clamoroso successo mondiale, tanto da spingere Elsa e Anna in altri franchise come Ralph Spacca-Internet e Once Upon a Time in pochissimo tempo, anche e soprattutto grazie alla canzone Let It Go, uno dei numerosi brani all’interno del lungometraggio animato. Ebbene, c’è qualcosa della stessa potenza di Let It Go anche in Frozen 2? Probabile, se devo essere sincero. Senza anticiparvi nulla, ho trovato un paio di brani papabili come “nuovo” Let It Go, ma è anche vero che solo il tempo ci dirà se le canzoni avranno il suo stesso straordinario impatto. Quel che è certo però è che tutte le canzoni, anche grazie allo splendido doppiaggio italiano, sono decisamente piacevoli all’orecchio. Forse, e questa è l’unica nota stonata – l’avete capita? Canzoni, nota stonata… – il film esalta troppo se stesso nel primo quarto d’ora, proponendo una carrellata continua di canzoni. Ok il musical animato, ma è un forte sbilanciamento con ciò che viene dopo.
Frozen 2 – Il segreto di Arendelle non è migliore del suo predecessore, ma neppure peggiore. È un altro grande prodotto, un film più maturo rispetto al primo capitolo del 2010, rivolto ad un pubblico che nel frattempo è cresciuto ma che ha ancora, come ognuno di noi, una parte di anima rimasta bambino. Noi grandicelli, del resto, siamo proprio come Olaf: duri e saggi dall’apparenza, ma pronti a divertirci in ogni momento. Se siete amanti del primo film, non potrete non amare anche questo sequel.
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