In occasione del (terzo) revival di Futurama, che debutterà il 24 luglio con episodi inediti su Disney+, abbiamo deciso di ripercorrere alcuni dei migliori momenti che la serie comedy animata di Matt Groening ha saputo regalarci in tutti questi anni. Nel caso vogliate recuperare gli episodi su Disney+, abbiamo utilizzato per convenienza la suddivisione in stagioni adottata dalla piattaforma.
Futurama ci ha spesso abituati ad alternare grasse risate con momenti memorabili, capaci di toccare le corde giuste del cuore sprofondando nella malinconia. Matt Groening e il suo team lo hanno fatto a più riprese con I Simpson (parliamo delle prime stagioni ovviamente, prima del netto cambio di direzione), ma la serie futuristica ha sempre dimostrato di avere quel quid in più.
Il quadrifoglio, in questo senso, è un proverbiale pugno nello stomaco capace di arrivare persino agli amministratori della pagina Facebook “Il cinefilo nell’era dell’internet”.
Fry, nel futuro, è stufo di essere tormentato dalla sfortuna. Non sappiamo se questa sia determinata dalla sua innata goffaggine, o se si tratti davvero di una qualche avversione probabilistica agli eventi casuali in suo favore. Fatto sta che il buon Philip si ricorda della sua giovinezza a New York, nel XX secolo, quando un giorno, per caso, trovò un quadrifoglio a sette petali. Da quel momento, in qualche modo, la sua vita migliorò. Una sorta di vero e proprio talismano.
Tormentato dal fratello Yancy, geloso del quadrifoglio, Philip decise di nascondere il suo speciale portafortuna in un luogo noto solo a lui, che ora, nel futuro, si trova nel sottosuolo di New New York, tra i resti dell’antica metropoli. La voglia di ritrovare il quadrifoglio viene amplificata in Philip quando, dagli altri dipendenti della Planet Express, scopre che un certo Philip J. Fry è stato nel XXI secolo una delle persone più importanti al mondo, diventando anche il primo uomo su Marte.
La rabbia di Fry sale alle stelle, poiché convinto che suo fratello Yancy, da sempre invidioso del più piccolo in famiglia, gli abbia rubato non solo il quadrifoglio ma anche l’identità. Nell’episodio, che alterna sapientemente il passato e il presente come se ci trovassimo di fronte a una puntata di Lost, ci viene non solo ricordato che Philip aveva una vita, prima di Futurama, ma anche le sue difficoltà, un rapporto famigliare non sempre felice e spensierato come invece tutti dovrebbero avere, e un fratello a tratti davvero insopportabile.
Yancy, per tutto l’episodio, è il tipico ragazzino insopportabile che prendereste a sberle una giornata intera per vedere se cambia idea sulla sua utilità nel mondo. Eppure, è un suo famigliare, uno dei più stretti. Perché comportarsi così nei confronti del povero Philip, la cui unica colpa, se di colpa di può parlare, è quella di aver trovato un quadrifoglio a sette petali? Vista la lunghezza dell’episodio, neppure facciamo in tempo a elaborare risposte a queste domande. Il finale arriva così, a sorpresa, lasciando a bocca aperta Philip e al tempo stesso lo spettatore. Con una lacrima che scorre sul viso di entrambi.
La storia de Il quadrifoglio è toccante, è la rappresentazione stessa di quanto a volte sia difficile esternare un sentimento, dire anche solo un semplice ti voglio bene. O, ancor più semplicemente, di quanto la famiglia stia al di sopra di quelli che possono essere gli errori in gioventù. E la famiglia, a conti fatti, è proprio il simbolo dell’episodio, non il quadrifoglio.
Nel finale, al cospetto del cimitero dei grandi eroi della Terra, Fry viene investito da un’onda emotiva, di fronte alla verità: Yancy, dopo la scomparsa di suo fratello, ha deciso di chiamare suo figlio con il suo stesso nome, per tramandare l’amore che lui ha sempre avuto per Philip. Mentre Leela e Bender lo lasciano solo coi suoi pensieri, Fry trova un’ultima volta il suo quadrifoglio, lasciandosi andare a un pianto liberatorio dopo essersi reso conto di quanto Yancy, senza saperlo, fosse sempre stato importante per lui.
Il quadrifoglio, nella sua perfezione, porta proprio lì: la famiglia, l’unione, l’amore. E a non farsi scrupoli, nella vita, a far capire quanto teniamo a qualcuno, perché il tempo è poco e sempre tiranno. D’altronde si sa, quel qualcuno potrebbe sempre ribaltarsi da una sedia e finire in una capsula di ibernazione ritrovandosi nel 3000…
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