Gen V è proprio quello che sembrava sin dal suo esordio: giovani superdotati che si ritrovano in un mondo nel quale anche i poteri contano poco, lottando contro chi con astuzia e intelligenza cerca di imbastire progetti ben più gloriosi.
Il quinto episodio dello spin-off di The Boys cala l’effetto sorpresa e si prende una pausa, ma questo è giustificato per gli strani avvenimenti che coinvolgono l’intero gruppo di protagonisti. Ricordate tutto quello che è accaduto nei precedenti episodi? Bene, loro no.
Sam (Asa Germann) è l’unico a sapere cosa è successo a casa del dottor Cardosa (Marco Pigossi), ma per Emma (Lizzie Broadway) e Marie (Jaz Sinclair) non è niente più che un semplice sconosciuto, dall’aspetto inoltre abbastanza folle. Pur così, lo show riconferma ancora una volta che tra il fratello di Golden Boy e la ragazza capace di modificare le proprie dimensioni è scoccata una scintilla, ed è nato un legame che riesce ad andare oltre i poteri più oscuri. E i segreti più oscuri, a dirla tutta, perché è proprio in questo quinto episodio che Gen V fa capire che non avevamo capito niente.
Lo squilibrio mentale di Sam viene brillantemente messo in scena con una sanguinosa sequenza a base di pupazzi, a rimarcare quanto sia simile a Black Noir della serie principale. Che uno degli effetti collaterali del composto V sia proprio quello di far impazzire, chi più velocemente e chi meno? Ci vorrà tempo per scoprirlo, ma nel frattempo l’accademia dei superdotati si sta trasformando in un complotto sempre più articolato, nel quale il castello di bugie messo in piedi da chi lo sta architettando inizia a vacillare.
Siamo di fronte a un’altra puntata interessante al punto giusto per lo spettacolo, anche se il climax finale lascia a bocca aperta forse non per i giusti motivi. Ci sarà da attendere i futuri risvolti, per capire effettivamente la concretezza di questo impianto. Quel che è certo è che nel quarto episodio è mancato quell’elemento di rottura capace di rivitalizzare il tutto, come lo fu Tek Knight appena una settimana fa.
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