A volte non c’è bisogno di strafare, basta rendere le cose ordinarie un po’ più interessanti. Colin Farrell e Brendan Gleeson, sotto la supervisione di McDonagh, danno vita a uno spettacolo fatto di acqua e fuoco, amicizia e ostilità, sincerità e malizia, ma soprattutto tanta arte e semplice ma efficace bellezza.
Gli spiriti dell’isola ha ricevuto nove candidature ai premi Oscar 2023 e otto ai Golden Globe, non per caso. L’intesa tra i due attori e una sceneggiatura brillante, per tutta la durata di 114 minuti, rendono questo film uno dei più incantevoli prodotti cinematografici di questo periodo.
In tutte le sale italiane a partire dal 2 febbraio, Gli spiriti dell’isola è una di quelle pellicole che lasciano una parte di loro in ognuno di noi, anche dopo molto tempo.
Siamo ancora amici? – Trama e ambientazione
Ci troviamo nel 1923, in Irlanda, momento in cui il frastuono della Guerra civile entra a far parte della routine di ogni abitante del posto. Su una piccola isola al largo della costa occidentale, Pádraic conduce una vita umile, composta da momenti che si legano facilmente l’uno all’altro, in un ambiente in cui tutti si conoscono e raramente le cose cambiano.
Pádraic è solito fare delle brevi passeggiate con il suo amico di sempre, Colm, per dirigersi verso il solito pub in cui, ogni giorno, si ritrovano per bere una pinta in compagnia. Colm, tuttavia, smette all’improvviso di rispondere alle richieste dell’amico e decide di interrompere l’usanza.
Preso da mille pensieri e preoccupazioni, Pádraic si danna per tentare di comprendere perché la persona con cui ha sempre passato tutti i pomeriggi si sia stufato, di punto in bianco, di frequentare un uomo così buono e onesto.
I due protagonisti si ritrovano così a combattere una loro guerra, data da motivazioni che si scopriranno essere più profonde di quanto non possa sembrare. Pádraic, affiancato dalla sorella Siobhán e dalla sua asinella, viene ritratto in un quadro che, nella sua normalità, è dipinto in maniera geniale.
Anche se caratterizzata da molti colori freddi, classici di un periodo di guerra e cambiamenti, la pellicola presenta alcuni momenti di ardore e rabbia, che disegnano in maniera unica la fragilità, così come la forza, del rapporto di amicizia tra Pádraic e Colm.
La guerra siamo noi a farla
Siamo soliti, quando le cose vanno bene, fare qualcosa per far sì che vadano male. E se già vanno male, siamo ancora più bravi a peggiorarle ulteriormente. È una capacità riconosciuta in bene o male ognuno di noi, ed è forse uno degli elementi fondamentali per fare la guerra, quella vera.
Gli spiriti dell’isola è il racconto di un conflitto nel conflitto. Gli abitanti dell’isola vedono e percepiscono la terraferma, data la distanza, come un luogo tranquillo, che vive di ordinario silenzio e di straordinari acuti, quelli dei rumori della guerra. Allo stesso modo, l’intera comunità vive il conflitto tra i due protagonisti come un momento di straordinario fracasso, fatto di fuochi che si rincorrono in uno specchio d’acqua fermo, e destinato a concludersi, come tutti i conflitti, con una certezza: la guerra siamo noi a farla.
Gli spiriti dell’isola è una pellicola che merita di essere vista e vissuta per la sua sceneggiatura impeccabile, per un’interpretazione sublime e per la sua capacità di dipingere un quadro così semplice con tanta maturità.
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