Con l’arrivo di tutte le cinque stagioni di Fringe su Amazon Prime Video, abbiamo deciso di fare un piccolo salto nel passato e provare a selezionare quelli che sono i cinque migliori episodi della serie ideata da JJ Abrams.
Andata in onda dal 2008 al 2013, Fringe è una delle serie di fantascienza più apprezzate di sempre, ideata da JJ Abrams e scritta da Alex Kurtzman e Roberto Orci. Vista da molti come il successore spirituale di X-Files, la serie sci-fi non ottenne da subito un riscontro positivo, ma a partire dalla seconda stagione, con un più deciso cambio nella narrazione degli eventi e dei temi trattati, riuscì a convincere il pubblico di tutto il mondo diventando un cult della televisione.
La serie segue i casi dell’agente Olivia Dunham (Anna Torv), che scopre collegamenti tra i misteriosi eventi che si stanno verificando nel mondo e il lavoro dei dottori Walter Bishop (John Noble) e William Bell (Leonard Nimoy). Insieme al figlio del primo, Peter (Joshua Jackson), Olivia deve cercare di capire a quale scopo le tecnologie di Bishop sono state sfruttate, finendo con l’avere a che fare con quello che pensava fosse impossibile.
Tra i misteri più affascinanti della serie ci sono naturalmente gli Osservatori, che all’epoca dell’uscita della serie diventarono un vero e proprio fenomeno di internet prima che Abrams rivelasse la loro vera identità.
Non è stato certo facile scegliere solo cinque tra i tanti episodi che compongono la serie, ma come potrete vedere, alla fine il criterio dominante è quello legato alle emozioni, che Fringe è sempre stata in grado di dare ai suoi spettatori affezionati.
1×20 – Uno sguardo dall’altra parte
Nell’arco di tutta la prima stagione, Fringe ci fa annusare l’universo alternativo, lo nomina qua e là, sparge qualche indizio anche attraverso la Massive Dynamics, ma è finalmente nel finale di stagione che arrivano i definitivi botti. Il titolo, “Uno sguardo dall’altra parte”, non è a caso: con Jones prima e addirittura Olivia alla fine, alla presenza di William Bell (interpretato, porca miseria, da Leonard “Mr. Spock” Nimoy), gli spettatori diedero finalmente un primo sguardo all’universo alternativo di Fringe, che verrà poi espanso e ben caratterizzato nel corso delle successive stagioni con trovate in alcuni casi geniali. L’episodio è inoltre ben noto per la famosa lapide visitata da Walter al Lago Raiden, che fece nascere mille interrogativi nella mente degli spettatori. Un finale fortemente emotivo, che premeva l’acceleratore sull’immaginario di Fringe facendo capire che la serie aveva solo mostrato una frazione del suo immenso potenziale.
2×16 – Peter
Un episodio semplicemente magnifico, il modo più giusto, geniale e splendido di raccontare il gigantesco plot twist che gli spettatori avevano scoperto nel precedente episodio, anche e soprattutto grazie a un’interpretazione come sempre magistrale di John Noble. Ambientato nel 1985, “Peter” è un lungo flashback che racconta cosa accadde realmente al Lago Reiden in una fredda notte invernale quando Walter Bishop, che all’epoca ancora piangeva la morte del figlio, aveva scoperto dell’esistenza di un universo alternativo nel quale Peter era ancora vivo ma molto ammalato. E poiché il dolore per la perdita di un figlio è più grande dell’universo stesso, Walter decide di sfidare le leggi del tempo e dello spazio per tentare l’impossibile, arrivando a diventare Morte, distruttore di mondi (Oppenheimer viene direttamente citato nell’episodio). Una scelta dettata dal cuore, che finirà però col creare conseguenze devastanti.
2×18 – Un tulipano bianco
Non farete in tempo a riprendervi da “Peter”, che Fringe vi metterà di nuovo di fronte a un episodio emotivamente dilaniante. In mezzo al classico caso della settimana, che nella sostanza pratica non porta avanti la trama orizzontale dello show, “Un tulipano bianco” è una storia intima, commovente e per certi versi straziante, specie per Walter. La trama dell’episodio ruota intorno all’improvvisa morte di tutti i passeggeri di un treno, un caso sul quale Olivia e Peter indagano. Walter scopre in realtà che quello che stanno tentando di risolvere è un loop temporale infinito: qualcuno, il dr. Alistair Peck, sta sperimentando il viaggio nel tempo con effetti devastanti sul suo corpo nel tentativo, finora vano, di salvare la donna da lui amata. L’episodio sarà anche l’occasione giusta per Walter di uscire sempre più allo scoperto, confessando a Peck che le sue azioni passate non solo stanno condannando due intere dimensioni ma lo tormentano ancora oggi.
4×20 – A un mondo di distanza
Abbiamo fatto un balzo in avanti di due stagioni, ma questo non significa che tutto quello che è accaduto bel mezzo sia da buttare, anzi. “A un mondo di distanza”, tuttavia, merita un posto in questa speciale lista dei migliori episodi di Fringe, per due semplici motivi: oltre a essere la conclusione del lungo arco narrativo dell’universo alternativo, che termina la sua corsa proprio con questo episodio, la puntata è anche molto emozionante grazie alle prove attoriali dei vari interpreti, specie coloro che nel corso della terza e quarta stagione hanno dovuto interpretare due versioni del proprio personaggio. Un finale di multiverso più che soddisfacente, con i due Walter che finalmente si riappacificano dopo tanti anni e tante battaglie.
5×13 – Nemico del destino
La quinta stagione di Fringe è abbastanza divisiva. Se fino a quel momento la serie era impostata in maniera molto classica, procedendo con una trama orizzontale supportata però da molti episodi quasi fini a se stessi che espandevano in verticale storie e personaggi, la quinta e ultima stagione dello show è invece pensata come un racconto unico senza digressioni dal vero tema centrale: gli Osservatori. Semplici comparse sullo sfondo per la quasi totalità della serie fino a quel momento, gli Osservatori diventano il focus principale del finale di Fringe, con Olivia, Peter e Walter intenti a una vera e propria corsa contro il tempo per cambiare il destino dell’umanità. Il finale è dolce e poetico, con Walter, un padre che si è sempre dimostrato pronto a tutto per salvare suo figlio, protagonista di una chiusura di arco narrativo davvero intensa pur essendo priva di dialoghi. Basta uno sguardo, in effetti, per salutare per sempre questo amatissimo personaggio.
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