Non c’è solo Biancaneve. No. Purtroppo.
Negli ultimi decenni, la Disney ha sempre più attinto al suo pozzo dei classici d’animazione per dare vita a remake live action, producendo una lunga sfilza di blockbuster ad alto o anche altissimo budget che non sempre hanno soddisfatto le aspettative – sia dell’azienda che del pubblico.
Diamo un’occhiata ai remake più problematici usciti da casa Disney, risalendo addirittura fino agli anni ’90, per scoprire quali sono stati i principali errori della casa di Topolino. Ecco quindi la nostra top 10 dei peggiori remake live action di Disney.
10. Crudelia
Un mix de Il diavolo veste Prada, Mannequin e Il conte di Montecristo, immerso nel mondo de La carica dei 101 poiché si parla delle origini di Crudelia De Mon. La fanatica delle pellicce viene reimmaginata in questo remake live action prequel, ma come spesso accade c’è un errore che cambia tutto: la protagonista diventa cattiva (anche se c’è una cattiva più cattiva di lei) solo perché ha avuto traumi che tutti noi dobbiamo comprendere e quasi giustificare. Ma perché?
Cruella e la sua nemesi, interpretate rispettivamente da Emma Stone ed Emma Thompson, sono bene in parte, ma c’è qualcosa di contorto. La storia è molto banale, pur volendo rappresentare tutta l’esagerazione e la ribellione degli anni ‘70. I colpi di scena, poi, non parliamone neanche. In linea con quanto fatto sempre da Disney con Maleficent, si è cercato di dare una nuova luce a Crudelia, e a fine film spunta l’interrogativo: serve davvero reinventare tutti i villain?
9. La carica dei 102
La carica dei 102, quando ero bambino, mi ha fatto capire una cosa: se in un film c’è un personaggio parlante, i doppiatori italiani che lo interpretano devono essere per forza napoletani, o comunque con origini campane e con un dialetto fortemente riconoscibile. Scherzi a parte, se il primo film adattava in modo molto simpatico e il più realisticamente possibile il grande classico Disney, il sequel era davvero poca roba.
L’unica a salvarsi è l’immensa Glenn Close, ancora una volta nei panni di Crudelia De Mon. Memorabile la scena nella quale riprende consapevolezza della sua vera natura, arrivando a vedere persino il Big Ben ricoperto di un maculato bianco e nero. La sua ossessione per i Dalmata era perfettamente resa. Il film, invece, non era niente di che.
8. La Sirenetta
Accompagnata da una valanga di polemiche per il casting di Halle Bailey, perché una sirena sia mai che venga presentata con il colore scuro della pelle, La Sirenetta è un film abbastanza dimenticabile che non riesce a replicare la magia del suo originale classico animato. Il problema più grande? L’atmosfera.
Il film non sembra mai, e dico mai, ambientato sul fondale dell’oceano. Non si percepisce questo scenario esotico, non si sente il peso della distanza tra il mondo degli acquatici e quello degli umani. L’unica davvero azzeccata è Melissa McCarthy nei panni di Ursula, un casting perfetto, ma non c’è molto altro da ricordare.
7. Maleficent: Signora del Male
Il primo film della saga con Angelina Jolie era stato una buona reinterpretazione della storia de La bella addormentata nel bosco vista da un’altra prospettiva, e con nuovi risvolti. Il sequel Maleficent: Signora del Male, invece, è notevolmente peggiore.
Tutto ruota intorno alla regina Ingrith, che incastra Malefica per un tentativo di assassinio e cerca di commettere un genocidio contro la specie fatata alla quale appartiene la strega. E così viene dato, o si cerca di dare, un motivo a Malefica per empatizzare con lei. La trama è abbastanza noiosa e porta solo alla classica, ma sbaglia davvero tanto a livello di scrittura. Peccato.
6. Biancaneve
Il primo film d’animazione della Disney si è guadagnato un posto nella storia come pietra miliare del cinema americano e un classico fino a oggi. Il remake di Marc Webb passerà invece alla storia per due motivi: la valanga di polemiche e controversie che si è portato dietro, e il cratere finanziario che molto probabilmente lascerà nelle casse di Disney.
Scenograficamente, Biancaneve con Rachel Zegler (che ne ha fatte di tutti i colori) è anche interessante… ma solo lì. È troppo stilisticamente confuso per essere un nostalgico ritorno visivo al passato, i suoi tentativi di riempire e aggiungere significato alla storia sono profondamente poco convincenti, e la regina cattiva di Gal Gadot è resa in modo davvero pessimo. È una visione dura, con quasi ogni decisione creativa che si ritorce contro l’altra fino a quando non rimane altro che lo sfinimento.
5. Il libro della giungla
Non parliamo del remake del 2016 firmato da Jon Favreau, che invece rientra a pieno diritto tra i migliori live action Disney, bensì della pellicola, sempre disneyana, a basso budget del 1994. Stephen Sommers ha diretto questa debolissima versione delle storie di Rudyard Kipling, che spoglia gli animali delle loro caratterizzazioni e mette invece in risalto le esperienze insipide dei colonizzatori britannici.
Alcuni degli attori di supporto, in particolare di Cary Elwes e Lena Headey, offrono prove degne di nota, ma il resto del film è pieno di mentalità arretrate e azione deludente. Parliamo di un’altra epoca, è vero, ma resta il fatto che si tratti di una pellicola che già all’epoca risultava mediocre e oggi è quasi inguardabile.
4. Alice attraverso lo specchio
Dio. Mio. Se già Alice in Wonderland di Tim Burton è un remake abbastanza controverso ma sul quale si percepisce la mano del grande regista, maestro del gotico, nel sequel Alice attraverso lo specchio non c’è nulla. Niente. Zero.
Il film diretto da James Bobin salva parzialmente la sua reputazione grazie a belle scenografie ed effetti visivi molto belli, su questo dobbiamo essere sinceri, ma non c’è altro. La trama incentrata sui viaggi nel tempo è ai limiti della decenza. Alice ripercorre alcuni particolari eventi del Sottomondo che hanno coinvolto il Cappellaio e la Regina Rossa, e ci sono altre cose di cui è inutile parlare. Un film davvero, purtroppo, sottotono. Tanto sottotono.
3. Pinocchio
Gli ingredienti per un gran film c’erano: Robert Zemeckis alla regia, uno dei classici animati più amati di sempre, Tom Hanks nel ruolo di Geppetto. E invece, Pinocchio è un disastro quasi totale.
Tom Hanks offre una tra le peggiori interpretazioni della sua carriera, le aggiunte alla storia sono totalmente inconcludenti o inutili, e gli effetti visivi, solitamente ben riusciti nelle produzioni con Zemeckis dietro la macchina da presa, sono decisamente poco convincenti e i cambiamenti alla storia minano il messaggio del film a quasi ogni svolta. Un film più che mediocre, che forse può guadagnare a malapena una sufficienza.
2. Mulan
L’adattamento di Mulan diretto da Niki Caro riesce in quello che nessuno pensava potesse essere possibile: considerando che il classico originale Disney era già politicamente corretto, vista la forte storia della protagonista, decide di snaturarlo del tutto, togliendone il significato e trasformandolo in un generico e brutto film d’azione.
Sebbene il film vanti una direzione artistica e un design dei costumi dettagliati, la trama e l’azione sono impalpabili. Forse è anche e soprattutto colpa di un montaggio molto banale. Se sia stato o meno rovinato dalla pandemia, non ci è dato saperlo. Quel che è certo è che il risultato è un film pessimo sotto quasi tutti i punti di vista, che non merita di essere accostato all’indimenticabile classico animato.
1. Peter Pan & Wendy
Per varie ragioni, Peter Pan & Wendy merita di stare al primo posto di questa classifica. È brutto. Ma veramente brutto. David Lowery, che nel 2016 diresse il molto valido remake Il drago invisibile per la Disney, confeziona un obbrobrio senza precedenti. L’inizio del film segue il racconto originale di JM Barrie, prima di lasciarsi andare a una nuova trama che vede Wendy come protagonista e tutto il resto sfocato sullo sfondo. Ma tutto il resto davvero. Peter, Uncino, la stessa Isola che non c’è, non resta nulla.
Un film dal messaggio prevedibile, scontato e raccontato pure male, ma soprattutto tecnicamente inaccettabile. La gloriosa nave di Capitan Uncino sembra una bagnarola di pescatori di gamberi, l’Isola che non c’è viene invece mostrata come un montarozzo privo di vita e magia, spoglio e senza interesse. Arrivati alla fine del film, l’unica domanda che può balzare alla mente è: “ma questo era davvero un film?”
Scrivi un commento