Sono settimane particolarmente turbolente in casa Disney e Lucasfilm, che devono fare i conti con quello che è, a tutti gli effetti, il primo flop della storia del franchise decennale di Star Wars. Lo spin-off Solo: A Star Wars Story, uscito circa un mese fa e che ha subito una lavorazione a dir poco travagliata, si sta rivelando un pesante insuccesso per la Casa di Topolino al botteghino, che invece continua a ricevere enormi soddisfazioni dai prodotti di animazione (Gli Incredibili 2 in America sta stracciando record) e dai Marvel Studios, con Avengers: Infinity War che tallona da vicino Star Wars – Episodio VII: Il risveglio della Forza a livello di incassi globali con più di 2 miliardi di dollari raccolti.
Le cose, per Solo, sono invece molto diverse. Il film, a quasi un mese dall’uscita, ha raccolto “solamente” cica 340 milioni di dollari in tutto il mondo, e secondo le prime stime si tratta di una cifra che a malapena pareggierà i costi di produzione e promozione del blockbuster diretto prima da Phil Lord e Chris Miller e infine da Ron Howard. Un film che non ha convinto né critica né pubblico, e che anche noi, come vi abbiamo confidato alcune settimane fa, abbiamo trovato come un prodotto ben lontano dalla qualità dello spin-off Rogue One del 2016 e con poco coraggio. Certo, la qualità della pellicola potrebbe non essere l’unica causa dei deludenti incassi. Il film ha dovuto vedersela sia con la concorrenza “interna” di casa Disney, con Infinity War che ancora oggi macina denaro, sia con Deadpool 2 della Fox, altro fenomeno di massa che ha fatto felici i suoi produttori.
Se gli incassi, inferiori a Episodio VII, de Gli Ultimi Jedi erano già stati preventivati da Disney che sperava di guadagnare qualcosa come 1.3-1.5 miliardi di dollari – il film per inciso si è fermato a 1.3 miliardi, in linea con le previsioni del colosso di Burbank – quelli che arrivano da Solo testimoniano invece un problema di non poco conto. Le intenzioni di Lucasfilm, dopo l’acquisizione da parte della Disney, erano abbastanza chiare: produrre, ad anni alterni, capitoli della serie principale di Star Wars e spin-off antologici che avrebbero approfondito le storie di personaggi famosi, battaglie importanti e così via. Un modus operandi simile a quello dei Marvel Studios, che negli anni hanno aumentato incessantemente il ritmo di blockbuster arrivando, dal 2016 ad oggi, a rilasciare tre film all’anno.
Nel caso dei film dei Marvel Studios l’operazione va a gonfie vele – solo quest’anno la società, tra Black Panther e Avengers: Infinity War, ha già raccolto quasi 3.4 miliardi di dollari – ma se guardiamo appunto Lucasfilm le cose sono quasi agli antipodi. Non stupisce quindi la notizia che arriva oggi dall’America, più precisamente da Collider, che parla di una drastica decisione da parte della Casa di Topolino: tutti gli spin-off di Star Wars in programma sono stati cancellati, nessun escluso. Una notizia che fino a un mese fa era totalmente impensabile, considerando che a maggio Lucasfilm annunciò di aver affidato a James Mangold, regista di Logan, la sceggiatura e la regia dello spin-off su Boba Fett, e che lo scorso autunno venne praticamente dato per certo anche lo sviluppo di un film dedicato ad Obi-Wan Kenobi, con il grande ritorno di Ewan McGregor nella parte del grande cavaliere Jedi.
Anche il presunto spin-off su Yoda, rumoreggiato da molti mesi, è quindi stato abbandonato, per concentrare le forze creative su quattro importanti progetti. Il primo, e più fondamentale al momento, è naturalmente Episodio IX, che uscirà durante il periodo natalizio del 2019 e che chiuderà la trilogia inaugurata da Il Risveglio della Forza, con J.J. Abrams di ritorno dietro la macchina la presa. Gli altri tre sono la futura quarta trilogia, ideata da Rian Johnson; un’ulteriore nuova trilogia, scritta dagli autori de il Trono di Spade; infine, la serie TV destinata probabilmente al futuro servizio streaming di Disney diretta e scritta da Jon Favreau.
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