Home Cinema Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim è peggio de Gli Anelli del Potere | Recensione Blu Ray

Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim è peggio de Gli Anelli del Potere | Recensione Blu Ray

Io ora non vorrei risultare esagerato, ma sottoscrivo ciò che ho scritto nel titolo di questa recensione: La Guerra dei Rohirrim, film animato del franchise de Il Signore degli Anelli, è di gran lunga peggiore della prima stagione de Gli Anelli del Potere di Amazon, serie tv che comunque ha mille difetti. Ma non fermiamoci al semplice meme, perché c’è da parlarne.

Con Warner che ha deciso di tornare a sfruttare il franchise di Tolkien, come dimostra lo sviluppo del live action La caccia a Gollum che uscirà nel dicembre 2027, è arrivato anche un altro e inaspettato progetto, La Guerra dei Rohirrim. Film animato diretto da Kenji Kamiyama, è stato realizzato in poco tempo per evitare che New Line Cinema, all’epoca sul punto di finalizzare un nuovo accordo con la major americana, perdesse appunto i diritti sulle opere di Tolkien. Oltre a ciò, il film non è basato su un romanzo in particolare, bensì su una delle note a piè pagina de Il ritorno del Re. Beh, le premesse non sono quindi delle migliori.

A raccontare gli eventi de La guerra dei Rohirrim è Miranda Otto, interprete di Éowyn nella trilogia di Peter Jackson (in italiano torna Ilaria Stagni a doppiarla), e il significato è duplice. Non solo il film va a raccontare la storia del Fosso di Helm e della grandezza di Rohan, ma la protagonista possiede tratti che inevitabilmente chi ha visto la trilogia di inizio anni 2000 associa proprio a Éowyn. Ma sebbene possa essere visto come un punto di forza, in realtà il lungometraggio va a ricalcare sostanzialmente pedissequamente la storia di Éowyn in un altro tempo.

Ambientato 200 anni prima degli eventi de Lo Hobbit, il film racconta la storia di quando Helm Mandimartello (Brian Cox), re di Rohan, uccide il signore dei Dunlandiani che lo aveva sfidato a duello, scatenando una faida con l’erede Wulf (Luke Pasqualino). Quando Wulf torna con un vasto esercito, la gente di Rohan deve combattere per sopravvivere e difendere la propria casa. Da qui, ecco Héra (Gaia Wise), protagonista il cui nome non è menzionato nei libri, che porta le battaglie del popolo di Rohan e la loro difesa a Hornburg, che in seguito sarebbe stato conosciuto come il Fosso di Helm.

Ecco, il nome di Héra è del tutto nuovo, e nel pieno sentimento politically correct del terzo millennio, è proprio qui che si trovano le fondamenta del film: la ragazza, schiacciata tra amore e autorità, deve farsi largo tra gli uomini che si ritengono sopra di lei o di poter decidere il suo destino, quando invece si dimostrano essere più deboli di lei.

Ora, non che ci sia di male in tutto questo, ma è abbastanza evidente che La guerra dei Rohirrim si sia trasformato nel manifesto femminista de Il Signore degli Anelli. Non che la cosa sia sbagliata, se viene fatta con qualità, ma non è questo il caso. Il film ricalca tanto fedelmente la sottotrama di Eowyn da risultarne quasi un remake animato, ripensando anche ai luoghi e le tempistiche della narrazione, ma con poca personalità.

L’unico tra i personaggi a emergere, a dire il vero, è Helm Manidimartello, perlomeno nella sua performance originale doppiato da Brian Cox. Ogni sua battuta drisuona di potere e autorità, esattamente come ci si aspetterebbe dal leader dei cavalieri di Rohan. Irascibile, ostinato, possente: ciò che infonde nel suo personaggio contrasta nettamente con la figlia e la sua nemesi, che invece non sono mai davvero capaci di farsi sentire.

Sembra quasi impossibile da dire, considerando quanto la serie Amazon sia stata (anche da noi) criticata per i suoi notevoli problemi, ma La guerra dei Rohirrim si ritrova a perdere nel confronto con Gli Anelli del Potere quando si parla dell’universo espanso del franchise. Due progetti nati da premesse simili, narrativamente parlando, ma sfruttati in modi del tutto diversi; laddove la serie Amazon sta cercando di approfondire enormemente alcuni già amati personaggi, il lungometraggio di Kamiyama si adagia sugli allori, racconta qualcosa che già conosciamo in un modo che già conosciamo, e non è capace di rendere interessante alcun personaggio.

Tutto sembra troppo stereotipato. Alcuni elementi narrativi dell’intreccio potrebbero aprire a una sorta di tragedia shakespeariana, ricadendo in banalità estreme nel modo di fare e agire dei personaggi. Attenzione: come film preso a sé, si potrebbe parlare di qualcosa di diverso, ma qui si parla di un prodotto ambientato nella Terra di Mezzo. Per quanto sia importante un messaggio progressista ad esempio sulle donne, questo non è quello che Tolkien ha scritto e ha voluto esaltare. Per farlo, bisogna pensarci su molto bene, e in La guerra dei Rohirrim non è stato fatto.

Anche l’animazione rientra nella mediocrità. C’è una bella e sana atmosfera fantasy, in alcuni momenti si percepisce il legame con l’ambientazione pregna di storia e tradizione, ma i tratti non sono sempre funzionali. I disegni sono discontinui in alcuni punti, non fluidi come dovrebbero essere. Si passa da alcune sequenze action molto belle ad altri momenti estremamente piatti nell’animazione, cosa che si potrebbe perdonare a un anime strutturato con episodi di 20 minuti ma non a un lungometraggio col quale Warner ha cercato di rilanciare il franchise.

Il design dei personaggi e degli sfondi è magnifico, ma sembra che il regista Kenji Kamiyama lo abbia usato per tappare i tantissimi momenti di pigrizia, probabilmente dovuti alla corsa contro il tempo alla quale il progetto è stato sottoposto. Non è così che doveva andare.

2.75
Review Overview
  • Giudizio complessivo2.75
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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