Home Cinema Loki 2×03, la recensione: il Kang venuto dal passato

Loki 2×03, la recensione: il Kang venuto dal passato

L’atmosfera e il fascino di Loki sono impareggiabili, nel Marvel Cinematic Universe. Sarà il design della TVA con il suo spiccato amore per gli anni ’60, sarà per le musiche di Natalie Holt sempre incisive e riconoscibili, sarà perché l’alone di mistero resiste in ogni episodio grazie a trovate sempre ottime – sempre o quasi, come la debole conclusione del precedente episodio.

Sarà forse per questo, o anche semplicemente per il fatto che Loki procede incessantemente con il suo cammino ribadendo in continuazione di essere la miglior serie tv dei Marvel Studios (che proprio di recente hanno cambiato il loro modo di fare serie, tanto per dire), proponendo ancora una volta un nuovo caso. All’inizio andavano risolti i balzi temporali di Loki (Tom Hiddleston), poi andava trovata Sylvie (Sophia Di Martino) per capire il suo legame con gli eventi in corso, ma sullo sfondo resta sempre il problema di un flusso temporale che si sta rapidamente distruggendo, e al quale neppure Ouroboros (Ke Huy Quan) riesce a porre rimedio. Mancano però all’appello alcune pedine dello scacchiere multiversale dello show, ed ecco che Loki 2×03 rilancia con alcuni grandi ritorni.

Si sapeva, le clip lo hanno anticipato, i trailer lo lasciavano intendere, e gli stessi produttori, soprattutto quel Kevin Wright che anche pochi giorni fa ha svelato quelli che erano i primi piani per la seconda stagione della serie, avevano anticipato che Jonathan Majors avrebbe avuto un ruolo più corposo. L’attore di Lovecraft Country, già apparso nel finale della prima stagione nei panni di Colui che Rimane, è ora anche Victor Timely, variante di quel solito Kang che è il male assoluto ma è anche in questo momento l’unica speranza per impedire al multiverso di collassare su se stesso.

E proprio come ci si poteva aspettare, Timely è molto diverso da Colui che Rimane. Majors, che già in occasione di Ant-Man and the Wasp: Quantumania aveva dimostrato la stoffa per portare in scena lo stesso personaggio con storie e atteggiamenti molto diversi, esplora una variante preda di un altro paradosso (l’ennesimo), un brillante inventore dei tempi andati che, in qualche modo, sembra nascondere il segreto per salvare non uno ma tutti gli universi.

Con il ritorno in scena di Kang, o chi per lui, ecco che si assiste, finalmente, anche all’apparizione di Ravonna Renslayer (Gugu Mbatha-Raw) e Miss Minutes (Tara Strong). Cauta la prima, impegnata in una misteriosa missione affidatale dallo stesso Colui che Rimane; sempre tremendamente enigmatica la seconda, che anzi, come vi abbiamo raccontato nella recensione dei primi quattro episodi, resta uno dei personaggi più interessanti di questa seconda stagione che, libera dal giogo della TVA, può finalmente esplorare più a fondo le figure di riferimento di questa storia.

Ed ecco quindi che Loki, dopo la corsa contro il tempo dei primi due episodi, si concede un po’ di tranquillità per far parlare i personaggi e farli interagire in modi tutti nuovi. Forse i produttori non sono riusciti a fare quello che volevano, con questa seconda stagione, ma certamente gli sceneggiatori si sono divertiti a incastrare tutti i pezzi del puzzle per creare una storia affascinante e sempre in grado di sorprendere.

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Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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