Esistenzialismo, avventura, sci-fi, horror, commedia: c’è un pizzico di tutto questo in Love, Death & Robots: volume 2. I nuovi episodi della popolarissima antologia animata targata David Fincher e Tim Miller sono attualmente disponibili sulla piattaforma e sono tutti da gustare, tranquillamente anche in un’unica sessione.
In questo caso infatti la raccolta è composta da soli 8 cortometraggi, a differenza dei 18 del primo volume. Nonostante questo secondo volume risulti meno ricco e forse meno coraggioso del suo precedente, ogni corto è un esercizio di stile davvero godibile, che spicca per la resa visiva o per le tematiche affrontate.
Per i neofiti: Love, Death & Robots presenta allo spettatore diversi cortometraggi d’animazione del tutto scollegati tra loro, con uno stile diverso che va dall’iperrealismo della computer grafica al 2D fino allo stop motion. Il filo conduttore è la riflessione su vari aspetti dell’esistenza, con un occhio di riguardo alla tecnologia e al futuro. Ci si basa su racconti distopici, futuristici, assurdi, insomma chi più ne ha più ne metta. Gli episodi sono autoconclusivi.
Essendo l’assortimento così variegato, non vi sarà difficile scegliere i vostri episodi preferiti. Va da sé che alcuni invece potrebbero risultare meno interessanti, ma non sarà troppo difficile superarli, dato la limitatissima durata di ciascun corto.
Love, Death & Robots: volume 2 inizia con “Servizio clienti automatico”, a tratti comico e a tratti inquietante: l’idea è super classica, mai fidarsi dei robot domestici. “Ghiaccio” presenta lo stile grafico forse più originale e rappresenta invece un’avventura ricca d’azione. “Pop Squad” è tra gli episodi che più fanno riflettere e commuovere, ambientato in un mondo distopico in cui l’immortalità ha preso il posto della compassione. “Snow nel deserto”, insieme a “La cabina di sopravvivenza”, lasciano a bocca aperta per la resa grafica iperrealistica ma risultano un po’ più classici e fini a sé stessi nelle scelte narrative. “L’erba alta”, prettamente horror, è tratto da un racconto di Joe R. Lansdale. “Era la notte prima di Natale” è breve, divertente e disgustosamente inaspettato. Il decimo ed ultimo episodio infine, “Il gigante affogato”, è la chiusa perfetta per questa interessante carrellata: diretto da Tim Miller stesso, rappresenta un esercizio di scrittura ed immaginazione davvero lodevole, capace di far riflettere nel profondo, toccando temi esistenziali non di poco conto.
Love, Death & Robots: volume 2, grazie anche alla sua breve durata, risulta un viaggio imperdibile per gli amanti dei racconti alla “Black Mirror” e dell’animazione in generale. Seppur meno trascinanti degli episodi precedenti, questi nuovi cortometraggi riescono decisamente a farsi notare, per resa tecnica o per scrittura. L’intrattenimento è assicurato.
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