È il fenomeno del momento, tutti, nel bene o nel male, ne parlano sui social. Amazon Prime Video ha sganciato un programma comico, nuova frontiera della TV italiana – che ormai è relegata a oggetto di scarso interesse generale -, che è stato in grado di far parlare di sé per giorni e giorni, e dar vita a una serie infinita di meme come quello che abbiamo utilizzato come copertina di questo articolo (non è opera nostra, ma non sappiamo neppure a chi dare i crediti di tale immagine in quanto scovata sulla pagina Facebook Marvel Avengers Italia). Ne abbiamo sentite di tutti i colori. Ma insomma, questo LOL – Chi ride è fuori, in fin dei conti, com’è?
Per chi non bazzicasse i social network, che nell’ultima settimana hanno davvero sfornato qualsiasi idea e contenuto sulla base del programma, LOL – Chi ride è fuori è un format di Amazon Prime Video già diffuso da tempo in altri paesi. Il primo a tentare questa strada è stato Amazon Messico, nel 2018, e sebbene non abbiamo dati concreti in merito all'”audience” – tema sempre molto delicato quando si parla di piattaforme streaming – e al successo commerciale di tale idea, possiamo facilmente pensare che LOL abbia avuto un riscontro più che buono, tanto che nei mesi e negli anni successivi il format viene riproposto in Australia, Germania, Spagna e Francia (in questi due paesi il programma deve però ancora debuttare). E in Italia, appunto.
Prima di parlare più nel dettaglio dell’edizione nostrana, vediamo però di far capire a cosa ci troviamo di fronte. LOL prevede l’incontro-scontro di dieci comici, rinchiusi per 6 ore consecutive in una casa-teatro con tanto di oggetti, costumi e accessori vari con uno e un solo scopo: far ridere i propri “compagni d’avventura”, che però, come ben suggerisce il titolo del format, non devono assolutamente cedere alle pulsioni nervose. Se accade una volta, il comico viene ammonito, e, come nelle più basilari regole del calcio, la seconda ammonizione corrisponde a un cartellino rosso e all’eliminazione.
Premio finale: 100 mila euro, che però, fortunatamente, verranno devoluti in beneficenza. Un dettaglio che fa sempre piacere.
Per l’Italia, la produzione di Amazon ha scelto un mix tra nomi di peso della comicità ormai storica della nostra TV e quelle che potremmo definire le nuove leve. Si va da Elio a Luca Ravenna, da Caterina Guzzanti a Lillo, passando per Frank Matano, Katia Follesa, Michela Giraud, Angelo Pintus, e ben due dei The Jackal, Ciro Priello e Gianluca Fru. Il risultato è quello che abbiamo avuto di fronte nelle ultime settimane: 6 episodi, di circa 20-25 minuti l’uno, nei quali i 10 comici italiani fanno di tutto per far ridere i rivali e farli eliminare, in modo da diventare i primi trionfatori di LOL Italia.
Esilarante in ogni minimo istante di puntata? No, quando mai. Ma quale programma comico riesce a strappare una risata continua dall’inizio alla fine della trasmissione? Probabilmente nessuno, e inoltre la natura del programma non aiuta. Ma LOL – Chi ride è fuori, nella sua piccola e simpatica genialità, funziona esattamente come doveva funzionare. Qualche nome della comicità nostrana appare forse fuori posto, poco partecipe all’intento generale del gruppo e del format, come la stessa Guzzanti ammette. Non tutti gli sketch improvvisati, molto à la Buona la prima, riescono nell’intento, e alcuni di questi risultano quasi superflui all’interno dello show. È però anche vero che, specialmente quando si parla di comicità, il tutto risulta essere molto soggettivo, e che alcuni volti non facciano breccia quanto basta per lasciare un segno. Il coinvolgimento di Fedez e Mara Maionchi come giudici del “match”, ad esempio, è praticamente inutile, nonostante i due cerchino in tutti i modi di risultare parte del gioco
Chi ci riesce, invece, garantisce un notevole spessore al programma, tanto da averne fatto un piccolo fenomeno di culto in queste settimane. Forse durerà poco, forse il suo effetto si esaurirà già nei prossimi giorni, ma è innegabile che alcune inedite coppie viste nel programma abbiano saputo prendere il meglio da ognuno e farlo emergere, e che performance come la Gioconda di Elio e il supereroe PosaMan di Lillo siano già entrati a far parte del mondo del web. E noi, poveri e finti sapientoni che si divertono con poco, siamo contenti di ciò. La vita non è un film di Zack Snyder: ci vuole anche una sana dose di leggerezza, una vena di superficialità interiore che fa dimenticare le preoccupazioni anche solo per i 20-25 minuti di puntata e lascia la testa sgombra dai problemi e libera di ridere, anche con poco. Non sarà il programma che rivoluzionerà il modo di fare la comicità in Italia, non sarà perfetto (no, non lo è, ma essendo un giovane format può ancora migliorare), ma è una scommessa vincente.
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