I riarrangiamenti di Ramin Djawadi, le cupe atmosfere tipiche, la magnificenza degli ambienti e gli intrighi di potere: dopo i primi due minuti dall’inizio di questo primo episodio, la serie House of the Dragon è già in carreggiata.
“The Heirs of the Dragon” inizia così, in pochi minuti fatti di sontuosi silenzi accompagnati dalla voce narrante di Rhaenyra (Emma D’Arcy) che introduce a quello che inevitabilmente già sapevamo sarebbe accaduto: i Targaryen, la più nobile e famosa casata di Westeros, saranno essi stessi la loro rovina. Una profezia di cui abbiamo già visto gli effetti in Game of Thrones, ma che qui diventa il tema centrale, sin dal momento in cui il principe Viserys I (Paddy Considine) sale al potere succedendo a Jaehaerys.
È la prima volta che vediamo così tanti membri della dinastia dai capelli color platino, domatori di draghi e grandi dominatori dei Sette Regni, eppure già ci sembra di conoscerli. Del resto, in Game of Thrones in più occasioni i Targaryen sono stati descritti come conquistatori, squilibrati, valorosi e folli, sempre pronti a tradire i propri consanguinei per conquistare il potere – come Viserys III insegnerà. In questo senso, Matt Smith emerge da subito grazie al suo da subito ambiguo e oscuro Daemon Targaryen, fratello di Viserys, inevitabilmente in corsa per prendere il controllo del Trono di Spade vista l’incapacità di Viserys di dare alla luce un erede maschio. Un uomo pronto a ottenere ciò che gli spetta, anche con l’uso della forza.
Ed è da qui che riparte la brutalità per la quale Game of Thrones è da sempre conosciuta, una serie senza peli sulla lingua, che non si fa problemi a dare uno schiaffo allo spettatore più incosciente. Avevamo lasciato Approdo del Re in preda alla distruzione totale con la guerra tra i Lannister e gli eserciti del Nord, ma sebbene House of the Dragon si spinga in un tempo lontano che poco ha a che fare con Daenerys e Jon Snow, e forse sarà proprio qui uno dei più grandi pregi della serie nel caso in cui HBO riesca a mantenere salda la rotta, gli abitanti di Westeros vivono pur sempre in un mondo nel quale gli uomini e le donne di potere comandano senza pietà.
E così, tra silenzi assordanti e applausi scroscianti, con l’intrigante montaggio alternato della fase centrale che risalta ogni singolo secondo della lotta dei singoli, House of the Dragon prende il via con un episodio intenso ricco di sangue e dolore, che fa tutto ciò che deve per introdurre i personaggi più importanti della casata. La giovane Rhaenyra (Milly Alcock), nonostante non sia tra i principali volti di questo esordio, ha sin da ora tutta l’aria di dover presto prendere sulle sue spalle un potere che forse neanche desidera, ma che è nel suo destino.
Del resto, se avete letto le opere di George RR Martin, sapete già dove House of the Dragon, prima o poi, andrà a parare, e il momento sarà inevitabilmente magico. Conosciamo già la destinazione, ma il viaggio è ancora tutto da compiere. La partenza, per ora, è davvero incoraggiante. E la tensione, oh sì, è già palpabile.
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