Inutile arrovellarsi su come pensiamo che le cose debbano essere, a volte è più importante semplicemente accettarle e rendersi conto di come queste siano nella realtà: è l’insegnamento che dà il fedele maggiordomo Grimsby (interpretato da Art Malik) al principino Eric (Jonah Hauer-King).
Con questa battuta, che ammicca allo spettatore più che ai personaggi, La Sirenetta mette a tacere tutte le infinite discussioni che si sono scatenate nei mesi precedenti all’uscita del film riguardo al cast.
È vero, potremmo rimanere qui ore a discutere di come i capelli di Ariel (in particolare fuori dall’acqua) non siano proprio come ce li aspetteremmo dal personaggio, fatto sta che il cast per questo remake in live-action risulta davvero azzeccato, alla fine della fiera. I difetti della pellicola Disney sono altri.
Parliamone insieme in questa recensione de La Sirenetta (2023).
La lotta ai pregiudizi in una storia di auto-affermazione
Come accennavamo, il cast de La Sirenetta è in realtà piuttosto riuscito: Halle Bailey è giovane e nella parte, con grandi occhi espressivi proprio come lo era Ariel nel film d’animazione del 1989. Il principe Eric interpretato da Jonah Hauer-King ci sembrava insipido e anonimo all’inizio, ma alla fine ci ha convinti per la sua somiglianza all’originale e per le giuste intenzioni dell’interpretazione: in fondo si tratta di due personaggi affini, speculari, in quanto Ariel è una sirena sprezzante del pericolo, attratta dal mondo in superficie, mentre Eric è un principe avventuroso, che ama esplorare i mari e si fa beffe delle raccomandazioni di sua madre e del suo maggiordomo.
Entrambi si ribellano ai dettami imposti dagli adulti per plasmare autonomamente il proprio destino: è proprio questo il cuore del racconto e anche la tematica meglio gestita e più riuscita nel film. In gran parte ciò avviene grazie a un Re Tritone imponente e umano, che emana potere ma sa anche commuovere, meravigliosamente reso da Javier Bardem (è il nostro personaggio preferito, inutile negarlo). Il Re è prima di tutto un padre che aveva previsto per la figlia un percorso di vita che invece non le si confà: il compito più difficile, anche per lui, è accettare le persone per ciò che sono, andando oltre i preconcetti del “così dovrebbe essere”.
Che dire invece di Ursula, la strega emarginata, la cattivissima: visivamente è ben resa nell’interpretazione di Melissa McCarthy, peccato ci sia sembrata un po’ edulcorata nella sua malvagità. Insomma è Ursula, non doveva essere per forza politically correct.
Menzione speciale ai tre compagni di Ariel, interamente animati in CG, il granchio-maggiordomo Sebastian, il pesciolino Flounder (che qui diventa più realisticamente un pesce damigella tipico della barriera corallina) e l’uccello marino Scuttle: con loro la risata è assicurata, soprattutto grazie a Mahmood. Il cantautore italiano doppia Sebastian prestandogli la sua riconoscibilissima voce durante i brani ma dandogli anche quel tocco in più d’ironia che ci ha piacevolmente colpito. Una buona alternativa all’originale.
In fondo al mar! … non tutto va sempre come dovrebbe
La Sirenetta diretta del regista Rob Marshall dura circa un’ora in più rispetto all’originale film d’animazione e si apre con una citazione da Hans Christian Andersen. L’atmosfera sembra esserci tutta ma la magia si spezza ben presto a causa di un doppiaggio italiano non sempre al top e, soprattutto, a causa di diverse aggiunte non richieste, che non arricchiscono il film ma fanno invece storcere il naso.
La Sirenetta non è solo una bella storia fantasy, che intreccia mito e tematiche universali legate all’adolescenza, ma è anche un musical. In questa versione live-action si aggiungono tre nuove canzoni e una nuova reprise cantati ad Ariel, Eric e Scuttle con Sebastian. Purtroppo questi brani si inseriscono forzatamente nella narrazione senza aggiungervi nulla, risultando troppo enfatici, didascalici e mal amalgamati nella storia che già tutti conosciamo.
Il film invece tocca il suo picco quando si attiene ai classici brani come “In fondo al mar” e “Baciala”, diventando una delizia. Allo stesso modo è una delizia il finale, che si prende il giusto tempo per rivelare in tutta la sua bellezza il messaggio ultimo della storia: potremmo vivere insieme e in pace, se ci disfassimo del pregiudizio e lasciassimo la libertà agli altri di essere felici.
In conclusione, il live-action de La Sirenetta è buono in certe sue parti, mediocre in altre, si tratta comunque di un prodotto che insegue senza successo la magia dell’originale film d’animazione. Rassegnatevi a cantare insieme ad Ariel e Sebastian, ma senza troppa emozione. La pellicola esce nelle sale il 24 maggio 2023.
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