Avevamo lasciato MODOK (Patton Oswald) nel pieno stravolgimento della sua abituale vita da supercriminale. Da leader incontrastato dell’AIM e minaccia costante per gli Avengers, nonostante “vittorie” risicate (ricordate la festa nella sede centrale dopo aver rubato uno degli stivali di Iron Man?), a villain in fase di decadenza, schiacciato da una vita privata ormai al collasso e l’azienda, la Advanced Idea Mechanics, assorbita da una potente multinazionale e ormai poco incline ai piani di conquista del mondo.
Con il suo solito spirito irriverente che già il primo episodio aveva brillantemente messo in mostra, Marvel’s MODOK torna con un secondo episodio dal sapore… di Avengers: Endgame. Senza spoilerare troppo, dato che non ci addentreremo nei meandri della trama di questa puntata per non rovinarvi la sorpresa, MODOK, schiacciato dai suoi problemi, decide di recuperare una sua vecchia ricerca direttamente dagli archivi dello SHIELD – a dir poco esilarante la scena che mostra il recupero di tale tecnologia, vedere per credere – e cercare di sistemare la sua disastrata vita, privata e lavorativa.
Jodie (Aimee Garcia) e Austin Van der Sleet (Beck Bennet) rappresentano tutto ciò che nella sfera emotiva di MODOK si sta sgretolando. La famiglia è ormai lontana da lui, un supercriminale che pensa più che altro al suo desiderio di conquistare il mondo che ai propri cari. L’AIM, invece, come abbiamo già ampiamente visto nel primo episodio, è stata rapidamente trasformata in un surrogato di Google, un’azienda da lodare nella quale la salute psicofisica dei suoi impiegati viene sempre al primo posto – esattamente il contrario della filosofia lavorativa di George Tarleton.
Marvel’s MODOK riesce sempre di più a farci empatizzare con il suo crudele protagonista, non senza dolci momenti di riflessione e stupore. All’apparenza ennesimo prodotto di animazione, che in realtà nasconde un cuore tutto suo, complesso e stratificato. Se la prima (?) stagione della serie saprà mantenere questi standard, non c’è che dire: avremo di fronte un nuovo cult della storia dell’animazione della Casa delle Idee.
Senza nulla togliere ovviamente a mostri sacri come Spider-Man: The Animated Series, sia mai. A proposito, a quando l’inclusione su Disney+?
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