Road to Avengers: Infinity War è una iniziativa che andrà avanti ogni sabato da qui fino al 25 aprile 2018, data in cui uscirà il più atteso blockbuster della storia dei Marvel Studios. Ogni settimana ripercorreremo virtualmente uno dei film insieme a voi, svelandovi anche retroscena e curiosità che potrebbero esservi sfuggite nel corso della visione. I film verranno affrontati in ordine cronologico di uscita. Se vi siete persi gli appuntamenti precedenti potrete trovarli tutti sul nostro sito.
I Marvel Studios, per il 2017, si prendono una pausa dal pianeta Terra (tralasciando la parentesi Spider-Man: Homecoming, protagonista della nostra retrospettiva per la prossima settimana) e guardano al profondo cosmo. Ad aprile tocca infatti a Guardiani della Galassia Vol. 2 dare il via alla stagione dei cinecomic della Casa delle Idee, nuovamente con James Gunn alla guida e poteva vantare una già solidissima fanbase grazie al riuscitissimo primo capitolo.
Per Peter Quill arriva un momento importante della propria vita, la scoperta della vera identità di suo padre del quale abbiamo avuto qualche indizio nel corso del primo film. Come spesso accade, però, non tutto andrà per il verso giusto per i Guardiani e anche la tanto agognata figura paterna, affidata al volto di Kurt Russell, non si rivelerà così amichevole come Star-Lord pensava. In un film che getta le solide fondamenta di un gruppo neonato ma che sarà enormemente consolidato in vista di Avengers: Infinity War, trovano spazio nuovi arrivi e dolorosi addii.
LA TRAMA IN PILLOLE
Terra, 1980. Meredith Quill (Laura Haddock) e il suo ignoto fidanzato (Kurt Russell) si recano in un piccolo bosco dove l’uomo impianta un misterioso seme luminoso. I due si amano, e di lì a poco Meredith resterà incinta di Peter.
Pochi mesi dopo la conclusione di Guardiani della Galassia. Star-Lord (Chris Pratt), Gamora (Zoe Saldana), Drax (Dave Bautista), Rocket (Bradley Cooper) e il piccolo Groot (Vin Diesel), i Guardiani della Galassia, sono impegnati nella città dei Sovereign per proteggere le preziose batterie Anulax da un mostro interdimensionale. Ucciso l’alieno, i Guardiani ottengono dalla regina Ayesha (Elizabeth Debicki) consegna a Gamora la ricompensa, che si rivela essere Nebula (Karen Gillan), sorellastra della donna e figlia di Thanos che aveva partecipato alla battaglia di Xandar dalla parte di Ronan per poi fuggire. Il gruppo riparte a bordo della Milano, ma i Sovereign inseguono i Guardiani con la flotta da battaglia dopo aver scoperto che Rocket ha rubato alcune preziose batterie Anulax. Dopo un quasi fatale battibecco tra Peter e Rocket su chi dovesse pilotare la nave, solo l’intervento di un misterioso umano riesce a salvare i Guardiani, che si rifugiano su un pianeta di nome Berhert. L’umano misterioso si presenta come Ego, e afferma di essere il padre di Peter Quill. Padre e figlio decidono quindi di partire per il pianeta di Ego, insieme a Gamora, Drax e Mantis (Pom Klementieff), una strana aliena capace di captare le emozioni e modificarle.
Yondu Udonta (Michael Rooker), nel frattempo, viene ripudiato dall’intero corpo dei Ravagers che sembrano far capo a Stakar Ogord (Sylvester Stallone), e viene ingaggiato da Ayesha per trovare i Guardiani. Si dirige quindi con i suoi uomini su Berhert per catturarli, ma solo il tradimento di Nebula, che sfrutta l’ingenuità del piccolo Groot, riesce a fermare lo scaltro Rocket che viene intrappolato. Anche lo stesso Yondu, però, che intendeva tradire Ayesha per favorire i Guardiani, viene intrappolato dopo il “colpo di stato” di Taserface (Chris Sullivan), che poi stermina molti dei Ravagers. Solo grazie a Kraglin (Sean Gunn) e a Groot, Rocket e Yondu riusciranno a riprendersi completamente la nave, uccidendo i Ravagers ammutinati. A bordo di una navicella, Yondu decide di far rotta verso Ego, svelando a Rocket il vero motivo per cui non ha mai consegnato all’essere Peter quando lo rapì anni prima.
Ego, infatti, è un Celestiale, e questo rende Peter possessore di grandi poteri nel suo corredo genetico. La forma umana che vediamo non è altri che la manifestazione fisica di Ego, un intero pianeta che esiste dall’alba dei tempi e che nel corso dei miliardi di anni ha cercato di capire il suo ruolo nell’universo. Nel momento in cui scopre che Peter è dotato di parte dei suoi poteri, Ego svela infatti il suo piano: il Celestiale ha intenzione di sfruttare il potere di suo figlio per espandersi nell’universo, e rendere ogni pianeta una parte di se stesso. Yondu, un tempo incaricato di rapire i figli di Ego e portarli al suo cospetto, decise di non consegnare anche Peter nel momento in cui scoprì cosa succedeva ai bambini non dotati di potere, che venivano cioè uccisi da Ego. Nebula, che si è diretta sul pianeta per uccidere Gamora, fa infine pace con la sorellastra, e il gruppo è ora intenzionato a fuggire dal luogo dopo che Ego ha rivelato a Peter che è stato lui a impiantare la malattia mortale che uccise Meredith anni prima. Ego però si scatena, e i Guardiani decidono di penetrare nelle profondità del pianeta per distruggere la sua essenza originale e porre fine a tutto.
Nel nucleo di Ego, Rocket confeziona una bomba che Groot, essendo l’unico che può passare negli intricati cunicoli, può attivare. I Guardiani si preparano a uccidere il padre tiranno di Peter, ma l’intera armata Sovereign, avvertita da Taserface della posizione di Yondu, irrompe sulla scena costringendo il gruppo a combattere duramente. Sfruttando i suoi poteri, Peter riesce a sconfiggere la forma umana del padre, e Groot a far esplodere l’essenza di Ego, che si sgretola lentamente di fronte al ragazzo. Solo l’intervento di Yondu, che si sacrifica per quello che lui considera un figlio, permetterà a Peter di uscire dal pianeta e salvarsi per tornare sulla Milano, dove concederà il degno funerale a Yondu di fronte, a sorpresa, all’intero corpo dei Ravagers che ha compreso il valore dell’uomo. Nebula, nonostante la pace fatta con Gamora, decide di allontanarsi e andare a cercare Thanos per ucciderlo.
LE SCENE POST-CREDITI
Sono ben cinque le scene dopo i titoli di coda con le quali James Gunn ci delizia al termine di Guardiani della Galassia Vol. 2, che si dividono tra semplici sketch ad altre sequenze invece importanti. Vediamole nel dettaglio.
1
Kraglin, che forse in futuro rivedremo come membro dei Guardiani (ma non in Avengers: Infinity War, come è già stato confermato), vuole onorare il suo vecchio capitano e si sta esercitando con la freccia rossa di Yondu, dopo aver indossato la sua pinna che serve a controllarla. Con poco successo, al momento, ma c’è tempo per migliorare.
2
Stakar Ogord, accorso per un ultimo saluto a Yondu insieme a tutti gli altri Ravagers, si ritrova insieme ai suoi vecchi compagni di avventure come Martinex (Michael Rosenbaum), Charlie-27 (Ving Rhames), Krugarr, Mainframe (Miley Cyrus) e Aleta Ogord (Michelle Yeoh). Stakar si chiede se non sia il momento di riformare la vecchia squadra, per onorare ancora una volta l’operato dell’indimenticabile Yondu. Forse non molti sanno che i nomi che avete letto rappresentano proprio l’originale formazione dei Guardiani della Galassia dei fumetti Marvel degli anni ’60, prima che arrivasse la relativamente recente rifondazione con i nuovi volti che conosciamo tutti noi. È forse un preludio ad un nuovo team che vedremo nel sequel, nel 2020?
3
La più importante tra le scene post-crediti è quella che vede come protagonista Ayesha, regina dei Sovereign, rimasta devastata dalla sconfitta contro i Guardiani che hanno decimato il suo esercito di navi da battaglia. Ayesha sta dunque creando un nuovo essere vivente, sviluppato attraverso un bozzolo di rigenerazione completamente nuovo e più moderno rispetto a quelli che utilizza la razza dei Sovereign. Si tratterà del suo capolavoro, dell’essere che darà la caccia e ucciderà i Guardiani della Galassia, e ha già un nome: Adam. Meglio conosciuto, dagli amanti dei fumetti, come Adam Warlock.
4
Simpatico siparietto tra Peter Quill e Groot, che qui vediamo essere considerevolmente cresciuto rispetto alla fine del film ed essere entrato nella sua fase adolescenziale, se così vogliamo definirla. E infatti, Groot dimostra tutti i tratti tipici di quell’età: un po’ di strafottenza nei confronti di Star-Lord, voglia di ribellione e poca attitudine a seguire le direttive. Ah, questi giovani.
5
Per questo episodio di Road to Infinity War, legheremo il cameo di Stan Lee alla scena dopo i titoli di coda. Perché? Molto semplice: Excelsior ha ben due camei all’interno del film, che si riferiscono allo stesso ruolo e che fanno luce su uno dei grandi misteri del MCU. Sia durante il viaggio di Rocket e Yondu verso Ego, che al termine del film, Stan Lee viene visto su un desolato pianeta in compagnia di tre misteriosi individui pelati e con una testa molto grande rispetto al corpo. Qui Stan, vestito con una tuta spaziale molto vintage, sta raccontando alcune sue avventure, come quella che lo vide come un impiegato della FedEx a consegnare un pacco molto particolare. I tre tizi a cui si rivolge Stan sono Osservatori, entità cosmiche che accumulano informazioni e che hanno nel loro codice etico quello di non intervenire e non interagire con le altre razze. Finalmente scopriamo dunque perché il buon Stan Lee compare costantemente nei film Marvel: si tratta infatti di una sorta di inviato degli Osservatori, un uomo comune al quale viene permesso di viaggiare nel tempo e nello spazio per osservare momenti importanti della Storia. Una fan theory molto quotata sin da prima dell’uscita del film, e che James Gunn e Kevin Feige decisero di appoggiare.
CURIOSITÀ
La storia di Guardiani della Galassia Vol. 2, che ruota sostanzialmente intorno alla scoperta di Peter Quill delle sue origini, è notevolmente differente dai fumetti. Su carta stampata, infatti, Star-Lord è sì figlio di una terrestre e di un alieno, ma non si tratta di Ego bensì di J’Son, imperatore di Spartax e particolarmente poco amichevole nei confronti della Terra, specialmente negli ultimi anni. Ci sono però alcuni curiosi legami con le storie che abbiamo già letto. Prendiamo ad esempio Ayesha, che su carta stampata è conosciuta anche come Lei, la controparte femminile di quello che viene chiamato Lui, ossia Adam Warlock. Entrambi generati da esperimenti, nei film del MCU saranno ugualmente legati ma in maniera differente. Ci aspettiamo inoltre qualche bella sorpresa legata a Stakar e gli originali Guardiani della Galassia: sarebbe molto suggestivo rivedere Stallone nel prossimo film, magari con la sua tenuta di Starhawk.
A proposito di easter egg, possiamo semplicemente dire che il film è invaso da riferimenti ai fumetti, ma citiamo solamente i più interessanti. Yondu, ad esempio, una volta recuperata la sua pinna di nuova generazione, assomiglia notevolmente di più alla sua controparte cartacea, a differenza di quanto accadeva nel primo film. Oppure citiamo Krugarr, uno dei Guardiani originali dei fumetti che è uno stregone esattamente come il dottor Stephen Strange. Se osservate con attenzione la scena dopo i titoli di coda dedicata al gruppo di Ogord, potrete notare come Krugarr crei dalle proprie mani qualcosa di molto simile a quello che crea Strange quando utilizza l’energia dimensionale. Non possiamo poi non accennare a tre camei davvero esilaranti. Il primo è quello di Howard the Duck, che compare di sfuggita sul pianeta Contrax dove si trovano i Ravagers. Il secondo è relativo all’apparizione, nei titoli di coda, del Gran Maestro, personaggio interpretato da Jeff Goldblum che vedremo sempre nel 2017 ma in Thor: Ragnarok, come uno dei villain. Il terzo cameo è una vecchia conoscenza del mondo cinematografico della Marvel: Ego, mentre si prepara ad uccidere Peter, si trasforma infatti in David Hasselhoff, figura che Quill amava moltissimo da bambino. Appunto, una vecchia conoscenza per i film Marvel, perché nel 1998 Hasselhoff fu il protagonista del film TV Nick Fury: Agent of SHIELD.
Se volete scoprire tutte le curiosità intorno al film, vi invitiamo a visitare ScreenRant che lo scorso anno ha fatto una raccolta esaustiva.
UN GIUDIZIO SUL FILM
Il mix vincente del primo film, azione e dissacrante comicità, viene qui riproposto se possibile in quantità ancora maggiore, con forse un problema che mi fa ritenere questo Vol. 2 leggermente al di sotto di Vol. 1: la troppa voglia di far ridere. Nel sequel diretto sempre da Gunn sono presenti diversi momenti di comicità che pare forzata, quasi a voler necessariamente far ridere anche quando non ce n’è bisogno e a portare avanti momenti di ilarità sin troppo a lungo, rendendo eccessivamente ridicole situazioni che avrebbero reso al meglio se limitate nel tempo. Ciononostante, Guardiani della Galassia Vol. 2 rimane un ottimo cinecomic, un esempio di come Gunn sia riuscito a dare un’impronta ben precisa alla sua creatura e a riproporlo in una formula vincente, questa volta tappando errori come il villain (Ronan, nel primo film, fu una grande delusione, mentre Ayesha ed Ego sono personalità di rilievo). Coloratissimo, luminoso, vivace, incredibile sul fronte degli effetti visivi, tanto da creare il più grande effetto speciale della storia del cinema (il pianeta Ego è formato da quasi un trilione di poligoni). Un grande successo per i Marvel Studios, anche se, forse, gli incassi non andarono come i piani alti si aspettavano.
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