[PREMESSA] In occasione dell’arrivo, il 25 aprile 2019, di Avengers: Endgame, riproponiamo la nostra retrospettiva del MCU. Ogni settimana ripercorreremo virtualmente uno dei film insieme a voi, svelandovi anche retroscena e curiosità che potrebbero esservi sfuggite nel corso della visione. I film verranno affrontati in ordine cronologico di uscita. Se vi siete persi gli appuntamenti precedenti potrete trovarli tutti sul nostro sito.
Se volessimo trovare il principale merito di Iron Man, film del 2008, primo prodotto dei Marvel Studios e anche primo della Fase Uno del Marvel Cinematic Universe, è quello di aver introdotto la più carismatica figura di questo consolidatissimo franchise. Robert Downey Jr., alias Anthony Stark, alias Iron Man, è parso sin da subito un interprete eccezionale per il personaggio che avrebbe dovuto riproporre sul grande schermo. Un uomo sicuro di sé, dal tagliente umorismo, dalla personalità dominante. Genio, miliardario, playboy e filantropo, nessuna definizione potrebbe essere migliore per descrivere il figlio di Howard e Maria Stark, due figure la cui assenza si è fatta particolarmente sentire nella vita del giovane Tony come possiamo vedere dalle sequenze iniziali del film.
Unico erede e azionista di maggioranza delle Stark Industries, un colosso nella produzione e vendita di armi di distruzione di massa e non solo, la vita di Tony Stark è stata abbastanza distaccata dall’eredità che il duro Howard lasciò nelle sue mani, prediligendo feste, donne e successo personale al codice etico che avrebbe dovuto tenere molto più sotto controllo. In questa tipica storia di origini, un format che i Marvel Studios replicheranno spesso nel futuro post-Iron Man, l’evoluzione di Tony Stark è al centro di tutto. Il passaggio da un giovane ragazzino nel corpo di un quarantenne ad un uomo tutto d’un pezzo, che pur mantenendo ancora il proprio egoismo e il fortissimo carisma riesce a rendersi conto che, per citare un altro indimenticabile film Marvel diretto da Sam Raimi, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità“. E i poteri dell’erede di casa Stark sono ben due: il cervello dalle incredibili potenzialità e un conto in banca praticamente senza fine.
LA TRAMA IN PILLOLE
Tony Stark (Robert Downey Jr.) è un eccentrico multimiliardario, proprietario delle Stark Industries e sempre al centro dei tabloid e giornali di tutto il mondo per la sua ricchezza e soprattutto la sua fama di sciupafemmine, a cui solo l’amico fraterno James Rhodes (Terence Howard) riesce a porre un freno ma neanche troppo spesso. L’azienda è un’eredità di famiglia, ma Tony, mente geniale come pochi al mondo, se ne disinteressa notevolmente, progettando super-armi da vendere all’esercito americano e presentandosi di persona solamente agli appuntamenti ufficiali o importanti. Il caso vuole che nel corso di una di queste presentazioni, quella del missile Jericho in Afghanistan, Tony venga fatto prigioniero da alcuni terroristi che si fanno chiamare I Dieci Anelli, con a capo Raza (Faran Tahir). Insieme ad un altro prigioniero, l’ingegnere Ho Yinsen (Shaun Toub), Tony viene costretto a costruire per Raza un nuovo Jericho, cosa che invece non farà creando una versione ridotta del Reattore Arc (super-fonte di energia che alimenta le sue industrie e che ora gli salva la vita, impedendo ad alcune schegge metalliche di perforargli i cuore) e la prima armatura di Iron Man, Mark I, per riuscire a fuggire dal campo di prigionia. Il prezzo sarà però elevato: Yinsen darà la sua vita per permettere a Stark di fuggire, e Tony si renderà conto che le armi dei Dieci Anelli arrivano direttamente dalla sua fabbrica, le Stark Industries.
Una volta tornato in patria, Tony decide di dare una sterzata alla sua vita. L’esperienza in Afghanistan gli ha insegnato che è anche colpa sua, ovviamente indirettamente, se terroristi come I Dieci Anelli sono riusciti a seminare tanta distruzione nel Medio Oriente, e decide di avviare una rivoluzione personale e globale: stop alla produzione delle armi da parte delle Stark Industries, e stop anche al suo regime di vita. In tutto questo, a sua insaputa, Tony si sta facendo sempre più nemici, su tutti Obadiah Stane (Jeff Bridges), figura paterna e amico di Howard Stark che ha sempre protetto il giovane Tony. In realtà, come scopriremo poi all’interno del film, Stane sta pensando solamente ai propri interessi. In contatto diretto con Raza, è stato Stane a organizzare il rapimento di Stark per toglierselo di torno, pianificando di dirigere senza intoppi le Stark Industries, ma dopo il fallimento di quel piano il villain si rivelerà sempre più interessato alla nuova tecnologia sviluppata da Tony: la versione ridotta del reattore Arc e naturalmente le sue armature, che questi continua a potenziare creando modelli sempre migliori.
Nel frattempo anche lo SHIELD, organizzazione governativa segreta, si interessa della questione Iron Man, come è stato ribattezzato il “vigilante” che sta operando in diverse parti del mondo senza il controllo di alcun Paese. L’agente Phil Coulson (Clark Gregg) entra in contatto con Virginia Pepper Potts (Gwyneth Paltrow), assistente personale di Tony Stark, per organizzare un colloquio con lui, ma la situazione precipita quando Stane, stufo dei continui fallimenti della sua squadra di ricerca, svela le carte in tavola: Obadiah si precipita a Malibù, nella villa di Tony, e dopo averlo immobilizzato lo priva del reattore Arc lasciandolo in fin di vita, tutto per alimentare la sua super-armatura Iron Monger. Solo l’intervento di Rhodes riuscirà a salvare Tony, che, una volta indossata la sua armatura con un nuovo reattore, si precipiterà ad abbattere Stane una volta per tutte, rimettendoci quasi la vita. Il mondo è però ora a conoscenza di Iron Man, l’impatto mediatico è fortissimo, e circolano alcune teorie circa l’identità dell’uomo mascherato dietro cui si celerebbe Stark. Lo SHIELD e Pepper convincono Tony a pronunciare un discorso fatti ad hoc per fornire un alibi perfetto, ma con un colpo di coda, dettato dalla sua narcisistica personalità sempre in agguato, ecco che il rampollo di casa Stark pronuncia le quattro parole che sono già entrate nella storia del cinema:
“Io sono Iron Man”.
LA SCENA POST-CREDITI
Inaugurare il Marvel Cinematic Universe significava anche, per Iron Man, dare il via ad una tradizione che ancora oggi è un marchio di fabbrica dei film dei Marvel Studios e che altre produzioni hanno iniziato spesso a replicare: una scena post-credits che desse qualche piccolissimo indizio sul futuro del personaggio, del film o, in questo caso, dell’universo cinematografico. E dopo il debutto di Robert Downey Jr. nei panni di Tony Stark, di Gwyneth Paltrow in quelli di Pepper Potts e di Clark Gregg in quelli dell’agente Phil Coulson dello SHIELD, arriva, al termine dei titoli di coda di Iron Man, il momento di svelare agli spettatori il grande capo dell’organizzazione governativa segreta che si occupa di questioni molto particolari. Nicholas J. Fury, interpretato da Samuel L. Jackson, fa capolino per la prima volta nella villa di Stark a Malibù, disattivando senza troppe difficoltà i protocolli di sicurezza di JARVIS e presentandosi ad un confuso Iron Man che ha da poco rivelato al mondo la sua identità. Proprio questa decisione, forse egoistica ma naturalmente dettata dalla personalità di Tony, ha convinto Fury ad uscire allo scoperto e rivelare il suo più grande progetto: l’Iniziativa Vendicatori. Il futuro, ovviamente, lo conosciamo tutti. Ma per gli spettatori di Iron Man, nel 2008, tutto finì lì. E l’appuntamento per la parolina magica, che faceva già sognare i milioni di fan Marvel, era rimandato all’anno successivo.
CURIOSITÀ
Snoccioliamo insieme alcune delle curiosità legate al film, andando anche a caccia di easter egg. La storia delle origini di Tony Stark e del suo alter ego metallico è perfettamente in linea con quanto avvenuto nei fumetti classici. Anche in quel caso, Tony venne fatto prigioniero insieme a Yinsen, arrivando a costruire poi la Mark I che nel film è stata replicata nei minimi dettagli. Un easter egg curioso, e che perseguiterà Tony anche in futuro, riguarda il nome del gruppo terroristico che lo ha catturato in Medio Oriente. Questo gruppo viene infatti chiamato I Dieci Anelli, nome che si riferisce ai dieci oggetti magici in possesso del Mandarino, nemesi da sempre di Iron Man. In realtà, l’anello che indossa Raza nel film non ha alcun potere, e anzi come vedremo successivamente sembra che la magia, con I Dieci Anelli del film, c’entri ben poco a differenza dei fumetti. Un altro easter egg arriva dall’IA che gestisce l’abitazione prima e le armature di Tony poi. Questa, con la voce di Paul Bettany, è stata ribattezzata infatti JARVIS (Just A Rather Very Intelligent System), che altri non è che un riferimento ai fumetti dei Vendicatori: Edwin Jarvis è, su carta stampata, il maggiordomo degli Avengers, figura che poi anni dopo si scoprirà essere reale anche nel Marvel Cinematic Universe nella serie TV Agent Carter, dove si rivelerà essere il maggiordomo di Howard Stark. Durante il combattimento tra Iron Man e Iron Monger (che era stato in origine pianificato come villain del sequel, salvo poi cambiare i piani in corsa), è possibile vedere un’insegna della Roxxon Corporation, che i fan dei fumetti conoscono molto bene. La Roxxon è una società malvagia, capace di azioni senza scrupoli e che ha molte ripercussioni sull’universo Marvel. Addirittura, sempre nei fumetti, fu la Roxxon a organizzare l’assassinio dei coniugi Stark.
Una piccola chicca per finire questo capitolo sulle curiosità: l’attore Terrence Howard interpreta James Rhodes, uno dei pochissimi personaggi del MCU ad aver subito un recasting (a favore di Don Cheadle, da Iron Man 2). In una scena poco prima dello scontro tra Tony e Staine, Rhodes osserva una delle armature ancora di colore grigio metallizzato, con la tentazione di indossarla ma desistendo e ripromettendosi di farlo la prossima volta. Questo non era altro che un riferimento a War Machine, alter ego di Rhodes anche nei fumetti per il quale Tony costruisce un’armatura su misura per aiutarlo. Peccato però che Howard non la indosserà mai: a causa di divergenze con regista e attori, questo sarà il primo e unico film nel MCU.
UN GIUDIZIO SUL FILM
Il film diretto da Jon Favreau rientra probabilmente nei migliori film mai prodotti dai Marvel Studios. Il perché è da ricercare sia nella maggiore libertà creativa che il film aveva a disposizione (essendo il primo esponente di un progetto ancora non certo fino in fondo, i collegamenti con altre pellicole erano davvero esigui) sia nella nuova personalità, quella di Tony Stark, che i cinecomic non avevano mai esplorato prima di quel momento. Con un cast stellare tra cui anche i già citati Jeff Bridges, carismatico villain senza troppi scrupoli, e Gwyneth Paltrow, Iron Man seppe dosare alla perfezione momenti d’azione e comicità, ma anche “dramma alla Tony Stark” e colpi di scena importanti che contribuiranno a plasmare il personaggio che tutti noi oggi conosciamo. Senza ombra di dubbio si tratta del miglior film della trilogia dell’Uomo di Ferro, e, tralasciando The Avengers, anche il miglior film della cosiddetta Fase 1 dell’Universo Cinematografico Marvel.
IL CAMEO DI STAN LEE
Stan Lee, il padre di gran parte dei personaggi Marvel, continua anche in Iron Man la sua serie di fugaci apparizioni già fatte in altri film legati alla Casa delle Idee, come I Fantastici Quattro e Spider-Man. In Iron Man, Stan Lee compare nelle prime battute del film, impersonando una specie di Hugh Hefner al casinò con tanto di accappatoio e giovani ragazze intorno a lui. Sempre in quella scena, a tal proposito, compare Happy Hogan (Jon Favreau), personaggio ricorrente dei film Marvel, ed è possibile udire in sottofondo una versione arrangiata del tema musicale originale della serie animata di Iron Man degli anni ’60.
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