Home Cinema Road to Avengers: Infinity War – Segreti e curiosità di Thor: The Dark World

Road to Avengers: Infinity War – Segreti e curiosità di Thor: The Dark World

[PREMESSA] Road to Avengers: Infinity War è una iniziativa che andrà avanti ogni sabato da qui fino al 25 aprile 2018, data in cui uscirà il più atteso blockbuster della storia dei Marvel Studios. Ogni settimana ripercorreremo virtualmente uno dei film insieme a voi, svelandovi anche retroscena e curiosità che potrebbero esservi sfuggite nel corso della visione. I film verranno affrontati in ordine cronologico di uscita. Se vi siete persi gli appuntamenti precedenti potrete trovarli tutti sul nostro sito.

Il 2013 segna non solo il ritorno di Iron Man, ma anche quello di Thor. The Dark World è il titolo del sequel del blockbuster del 2011, quando il mondo Marvel conobbe per la prima volta il Dio del Tuono. Tanti volti noti che fanno ritorno, e un potentissimo nemico che fa il suo esordio destando però molte critiche tra i fan.

Thor: The Dark World è risultato essere un film altamente dimenticabile, da molti considerato il peggior prodotto cinematografico ad oggi dei Marvel Studios. Ma vediamo e ripercorriamo insieme i perché di questa debacle, non tanto al botteghino quanto qualitativa, che decretarono numerosi cambiamenti nella gestione del personaggio e del suo franchise. Forse esagerati, come vedremo in futuro.

LA TRAMA IN PILLOLE

In un passato non ben definito. Malekith (Christopher Ecclestone), leader degli Elfi Oscuri, sta scatenando il potere dell’Aether per soggiogare i Nove Regni durante il loro allineamento. La straordinaria fonte di potere continua ad alimentare le mire espansionistiche dell’oscurità di Malekith, ma le truppe di Asgard sono pronte a tutto per fermarlo. È così che Bor (Tony Curran), padre di Odino, decide di affrontare gli Elfi Oscuri a Svartalfaheimr, riuscendo grazie al Bifrost a privare il malvagio conquistatore dell’Aether. Malekith fugge insieme ai pochi rimasti, ma l’Aether non può essere distrutto. Verrà quindi conservato, su ordine di Bor, in un luogo che mai nessuno potrà raggiungere, per evitare di scatenare nuovamente la sua minaccia.

Oggi. In seguito ai crimini compiuti sulla Terra, Loki (Tom Hiddlestone) viene giudicato colpevole da Odino (Anthony Hopkins) e rinchiuso nelle prigioni di Asgard. I Nove Regni, nel frattempo, approfittando della distruzione del Bifrost ricostruito solo recentemente, sono nel caos, e Thor (Chris Hemsworth), i Tre Guerrieri Volstagg (Ray Stevenson), Fandral (Zachary Levy) e Hogun (Tadanobu Asano), e Lady Sif (Jaimie Alexander) stanno viaggiando tra i vari mondi per riportare la pace. Sulla Terra, nel frattempo, strani avvenimenti si stanno verificando. L’allineamento dei Nove Regni, infatti, sta per compiersi nuovamente, e nascono passaggi invisibili tra i mondi che possono essere attraversati. È ciò che accade all’astrofisica Jane Foster (Natalie Portman), che a Londra viene risucchiata da uno di questi passaggi spaziotemporali e si ritrova in un luogo cupo e sconosciuto, al cui interno trova l’Aether. Senza che possa impedirlo, Jane viene investita dalla misteriosa sostanza, che entra dentro di lei. Thor nel frattempo scopre che Jane è irrintracciabile anche da Heimdall (Idris Elba) e decide di tornare sulla Terra per cercarla. Ritrovata Jane, decide di portarla ad Asgard per curare l’infezione dell’Aether, lasciando sola l’assistente della ragazza Darcy Lewis (Kat Dennings) e il suo tirocinante Ian (Jonathan Howard).

Malekith, che ha percepito nuovamente il potente Aether, si è risvegliato e con lui la sua grande flotta, che ora si prepara a marciare su Asgard per riconquistare il potere perduto. Nel Regno Dorato, Odino confida a Thor la storia dell’Aether, resto di ciò che esisteva prima di questo universo e che venne forgiato in alcuni lingotti molto particolari, ma gli confida anche che per Jane non c’è rimedio: l’Aether la consumerà fino a ucciderla. Tramite un infiltrato nelle prigioni di Asgard, però, Malekith inizia la sua invasione al regno, ma nel tentativo di rapire Jane e ciò che custodisce dentro di lei verrà sfigurato da Thor e costretto alla fuga su Svartalfaheimr, non prima però di aver ucciso la moglie di Odino, Frigga (Rene Russo). L’assedio viene respinto, ma la collera di Thor lo spinge ad un’azione di alto tradimento. Nonostante il divieto imposto da suo padre, il Dio del Tuono si dirige sul pianeta madre degli Elfi Oscuri insieme a Jane per tendere una trappola a Malekith: dopo che questi avrà estratto l’Aether dalla ragazza, Thor ha intenzione di ucciderlo grazie all’aiuto di Loki, che vuole vendicare la madre alla quale era molto legato nonostante l’assenza di reali legami di sangue. Su Svartalfheimr Malekith riesce a estrarre l’Aether, ma il piano di Thor fallisce, anche a causa della morte del fratellastro trafitto da una spada. Soli e sperduti sul pianeta, Thor e Jane riescono fortunatamente a trovare un passaggio spaziotemporale che li conduce su Midgard, a Londra.

Darcy e Ian, nel frattempo, hanno recuperato il dottor Eric Selvig (Stellan Skarsgard), ancora in preda a disturbi psichici dovuti al controllo della mente subito da Loki in The Avengers. Nei suoi momenti di lucidità, però, Selvig sa che sta per avvenire la convergenza dei nove pianeti, e che qualcosa di pericoloso potrebbe accadere. A Londra, infatti, precisamente a Greenwich, è presente uno dei punti in cui avverrà l’allineamento perfetto dei Nove Regni, e difatti Malekith si dirige lì con la sua corazzata per scatenare finalmente il potere dell’Aether. Grazie all’aiuto di Selvig e Jane, Thor, al termine di una lunga battaglia che ha luogo su più pianeti a causa delle distorsioni spaziali, uccide Malekith e recupera l’Aether, che verrà richiuso in uno scrigno e portato ad Asgard. Nella sala del trono del regno, Odino e Thor si scambiano affettuosi saluti, dopo che il ragazzo ha deciso di restare sulla Terra vicino alla donna che ama. Con la benedizione del padre, il Dio del Tuono riparte per Midgard, ma senza sapere la tremenda verità: quello con cui ha parlato non è Odino, bensì Loki, sopravvissuto a Svartalfheimr e che ha preso il posto del padre come sovrano di Asgard.

LE SCENE POST-CREDITI

Nella prima scena post-credits, Volstagg e Sif si recano a Knowhere, nell’antro di Taneleer Tivan (Benicio del Toro), il Collezionista. Con loro, in questo cupo luogo, portano l’Aether, che Odino (Loki, in realtà) ha deciso di non tenere ad Asgard perché troppo pericoloso. Come afferma Volstagg, non è infatti saggio mantenere così vicine due Gemme dell’Infinito, dato che nel Regno Dorato è già conservato il Tesseract. Tivan promette di conservare la Gemma per gli asgardiani, salvo poi rivelare i suoi piani quando questi si allontanano dalla sua tana: il Collezionista ha intenzione infatti di raccogliere tutte le sei Gemme, come poi vedremo anche in Guardiani della Galassia l’anno successivo.

Nella seconda scena al termine dei titoli di coda vediamo Thor giungere a Londra dopo il dialogo avuto con suo padre, e riabbracciare Jane dopo aver deciso di restare con lei. Una piccola chicca: l’attrice che bacia Chris Hemsworth in questa piccola clip non è Natalie Portman, che all’epoca delle riprese della scena extra era impegnata su un altro set. A sostituirla ci fu Elsa Pataky, moglie nella vita reale dell’attore australiano.

CURIOSITÀ

Mentre Selvig espone agli ospiti dell’istituto psichiatrico la sua teoria sugli effetti dell’allineamento dei Nove Regni, possiamo notare un paio di easter  egg molto interessanti sull’universo Marvel. Da un lato della lavagna è infatti riportata la dicitura 616, riferimento al principale universo fumettistico della Casa delle Idee. Come ben sappiamo, esistono infiniti universi paralleli (situazione cambiata però pochi anni fa in seguito ai fatti della serie evento Secret Wars), ma quello di Terra-616 è  l’universo che più seguiamo da vicino e quello anche più antico tra tutti quelli visti nei fumetti. In un’altra parte della lavagna, invece, troviamo un riferimento alla Faglia, una gigantesca spaccatura spazio-temporale generata (sempre nei fumetti, ovviamente) da Freccia Nera quando fece esplodere un ordigno ricco di Nebbie Terrigene al termine della guerra Kree-Shi’ar. La frattura collega tra loro più universi paralleli: sarà forse un modo per comunicarci che anche noi al cinema potremo vedere diverse realtà e timeline? Un riferimento al futuro del franchise di Thor, però, lo abbiamo nella scena dell’allineamento dei Nove Regni, dove possiamo dare uno sguardo anche a pianeti ancora non visitati. Tra questi spicca sicuramente il regno infuocato di Muspelheim e governato da Surtur, l’entità che nella mitologia norrena scatena il Ragnarok. Che, come sappiamo, accadrà anche nel MCU.

Ma la curiosità di maggiore interesse che Thor: The Dark World ci ha lasciato è la prima vera menzione delle Gemme dell’Infinito. Ritenute come semplici leggende, le Gemme dell’Infinito sono i resti di un universo antecedente a quello nel quale vivono ora i personaggi che conosciamo, che vennero forgiati in 6 pietre ognuna padrona di un aspetto del cosmo: mente, anima, potere, spazio, tempo e realtà, quest’ultima proprio il potere che racchiude l’Aether. Ne abbiamo un assaggio quando Odino parla a Jane e Thor di Malekith e della leggenda degli Elfi Oscuri, ma solamente nella  prima scena post-crediti, che vi abbiamo descritto poco fa, avemmo la conferma, riguardo anche il Tesseract. Come riferisce Volstagg a Tivan, infatti, anche nel Tesseract è contenuta una Gemma, e per questo motivo Odino ha deciso che tenerle troppo vicine non è saggio. Sempre a Knowhere, nell’antro del Collezionista, possiamo notare un curioso bozzolo che ha scatenato le più fantasiose teorie dei fan fino a quando, nel 2017, James Gunn nel suo Guardiani della Galassia Vol. 2 ha voluto fare chiarezza. Per anni i  fan hanno infatti sostenuto che il bozzolo contenuto nella teca del Collezionista appartenesse ad Adam Warlock, enigmatica e potente figura della sfera cosmica dei fumetti Marvel e che ha un legame potentissimo con la Gemma dell’Anima, tanto da esserne diventato, in passato, quasi una manifestazione fisica. In realtà il bozzolo visibile in The Dark World (e che ritroveremo anche in Guardiani della Galassia nello stesso luogo) è più probabilmente una delle forme “primitive” dei Sovereign, razza aliena alla quale appartiene anche Warlock.

UN GIUDIZIO SUL FILM

Ricordo chiaramente le mie sensazioni nel 2013, una volta uscito dalla sala di proiezione di Thor: The Dark World. Il film era da me molto atteso, Thor è in assoluto il personaggio che apprezzo maggiormente su carta stampata insieme ai Fantastici Quattro, e a caldo i miei pareri sul blockbuster diretto da Alan Taylor furono molto positivi. Una colonna sonora a cura di Brian Tyler che aveva quell’epico tono nelle sue note che ben calzava allo scopo, la presenza (finalmente) delle Gemme dell’Infinito tanto bramate dai fan, e il ritorno su grande schermo di un ottimo Hemsworth e dell’ancor migliore Hiddlestone, perfetto nel ruolo doppiogiochista di Loki. Purtroppo però, a freddo, mi resi conto degli evidenti limiti e problemi che The Dark World portava con sé. Il film mancava di una vera linea mitologica, quella drammaticità che avemmo nel primo film e che qui non venne riproposta, rimpiazzata invece da una serie di eccessive battute che decontestualizzavano quanto appena visto. Basti pensare alla morte di Loki, un momento tragico per Thor che viene smorzata nell’arco di pochi secondi con una serie di sketch comici con protagonisti il Dio del Tuono, Jane e Selvig, fatto che veniva accentuato ulteriormente in tutto il film grazie a personaggi superflui come Darcy o al suo assistente Ian. Insomma, bene avere la spalla comica della protagonista femminile, ma la spalla comica della spalla comica si poteva certamente evitare. E poi c’è ovviamente il capitolo Malekith, villain che nei fumetti nasconde un background eccellente, una forza d’animo mostruosa e che è di fatto forse la più grande nemesi di Thor, che si è scontrato con il Dio del Tuono innumerevoli volte. Il sovrano di Svartalfheimr viene qui quasi ridicolizzato, esposto come simbolo di un semplice male da combattere e non gli viene concesso alcuno spazio, relegato a quei pochi minuti nell’arco dell’intero film nei quali le parole sono poche e i fatti ancora meno, finendo con il maltrattare anche la prova di Christopher Ecclestone nei panni del leader degli Elfi Oscuri. Niente da dire sugli ottimi effetti speciali, ma questa è ormai consuetudine nei film Marvel. L’ultima lamentela, una delle più importanti, è la quasi estraneità che il film sembra avere con i restanti personaggi e ruoli del MCU. La maestosa battaglia tra Thor e Malekith a Londra attira infatti solamente le attenzioni dell’esercito inglese, che invia due caccia in ricognizione. Ma come accaduto in Iron Man 3, qui fioccano ancora più domande. Dov’è lo SHIELD? Dove sono i Vendicatori? Insomma, parliamo di una minaccia a livello galattico, che sta sconquassando Londra e che è ben visibile a tutti. Perché nessuno oltre a Thor ha voluto muovere un dito per risolvere la situazione? Questa linea di pensiero del MCU è una costante nota negativa nella Fase Due, che troviamo anche in Captain America: The Winter Soldier di cui parleremo la prossima settimana, e il vero problema delle produzioni dal 2012 al 2015. Fortunatamente, in seguito, Feige e i suoi troveranno il modo di far quadrare il cerchio introducendo numerosi team-up nei film. Ma il danno di The Dark World, ad oggi probabilmente il peggior film dei Marvel Studios insieme ad Iron Man 2, è ormai indelebile.

IL CAMEO DI STAN LEE

Il dottor Selvig ci viene mostrato, ad un certo punto del film, intento a spiegare la sua teoria dell’allineamento dei pianeti ad un gruppo di anziani all’interno dell’istituto di recupero in cui era rinchiuso dopo l’esaurimento nervoso. Per spiegarlo meglio ai presenti, Selvig decide di utilizzare due scarpe, che sovrappone per mostrare in maniera più evidente i pericolosi effetti che avrà questo evento cosmico che avviene ogni 5000 anni. Al termine della spiegazione, un arzillo vecchietto chiede indietro la propria scarpa a Selvig. E di chi altri potrebbe trattarsi, se non di Stan Lee?

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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