Possiamo dire: “che schifo”?
Soprattutto nell’ultimo anno, Youtube e altre piattaforme social sono state inondate da trailer completamente falsi realizzati con l’ausilio di intelligenza artificiale, che rielabora sequenze e immagini ufficiali per creare contenuti nuovi – e fasulli. Sta accadendo a Superman, il film con David Corenswet che uscirà in estate, ma non mancano finti trailer di Avengers: Doomsday, Harry Potter, TRON: Ares, Mission Impossible, Spider-Man 4, John Wick 5. Nemmeno le serie tv, a dire il vero, vengono lasciate in pace.
La cosa più preoccupante di tutto ciò, però, è come le major stanno rispondendo a questo dilagante fenomeno. Questi finti trailer non solo traggono in inganno il pubblico, ma rischiano anche di danneggiare la reputazione di uno studio. Dalle parti di Hollywood, tuttavia, il dio denaro sta portando a compiere alcune scelte a dir poco controverse.
In un lungo report, Deadline ha rivelato che alcune major americane, invece di battere i pugni sul tavolo per fermare gli spot e i trailer contraffatti, stanno chiedendo a YouTube di garantire che i ricavi pubblicitari ricavati dalle visualizzazioni fluiscano nella loro direzione. In poche parole, alcuni studi (si parla di Warner Bros. Discovery, Paramount e Sony) vogliono monetizzare sui contenuti fake creati dall’AI, in una mossa che eticamente non è certo esente da preoccupazioni.
Il motivo esatto per cui lo stanno facendo è un mistero (tutte le major contattate da Deadline hanno rifiutato di commentare), ma solleva interrogativi sulla loro volontà di accettare denaro per contenuti che sfruttano la loro proprietà intellettuale. Il sindacato degli attori SAG-AFTRA ha descritto il report come una “corsa al ribasso” alla quale Hollywood sta andando incontro.
Deadline ha parlato con Nikhil P. Chaudhari, fondatore di Screen Culture, una delle realtà social più attive nella produzione di trailer fake. Chaudhari ritiene che il suo portale, sebbene costruisca video che non dovrebbero esistere e non corrispondono alla realtà, aiuti a promuovere i film, motivo per cui gli studi non applicano il copyright sulla stragrande maggioranza dei suoi video.
Le e-mail esaminate nel report, come accennato poco fa, mostrano come Warner Bros. Discovery abbia rivendicato la monetizzazione sui trailer di Screen Culture per Superman e House of the Dragon. Allo stesso modo, Sony Pictures ha rivendicato entrate su falsi trailer per Spider-Man e Kraven The Hunter, mentre Paramount ha fatto lo stesso su un video contraffatto di Il Gladiatore II.
Il sindacato SAG-AFTRA non è però d’accordo. In una dichiarazione condivisa con Deadline, ammonisce gli studi per aver fatto soldi con video che sfruttano i suoi membri senza permesso. “Così come SAG-AFTRA sta negoziando aggressivamente i termini del contratto e creando leggi per proteggere e far rispettare i diritti di voce e somiglianza dei nostri membri, ci aspettiamo che i nostri partner di negoziazione facciano rispettare aggressivamente la loro proprietà intellettuale da qualsiasi appropriazione indebita di IA”, afferma il sindacato. “Monetizzare usi non autorizzati, indesiderati e scadenti di proprietà intellettuale incentrata sull’uomo è una corsa al ribasso. Incentiva le aziende tecnologiche e i guadagni a breve termine a scapito di uno sforzo creativo umano duraturo”.
L’impressione di Chaudhari è che il copyright venga applicato in modo incoerente, con rivendicazioni di monetizzazione avanzate solo su circa il 10% dei 2.700 video di Screen Culture. Anche Amazon e Disney hanno contattato il portale per chiedere la rimozione di alcuni trailer, lasciando però che altri restassero regolarmente online.
Se siete interessati, ecco tutto il lungo report di Deadline.
Scrivi un commento