La ripresa, dopo lo scioccante finale del primo episodio, non è facile. Anche perché Nick Fury (Samuel L. Jackson), in questa seconda puntata della miniserie Secret Invasion, si rende conto di essere sempre più solo.
La nuova serie dei Marvel Studios si è sempre presentata come qualcosa di differente, un prodotto capace di mettere in scena qualcosa che nel MCU non si era mai visto. Dapprima i toni thriller-politico l’hanno inevitabilmente avvicinata a The Falcon and the Winter Soldier, che senza neanche pensarci troppo si ispirava a quell’apprezzatissimo Captain America: The Winter Soldier nel quale proprio Fury aveva un ruolo chiave. Sì, la sensazione resta, ma Secret Invasion sta iniziando a prendere binari ancor più crudi.
Questo secondo episodio in particolare, nel quale Sonya Falsworth (Olivia Colman) si rende protagonista di una scena abbastanza raccapricciante per gli standard del MCU (e di questo ne siamo felici, questo universo è talmente vasto che i prodotti possono essere tanti e di natura differente, e i Marvel Studios lo stanno capendo), le pedine degli Skrull iniziano a rivelare le loro mosse. Gli alieni mutaforma, negli anni ’90, a seguito degli eventi di Captain Marvel hanno deciso di restare sulla Terra, mentre Carol Danvers ha proseguito la sua missione per cercare un nuovo pianeta insieme a Fury, seppur a fasi alterne.
Scopriamo qualcosa di più sulla storia degli Skrull e del pianeta Skrullos direttamente da Talos (Ben Mendelsohn), sempre perfetto nel suo ruolo di decaduta guida di un popolo ormai frammentato, se non addirittura distrutto, dalla fazione di Gravik (Kingsley Ben-Adir). Ed è proprio Gravik che, dopo le sue folli azioni nel primo episodio, regala un altro colpo di scena, che poi è quello che tutti ci aspettavamo. Ricalcando le orme dell’omonima run a fumetti del 2008, la serie ci mostra chiaramente che gli Skrull si sono ormai infiltrati tra le più alte cariche dei paesi di tutto il mondo, addirittura in organizzazioni come la NATO, e il destino dell’umanità, incredibilmente, è nelle loro mani.
E Fury, in tutto questo, è sempre più solo. Non solo perché la povera Maria Hill (Cobie Smulders) è rimasta vittima degli eventi, ma anche perché l’ex boss dello SHIELD, caduto in un mix di depressione e delusione tra il Blip di Thanos e la fallita missione per gli Skrull, si ritrova abbandonato anche dagli alleati storici. James Rhodes (Don Cheadle), su richiesta del Presidente degli Stati Uniti, offre a Fury la possibilità di fuggire, sottolineando però che l’uomo non deve e non può avere a che fare con questa guerra.
Eppure, Fury stesso solleva un dettaglio che Rhodes non può sottovalutare. A cosa servirebbe, in questo momento, chiamare una nuova squadra di Avengers? Gli Skrull sono una delle minacce più letali che l’umanità abbia mai conosciuto, poiché è praticamente impossibile sapere chi abbiamo davvero di fronte. Ed è una domanda, questa, che il pubblico continuerà probabilmente a farsi durante l’arco di tutta la miniserie, la quale sta toccando anche un altro tema della run a fumetti: gli esperimenti genetici. Ne vedremo delle belle, speriamo. E Fury sarà sempre solo, in questa guerra segreta.
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