“Attack on Titan Final Season THE FINAL CHAPTERS Special 2” è finalmente disponibile (appena rilasciato ha mandato in tilt Crunchyroll per i troppi utenti connessi al sito): possiamo dunque mettere la parola “fine” su questa epica storia fatta di guerra, morte, amicizia, pregiudizio, destino e amore. Almeno per il momento.
L’episodio finale, il secondo “speciale” come è stato definito, arriva dopo un primo episodio lungo della durata di un’ora. Questa puntata conclusiva, denominata “Special 2”, dura invece poco meno di un’ora e mezza. Un episodio extra-large, in tutti i sensi.
Per chi se lo stesse chiedendo: sì, si tratta del finale ufficiale de L’Attacco dei Giganti. La storia si conclude qui, esattamente come l’aveva scritta Hajime Isayama il 9 aprile 2021, data di uscita in Giappone dell’ultimo capitolo.
Avevamo parlato approfonditamente del finale di questa storia, analizzandone il significato e le differenti sfaccettature. Oggi invece ci dedicheremo all’adattamento animato.
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Attack on Titan, episodio finale 4×30: lo schiavo della libertà
Nei primi minuti di questo episodio non c’è tempo per perdersi in chiacchiere: riprendiamo esattamente da dove ci eravamo lasciati, nel pieno dell’azione. L’anime segue pedissequamente il manga, senza alcun tipo di variazione sostanziale rispetto alla trama già scritta dall’autore. Abbiamo notato tuttavia qualche leggera variazione in alcuni dialoghi chiave, che rendono così i personaggi più coerenti con sé stessi e con quanto accaduto: abbiamo sempre apprezzato questo tipo di aggiustamenti, lo abbiamo apprezzato ancor più questa volta.
Tutti i protagonisti hanno superato l’odio legato al passato per unirsi contro il nemico comune: Eren Jaeger. Ormai soltanto l’ombra di se stesso, in preda a una furia omicida senza eguali, è determinato a sterminare l’intera popolazione umana al di fuori degli abitanti della sua isola natale.
Le forze armate di Paradis si scagliano in un ultimo disperato attacco per fermare il Boato: le sorti del mondo si decidono in groppa al gigantesco scheletro che è ora Eren. I nostri eroi infatti, guidati da Armin e Levi, cercano di raggiungere il corpo dell’ex compagno per porre fine al genocidio. Raggiungere la testa di Eren è tuttavia un compito davvero arduo, in quanto dall’enorme scheletro vengono generati senza sosta i Giganti del passato. Oltre alla forza del Fondatore, i combattenti devono vedersela anche con le varie forme dei giganti appartenuti a Galliard, Berthold, Ymir e gli altri. Questi mostri giungono in gran numero e si “riproducono” all’infinito, mettendo la squadra di Levi e di Armin davanti a una terribile verità: non c’è modo di vincere, prima o poi verranno sopraffatti.
Nonostante il potere di Levi e Mikasa, l’intraprendenza di Pieck, la determinazione di Reiner e il coraggio di Jean e Connie, gli eroi soccombono: Armin viene inglobato da uno speciale titano e messo fuori gioco, mentre attorno a lui il Boato non si ferma e la vita degli altri è sempre più appesa a un filo.
Questo lungo episodio conclusivo non è solo azione e combattimento: come ci ha abituati Hajime Isayama (soprattutto dopo il momento clou relativo alla “cantina”), Attack on Titan offre tantissimi spunti di riflessione sulla storia dell’uomo, sul pregiudizio, sulla natura più profonda della vita stessa. Questo è il vero cuore di Shingeki no Kyojin, che raggiunge il suo apice qui, in alcuni dialoghi fondamentali che avvengono tra diversi personaggi. Pur spezzando il ritmo della battaglia, è proprio in questi momenti che si ritrova tutta l’essenza de L’Attacco dei Giganti, una narrazione unica nel suo genere, che è stata capace di ergersi sul panorama della narrativa nipponica grazie all’incredibile caratterizzazione dei personaggi e alla filosofia che sottostà a ogni evento.
Il mondo è caos, è vero, ma non possiamo fare a meno di interrogarci, di cercare di capire, di chiederci perché.
Così continua a fare Armin, trovandosi faccia a faccia con Zeke Jaeger. Fino alla fine Armin si riconferma nel suo ruolo di “voce della verità” in Attack on Titan. Il personaggio che rappresenta la ragione non poteva che essere un anello centrale per questo episodio conclusivo. Non scenderemo nei dettagli onde evitare troppi spoiler, ma il suo dialogo con Zeke sul significato dell’esistenza è sublime. Un altro dialogo, quello con Eren sul finire dell’episodio, segna la conclusione dell’arco narrativo dello “schiavo della libertà”. Ne avevamo parlato approfonditamente in passato, vedere quei paesaggi e quelle emozioni animate non può che fare un bell’effetto.
L’arrivo di Annie, Gabi e Falco sa un po’ di potenziale sprecato (ah, l’aver avuto prima un Gigante in grado di volare!), ma rende lo scontro finale decisamente più scenico. Per chi giunge qui ignaro degli avvenimenti, senza aver letto il manga, le palpitazioni sono assicurate.
Palpitazioni di altro tipo invece sopraggiungono alla fine di questa sanguinosa resa dei conti, quando ogni pedina giunge al termine del suo viaggio: L’Attacco dei Giganti è un racconto corale, dove ogni personaggio ha un peso importante e un suo ruolo ben definito nella storia, anche coloro che si sono persi lungo la via. In questa puntata 4×30 ritroviamo chi ci ha lasciato, per un ultimo addio. I “Paths”, i Sentieri, uniscono tutti, nel bene e nel male.
Sempre senza troppi spoiler, non possiamo che ripetere quanto avevamo già scritto in passato: l’arco narrativo del capitano Levi Ackerman è sicuramente tra i più riusciti. Pugno chiuso sul cuore e chapeu, come si suol dire.
Non possiamo non spendere qualche parola anche per Mikasa, l’altro perno della storia: in lei è impossibile non intravedere una sorta di predestinazione, forse più che in ogni altro personaggio. Il suo arco narrativo è struggente. Per compiere il suo destino ha impregnato la terra di lacrime e sangue, ma Mikasa è rimasta sempre intrappolata nel suo ruolo, liberandosi in parte solo nell’ultimo estremo atto compiuto.
Che piaccia o no, questo era uno dei finali possibili, quello scelto dall’autore e dunque insindacabile. L’anime ha confermato quanto era già stato detto, senza scostarsi dal manga ma dando corpo a quei contenuti, come già era accaduto in passato. Ci saremmo aspettati qualche variazione in più dalla colonna sonora. Invece, per quanto riguarda l’interpretazione dei doppiatori, siamo davanti a un lavoro stellare.
Abbiamo molto apprezzato anche la presenza della “scena del bambino“, che sfrutta una differente colorazione per risultare più iconica ed efficace: un neonato in fasce scorre di mano in mano sopra le teste degli ultimi sopravvissuti, che tentano di salvarlo da morte certa.
I difetti che avevamo riscontrato nel manga perdurano, in particolare un certo senso di eccessiva velocità e di incompiuto per alcuni aspetti narrativi anche importanti. Qualche chiarimento e, in generale, più tempo per questo finale sarebbero stati in linea con la narrazione portata avanti negli anni da Hajime Isayama.
Nonostante ciò, non possiamo che ringraziare dal profondo del cuore questo grandissimo autore e lo strenuo lavoro di MAPPA per aver realizzato un adattamento all’altezza delle vicende narrate. Non era un compito semplice.
Per ora Attack on Titan finisce qui, anche se sappiamo che ad aprile 2024 verrà rilasciato un nuovo volume “bonus”, il numero 35.
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