Da pochi giorni è arrivata su Netflix la seconda stagione di una delle comedy rivelazione del 2016, Santa Clarita Diet. Grossa sorpresa, in positivo, del palinsesto del servizio streaming all’epoca del debutto, Santa Clarita Diet si riconferma anche in questa seconda stagione come un prodotto fresco, divertente, sempre pronto a intrattenere e sul quale la formula di soli 10 episodi a serie calza alla perfezione, senza doversi perdere in divagazioni inutili.
Che Santa Clarita Diet fosse una comedy atipica, lo si capiva sin dall’incipit della prima stagione. Sheila Hammond (Drew Barrymore) si risvegliava una mattina, in quella che sembrava come una tipica giornata, come una non-morta. Dopo aver vomitato una misteriosa palla di carne rossastra, la donna comincia infatti a manifestare i sintomi della sua zombificazione, come la perdita di parti del corpo in putrefazione, atti di cannibalismo e cuore che non batte più, e questo ovviamente getta nella confusione le vite del marito Joel (Timothy Olyphant) e della figlia Abby (Liv Hewson), ai quali si aggiungerà ben presto il vicino Eric Bemis (Skyler Gisondo) che scoprirà la misteriosa infezione di Sheila e cercherà di scoprirne qualcosa di più.
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Le indagini della famiglia Hammond, che vogliono scoprire cosa è accaduto a Sheila, continuano velocemente anche in questa brillante e mai banale seconda stagione. I cliffhanger del final season precedente vengono risolti tutti nell’arco del primo episodio, in modo che la narrazione possa andare avanti in maniera lineare ma non senza sorprese curiose, che pongono domande per quella che sarà la terza stagione, al momento ancora non confermata ma che pare inevitabile dopo l’accoglienza ricevuta anche da questa seconda tornata di episodi. La malattia di origine serba che ha infettato Sheila, infatti, ha precedenti molto antichi come abbiamo scoperto lo scorso anno, e questo porta alla luce diverse sorprese davvero stimolanti per la storia, che non si perde in narrazioni superflue e che anzi trova in maniera geniale il modo per riesumare personaggi che donano verve e quel pizzico di simpatia in più che non guasta mai.
Le storyline secondarie vengono sì affrontate, ma in maniera molto leggera, mai pesante, e anzi spesso queste finiscono con l’intersecarsi alle vicende degli Hammond rendendo tutto parte di un unico grande cerchio da seguire. Santa Clarita Diet si conferma, anche in questa seconda stagione, una serie innovativa e frizzante, che non abbassa mai il ritmo e che ama sguazzare nello splatter più esagerato senza mai uscire dai canoni della commedia. Victor Fresco, ideatore della serie TV, deve essere fiero della sua creatura, e grato di aver trovato in Drew Barrymore e Timothy Olyphant due interpreti davvero eccezionali capaci di spalleggiarsi con naturalezza in ogni momento.
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