Home Cinema The Falcon and the Winter Soldier 1×03 – Easter egg e citazioni dell’episodio

The Falcon and the Winter Soldier 1×03 – Easter egg e citazioni dell’episodio

The Falcon and the Winter Soldier, attualmente in onda su Disney+, è tornato come ogni venerdì con un nuovo episodio, il terzo stavolta, che tra i suoi numerosi easter egg e citazioni contiene anche un riferimento di non poco conto all’universo degli X-Men e dei Mutanti.

LEGGI ANCHE: la recensione del terzo episodio della serie!

Senza perderci in ulteriori chiacchiere, vi raccontiamo gli easter egg più interessanti e alcune curiosità dal terzo episodio della serie.

Attenzione: seguiranno spoiler su The Falcon and the Winter Soldier 1×03.

Le parole magiche

Nel primo incontro con Bucky (Sebastian Stan), Zemo (Daniel Bruhl) inizia a pronunciare le famose parole in codice che consentono di controllare la mente del Soldato d’Inverno, scoperte dal sokoviano durante gli eventi di Captain America: Civil War grazie a un ex-ufficiale dell’Hydra. Zemo non completa la sequenza di parole, ma sappiamo che ormai Bucky è stato guarito in Wakanda e che difficilmente la sua psiche potrà essere controllata. Difficilmente, appunto, perché come afferma Zemo la “programmazione” di Bucky non sembra sia stata rimossa ma solo messa a tacere…

Barone

Così come ha fatto WandaVision con Wanda Maximoff, anche The Falcon and the Winter Soldier funge, almeno parzialmente, da punto di retcon per il personaggio di Helmut Zemo. Già introdotto in Captain America: Civil War, il personaggio era rappresentato in maniera differente rispetto alla sua versione cartacea, e questo aveva fatto nascere alcuni malumori tra i fan. Il terzo episodio della serie dei Marvel Studios “corregge il tiro” e riporta Zemo, del quale effettivamente non conoscevamo molto se non i dettagli sulla morte della sua famiglia, sulla via tracciata dai fumetti.

Zemo non è un semplice abitante della Sokovia, ma un barone decisamente benestante – una collezione di auto d’epoca, un jet privato, una pistola d’oro che è un altro simpatico easter egg dedicato al personaggio – che ha affari loschi in tutto il mondo, specialmente in una celebre località dell’universo Marvel che qui fa da sfondo a buona parte dell’episodio. Nei fumetti, inoltre, Zemo era uno dei più ricorrenti e temibili villain di Captain America, essendosi alleato con Teschio Rosso e Arnim Zola in più occasioni per fermare l’eroe a stelle e strisce. Nella serie, gli intenti di Zemo sono stati rimodulati sulla base degli eventi del MCU, ma condividono in parte quello che è sempre stato lo spirito del personaggio: ossessionato dal siero del supersoldato, Zemo non vuole che esistano altri superuomini in circolazione, e questa era la sua missione già ai tempi della guerra civile tra gli Avengers. Lo ricorderà anche nel corso del viaggio in aereo durante il quale cita anche gli orrori provocati da Johann Schmidt, il Teschio Rosso, anch’egli sottoposto al siero di Erskine al tempo della Seconda Guerra Mondiale.

Anche la maschera viola che Zemo recupera da una delle sue auto è un altro riferimento al mondo dei fumetti. La maschera apparteneva in origine a Heinrich Zemo, scienziato abile nella creazione di sostanze tossiche che si scontrò in più occasioni con Steve Rogers. Helmut Zemo ne erediterà l’indole, l’abilità di stratega e appunto la maschera, anche se non sappiamo se l’origine di tale oggetto nel MCU sia la stessa.

Il taccuino

Lo avevamo già visto nel corso del primo episodio, e stavolta arriva una curiosa conferma: il taccuino di Bucky è lo stesso che Steve Rogers utilizzava in Captain America: The Winter Soldier per annotarsi eventi, libri, canzoni e film da recuperare dopo il suo scongelamento. Barnes, però, lo utilizza per uno scopo ben diverso, e cioè una lista di nomi coi quali il Soldato d’Inverno ha avuto a che fare in passato e che ancora lo tormentano.

Madripoor

Sapevamo che sarebbe comparsa nella serie, e naturalmente ha già fatto nascere numerose teorie. Andiamoci però coi piedi di piombo, specie dopo le mille teorie (errate) di WandaVision, e vediamo insieme di cosa si tratta.

Madripoor è una delle location immaginarie più note del mondo Marvel. Divisa tra Hightown e Lowtown, che ci vengono presentate anche nella serie, Madripoor è una piccola nazione insulare dove la criminalità domina e la legge è ben distante, e che risulta essere il rifugio perfetto per criminali e ricercati – Sharon Carter (Emily Van Camp) ha trovato rifugio proprio qui dopo i fatti di Captain America: Civil War. La versione cartacea originale della nazione rispecchia esattamente quello che abbiamo visto nella serie.

A partire dal 2012, nei fumetti, Madripoor è diventata una dei luoghi più importanti per gli X-Men e i Mutanti, che qui hanno stabilito una delle loro basi più note mantenendosi così al sicuro dal resto del mondo. Ciò però non significa che il MCU abbia già introdotto i Mutanti, attenzione. È probabile che questa non sarà l’unica apparizione di Madripoor nell’universo cinematografico, del resto le location più famose tendono a essere ricorrenti. Forse, in futuro, alcuni Mutanti potrebbero sfruttare Madripoor come base, proprio come è accaduto nei fumetti. Per ora, però, la città mantiene il suo originale status di nazione al di sopra della legge e dominata dalla criminalità.

Per i più curiosi, comunque, il terzo episodio ha già inserito un curioso riferimento indiretto agli X-Men. A Lowtown possiamo infatti vedere il Princess Bar, uno dei locali più famosi della Madripoor dei fumetti, che ha un forte legame con Wolverine. Logan ha infatti più volte frequentato il locale, nel quale incontrava la sua amante Jessán Hoan, aka Tyger Tiger.

Il dottore

Con l’episodio 3 fa il suo debutto (con rapida scomparsa) anche il personaggio di Wilfred Nagel, scienziato abbastanza noto anche nell’universo fumettistico. La sua versione cartacea rispecchia molto da vicino il Wilfred Nagel visto nella serie: scienziato un tempo al servizio del governo americano, fece parte di un progetto top secret che cercava di replicare gli effetti del siero del supersoldato utilizzando come cavie persone di colore. Tra queste persone c’era Isaiah Bradley, soldato afroamericano sul quale gli esperimenti ebbero successo e che finirà con l’essere ricordato col nome di Capitan America Nero.

L’apparizione di Nagel nella serie ci era già stata preannunciata nel corso del secondo episodio, quando proprio Isaiah parla degli esperimenti ai quali venne sottoposto per verificare l’efficacia del siero del supersoldato. Nel MCU, scopriamo che Nagel stava eseguendo esperimenti molto simili a quelli della sua controparte cartacea, ma, a differenza dei fumetti, i suoi studi sono stati interrotti per 5 anni dallo Snap di Thanos. Una volta tornato in vita, lo scienziato ha scoperto che tutte le sue ricerche erano state soppresse, e per questo si rifugia a Madripoor e inizia a lavorare con il Power Broker per continuare lo studio sul siero di Erskine.

Il sedile

Simpatico siparietto finale tra Sam e Bucky dopo lo scontro tra i conteiner del porto di Madripoor. Dopo essere saliti sull’auto di Zemo, Sam chiede a Bucky di spostare in avanti il sedile, sentendosi dire un secco “no” in risposta. Un ovvio richiamo alla scena di Captain America: Civil War, ma a parti invertite.

Il Wakanda è in cerca

La chiusura dell’episodio è dedicata a un ritorno sulle scene a dire il vero non particolarmente clamoroso, per quanto riguarda il personaggio, ma interessante per le ulteriori connessioni con l’universo narrativo. Bucky, poco prima di raggiungere l’abitazione sicura di Zemo nell’ex-Sokovia, scopre infatti che qualcuno li sta pedinando, e decide di controllare da solo. A quanto pare l’uomo sapeva benissimo di chi si trattava, vale a dire Ayo (Florence Kasumba), una delle guardie reali del Wakanda.

Non si tratta solo di un riferimento al passato di Bucky in Wakanda, che ha trascorso alcuni anni nel paese africano per favorire la sua guarigione prima degli eventi di Avengers: Infinity War, ma anche un riferimento ulteriore a Civil War. La donna sta infatti cercando Zemo, che, se ve lo foste dimenticati, fu il resposabile dell’attentato terroristico all’ONU nel 2016 che costò la vita a T’Chaka, re di Wakanda e padre di T’Challa. Il Barone di Sokovia è sotto tiro.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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