Home Cinema The Last Duel: una storia di violenza ambientata nel 1300, una riflessione non banale sul presente

The Last Duel: una storia di violenza ambientata nel 1300, una riflessione non banale sul presente

La storia si ripete, gli uomini tornano ciclicamente a commettere gli stessi errori. In un’epoca complessa come la nostra, nel quale si alza sempre più forte la voce del “me too” e della lotta alla violenza sulle donne, Ridley Scott entra a gamba tesa nel tema con una produzione ambiziosa e dalla struttura inusuale. Siamo nel XIV secolo, durante la Guerra dei Cent’anni. Nonostante questo, i personaggi in scena provano orogoglio, passione e dolore, sentimenti comunissimi nei quali non è assolutamente difficile immedesimarsi.

The Last Duel è un film cruento e un po’ troppo prolisso nella sua esposizione, ma di sicuro fa riflettere per i temi trattati e grazie alle ottime interpretazioni di un cast di tutto rispetto.

È curioso che abbiamo avuto l’occasione di vederlo in anteprima proprio oggi, 7 ottobre 2021, giorno in cui esce nelle sale un altro film ispirato a fatti realmente accaduti e che parla di violenza sulle donne: La Scuola Cattolica, di Stefano Mordini. Questo film è stato vietato ai minori di 18 anni. Una scelta discutibile, se si pensa alle scene barbare e alle tematiche forti che trattano altri film, quali The Last Duel.

L’ultima fatica di Ridley Scott sarà nelle sale, per tutti, a partire dal 14 ottobre.

La stessa storia da tre punti di vista diversi

I personaggi di The Last Duel si contano sulle dita di una mano. La trama è semplice, immediata e d’impatto: nella Francia medievale il feroce e illitterato cavaliere Jean De Carrouges (Matt Damon) ha perso i suoi affetti a causa della peste. Impetuoso ed impulsivo, De Carrouges trova nella nuova moglie lady Marguerite (Jodie Comer) un punto saldo e una ragione di orgoglio, nonostante le campagne di guerra fallimentari e i problemi economici. Un’ombra tuttavia aleggia sinistra sulla coppia: si tratta dell’ex amico e compagno d’armi Jaques Le Gris (Adam Driver), amato dalle donne per il suo aspetto attraente e per la sua posizione sociale.

L’intero film, dalla considerevole durata di due ore e mezza, si concentra per lo più su questi tre personaggi e ruota attorno allo stupro di Marguerite da parte di Le Gris, un atto ignobile e meschino che tuttavia non era affatto rilevante per la giustizia dell’epoca.

La sceneggiatura, scritta dallo stesso Matt Damon insieme a Ben Affleck e Nicole Holofcener, è tratta dal romanzo di Eric Jager, esperto medievalista che si è ispirato a una vicenda realmente documentata e accaduta.

Marguerite diventa la prima donna della storia a denunciare la violenza subita. La donna decide che ciò che le è accaduto non è giusto e va punito, senza che sia lei a dover per forza tapparsi la bocca e chinare la testa. In un contesto storico in cui la moglie era considerata una proprietà, un bene appartenente al marito, e in un’epoca in cui la voce della donna aveva ben poco valore, si tratta di una vera rivoluzione.

La trovata narrativa del film è che questa stessa vicenda viene raccontata per ben tre volte, ma da punti di vista diversi: inizialmente apprendiamo i fatti dal punto di vista di Jean De Carrouges, poi da quello di Le Gris e infine scopriamo “la verità di Marguerite”, che, come il regista lascia intendere, è la vera versione dei fatti, senza la visione stereotipata e maschilista degli uomini.

Questa soluzione narrativa rende sicuramente il film più originale, ma anche un po’ ripetitivo e ridondante. Tuttavia è interessante cogliere le sottili differenze tra i tre punti di vista: la curiosità di capire come davvero siano andate le cose è tanta, ma di certo il taglio di qualche scena già vista non avrebbe guastato.

Un film dal finale potente

The Last Duel, l’abbiamo detto, è un film molto cruento, per le tematiche trattate e per la loro cruda rappresentazione, ma anche per le scene di battaglia particolarmente realistiche. Questo però è sicuramente un punto a favore della pellicola, che riesce a calare lo spettatore nella mentalità, negli usi e costumi della Francia del 1300.

Ridley Scott si conferma un maestro nelle scene d’azione. Il film ne ha poche, ma quelle che ci sono risultano davvero memorabili. Il duello conclusivo tra De Carrouges e il rivale Le Gris riesce a tenere incollati alla sedia per la sua intensa spettacolarità, terminando poi in un finale potente, che rimane impresso nonostante il ritmo lento che caratterizza un po’ tutto il film. L’ultima inquadratura è significativa e fa riflettere sulle conseguenze indelebili di ciò che è accaduto.

Abbiamo particolarmente apprezzato i costumi, curati nei minimi dettagli, e in generale la palette di colori spenta, grigiastra, che rappresenta bene i tempi duri che attraversano i protagonisti.

Nonostante la spettacolarizzazione della violenza che alcuni spettatori più sensibili potrebbero non apprezzare, The Last Duel è un film che merita di essere visto perché non lascia indifferenti. Merito di alcuni dialoghi particolarmente attuali, azzeccati e ben gestiti, così come dell’ottima interpretazione del cast: Jodie Comer è ben calata nella parte, forte ed emozionante nel suo rappresentare Marguerite, una donna devota al marito ma anche indipendente, coraggiosa e intelligente.

La verità, alla fine, la sa soltanto Dio ed è a lui che viene affidato il giudizio finale. Il suo volere, secondo le credenze dell’epoca, si compie tramite il duello finale tra i due contendenti. L’insegnamento che traiamo è importante: le donne hanno tutte le forze necessarie ad alzare la testa e farsi valere, ma gli uomini devono fare la loro parte e sostenerle nelle loro battaglie. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che creda in noi.

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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