“Come vola il tempo quando ci si diverte”: mai nessuna affermazione è stata più azzeccata di questa, considerando che siamo già all’ottavo episodio di The Last of Us, nonché il penultimo di questa prima stagione (la seconda è già stata confermata).
“When we are in need” è il titolo della puntata numero 8 della serie HBO e adatta una delle sezioni di gioco più adrenaliniche del titolo Naughty Dog. Due gli elementi che spiccano: il fatto che David (un villain di tutto rispetto anche nel videogame) sia ancor più inquietante nell’interpretazione di Scott Shepherd e la bravura di Bella Ramsey.
Parliamone insieme, come ogni lunedì, in questa recensione.
Il predicatore
Nel momento del bisogno si sente molto di più la necessità di credere in qualcosa, o in qualcuno. In queste situazioni le personalità più convincenti e più portate alla leadership spiccano, tendono a prevaricare sugli altri. La massa invece china il capo, sperando di trovare qualcuno in grado di prendere delle decisioni e agire a nome di tutti. Nel mondo di The Last of Us però il bene e il male si fondono diventando un tutt’uno indistinguibile. Gli equilibri sono sempre precari, effimeri, durano poco.
Gli infetti non sono affatto la peggior minaccia di questo mondo post-apocalittico, si tratta di un’altra lezione imparata fin dai primi episodi: le persone, i “sopravvissuti”, sono spesso gente senza scrupoli, incattivita dall’orrore. Cosa non si fa per rimanere in vita.
David, il leader della comunità al centro di questo ottavo episodio, impersonifica questo genere di persone ma lo fa in modo più mellifluo e ancor più pericoloso: nascondendosi dietro un viso angelico, smagrito, dietro parole gentili, razionali e soppesate. Dietro questo sguardo rassicurante si nasconde la follia di un uomo sopraffatto dagli eventi, privo di moralità e con decisamente troppo potere.
L’interpretazione di Scott Shepherd nei panni di David è magistrale in questo senso: grazie alla serie tv riusciamo a conoscere meglio l’inquietante predicatore, che all’apparenza sembra affidabile ma di cui già avvertiamo l’animo violento sotto la superficie.
L’impressionante riuscita di questa messa in scena, tuttavia, è dovuta in gran parte anche alla grande intesa con Bella Ramsey, la quale in questo episodio ha dato il meglio di sé.
Con le unghie e con i denti
Con l’arrivo dell’inverno, Ellie diventa protagonista. L’orfana deve combattere per non perdere nuovamente una persona cara e per non rimanere da sola (la più grande paura della ragazzina è proprio questa).
Ora che il suo protettore è fuori dalla partita, Ellie deve salvarsi con le proprie forze, ed è quello che fa almeno dal punto di vista fisico: lo spirito è tutta un’altra faccenda.
Joel arriva a cose già accadute per prendersi cura dell’anima della ragazzina, traumatizzata dagli eventi. David, nella sua malsana follia, l’aveva comunque inquadrata bene: anche in Ellie esistono uno spirito forte, una mente intelligente, una ferrea volontà di sopravvivenza che si tramuta in cieca violenza nei momenti più concitati.
Bella Ramsey ha fatto un grande lavoro nel dipingere la vera natura di Ellie e trasporla in questo adattamento: ora ci sono abbastanza elementi per giudicare ed è difficile avere ancora dei dubbi. Ellie è un personaggio che emerge col tempo, la cui forma cambierà ancora in futuro definendosi ulteriormente: un animo violento è vero, ma con un eterno retrogusto malinconico.
Siamo davanti al fatidico finale di stagione: il nono episodio, intitolato “Look for the light”, segnerà la fine di questa prima parte dell’adattamento HBO, rimettendo al centro Joel e il suo rapporto con Ellie, nato per necessità tra indifferenza, solitudine, traumi passati.
Ricordiamo che come sempre l’episodio verrà distribuito in Italia da Sky e Now tv. Noi saremo qui come ogni lunedì a commentarlo insieme!
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