A cura di M. Righini.
Viste le reazioni alle prime proiezioni statunitensi (ve ne abbiamo parlato qui), c’è chi ha già decretato che The Marvels sarà non solo un flop per la Marvel ma anche un film brutto. Un bias cognitivo che si è instaurato nella mente di tanti utenti sul web, in larga parte frutto di argomenti poco chiari ma figlio anche di una campagna promozionale strana (non solo per l’assenza degli attori, a causa dello sciopero) che ha accelerato solo negli ultimi giorni.
Azzerati i possibili preconcetti, che non devono mai trovare posto prima di vedere un prodotto e giudicarlo nella sua interezza, siamo quindi entrati in sala per goderci la sempre piacevole sigla dei Marvel Studios (da non confondere ora con Marvel Spotlight, che diventeranno un altro tipo di produzione legata al MCU) e capire cosa ne è stato per tutto questo tempo di Carol Danvers/Captain Marvel (Brie Larson), Kamala Khan/Ms. Marvel (Iman Vellani) e Monica Rambeau (Teyonah Parris).
Fin dall’inizio del film risulta chiaro il suo scopo di dare un seguito alla miniserie televisiva Ms. Marvel, uscita su Disney+ nel 2022, che ha introdotto il personaggio di Kamala Khan e tutta la sua famiglia al completo anche in questa pellicola. Il personaggio di Ms. Marvel è quello di una ragazzina, giovane ed entusiasta, sognatrice, rumorosa e fan sfegatata del suo idolo, da cui ha preso il nome, Captain Marvel, ma risulta anche il più fastidioso tra i tre volti principali. Kamala è caratterizzata da toni adolescenziali e giocosi, una narrazione esagerata ed esuberante, che col contesto della miniserie e la breve durata degli episodi poteva funzionare (in realtà la serie ha avuto ben altri problemi, ma non è il momento di parlarne), ma che, mantenuta in questo film, va presto a stancare.
The Marvels conserva questa narrazione un po’ troppo leggera, un po’ troppo forzatamente infantile, che non dà sufficiente spessore alla pellicola. Mancano quasi del tutto i momenti profondi che riescano ad emozionare, a far scaturire qualche emozione di commozione, esaltazione o adrenalina. Anche nelle occasioni in cui si sarebbe potuto creare del pathos, la narrazione trasla velocemente, senza dare il tempo di strutturare un’emozione che non sia l’abbozzato sorriso che si ottiene guardando qualcosa di leggero e divertente, come uno sceneggiato per teenagers.
Il film risulta quindi leggero e molto veloce, troppo veloce per immedesimarsi abbastanza da emozionarsi. Anche Doctor Strange 2, per fare un parallelo, risultava talmente pregno di eventi e personaggi da essere velocissimo, ma in quel caso la narrazione continuava a martellare lo spettatore, grazie anche ai giusti approfondimenti sui protagonisti, cosa che qui non troviamo. Non quello che ci si aspetta da un film Marvel, ma in fondo The Marvels sembra, putroppo, ciò che ci si poteva aspettare da un sequel di Captain Marvel e Ms. Marvel: piacevole, intrattenente alla prima visione, mai incisivo – solo l’incredibile finale potrebbe renderlo maggiormente significativo, ma siamo dalle parti di un Ant-Man and the Wasp ma più debole.
Nia DaCosta, regista della pellicola, ha giustificato il minutaggio ridotto di The Marvels spiegando che “voleva fare quello che è giusto per il film”, e che non aveva senso far durare un film più del tempo necessario alla narrazione. In effetti, questa pellicola non aveva bisogno di durare un minuto di più. Il problema non sta nella sua durata, ma proprio nel modo in cui sono stati montati gli eventi, che avvengono uno dopo l’altro senza dare il giusto peso a nulla, probabilmente proprio per l’intenzione di mantenere tutto così leggero ed allegro a favore della presenza di Ms. Marvel tra le protagoniste.
Nonostante i commenti qui sopra, che possono sembrare negativi (ma solo perché ormai è impossibile non andare a paragonare ogni produzione Marvel ai titoli che più di tutti ci hanno emozionato e ci sono rimasti nel cuore, e a cui tenere testa è davvero molto difficile), il film risulta piacevole da guardare, una volta che ci si è abituati agli sproloqui imbarazzanti di una Kamala che finalmente incontra il suo grande idolo, e sorvolando su una sequenza particolarmente inaspettata e cringe che ci ricorda violentemente che la Marvel fa parte dell’impero Disney.
Molto bene l’interpretazione di Zawe Ashton, ovvero Dar-Benn, unico nemico di questa pellicola, che ha dovuto tenere in piedi il ruolo dell’antagonista per tutta la durata del film. Bello inoltre ritrovare Brie Larson, che ci ha mostrato una Carol Danvers un po’ più sciolta e umana, e interessante anche rivedere finalmente il personaggio di Monica Rambeau, introdotta in WandaVision, che ora ha più terreno per esprimersi. Il suo legame con Danvers è uno dei punti focali del film, anche se ci si aspettava più interazione e approfondimento.
Intelligente la scelta di dare un ruolo a una star sud-coreana, Park Seo-Joon che interpreta il principe Yan, ma il suo minutaggio così ridotto fa apparire il tutto come una semplice operazione commerciale per attirare pubblico: insomma, a meno che in futuro non accada qualcosa di clamoroso, non ci ricorderemo mai del principe Yan.
In conclusione The Marvels risulta essere un film di collegamento tra una miniserie di poco successo e una possibile serie di film tutta nuova ma che rappresenterebbe anche un grande ritorno di vecchie conoscenze dell’MCU. Si tratta di una pellicola piacevole, leggera, senza troppe pretese, da vedere assolutamente per rimanere aggiornati sugli sviluppi dell’MCU, ma che non richiede una seconda visione. Vederlo al cinema è piacevole per la presenza sul grande schermo degli effetti speciali dei poteri di luce delle protagoniste, ma non necessario per quanto riguarda lo spessore del film.
Scrivi un commento