Non c’è pace per il franchise cinematografico di Tomb Raider. Metro Goldwyn Mayer ha infatti perso i diritti di sfruttamento del brand, e ciò porterà a un nuovo reboot sul grande schermo.
All’inizio del 2021, MGM aveva dato il via libera allo sviluppo del sequel di Tomb Raider, la pellicola con Alicia Vikander nei panni di Lara Croft distribuita nel 2018. Lo studio aveva ingaggiato Misha Green per scrivere e dirigere Tomb Raider 2, con Alicia Vikander nuovamente coinvolta. La produzione, da quel momento, non ha fatto passi avanti, e oggi scopriamo perché: il film non si farà.
La MGM ha infatti perso i diritti per la produzione del franchise cinematografico, del quale ha prodotto tre film in totale. GK Films, lo studio di Graham King, sta per entrare in possesso dei diritti di sfruttamento, e ha già ufficializzato di essere alla ricerca di una nuova protagonista. Alicia Vikander non tornerà quindi nei panni di Lara Croft, e il prossimo film sarà un nuovo reboot.
TheWrap prima e Deadline poi hanno riportato che le trattative sono in corso, e non è da escludere che altri competitor possano interessarsi ai diritti.
Lara Croft è approdata tre volte sul grande schermo. Nel 2001 Angelina Jolie interpretò l’icona dei videogiochi nel film Lara Croft: Tomb Raider, seguito due anni dopo dal fallimentare Tomb Raider: La culla della vita, stroncato dalla critica e considerato un pesante insuccesso al botteghino. Nel 2018 è poi arrivato il già citato reboot con Alicia Vikander, ispirato al videogioco del 2013 di Crystal Dynamics – a sua volta reboot della serie.
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