Home Cinema Tutti i film del Sony’s Spider-Man Universe, dal peggiore al migliore

Tutti i film del Sony’s Spider-Man Universe, dal peggiore al migliore

Con l’uscita di Kraven il Cacciatore al cinema si chiude, almeno per ora, l’universo cinematografico di Sony. Il SSU, acronimo di Sony’s Spider-Man Universe, è uno dei progetti di universo condiviso più curiosi sulla carta, in quanto intenzionato a rendere centrali soprattutto i villain. Un progetto che, a conti fatti e per ammissione della stessa Sony, è stato però costellato di risultati tra l’accettabile e l’imbarazzante.

Identificare un singolo colpevole in tutte queste produzioni è difficile, ma è evidente che il SSU sia nato con tanti problemi che si sono poi amplificati nel corso del tempo, complici anche scelte di marketing folli e la superbia da parte di Sony di poter costruire un universo intorno a Spider-Man… senza Spider-Man. Ma quello, a dire il vero, è sempre stato il minore dei problemi.

Chissà come mai, dopo l’uscita di Kraven che sta raccogliendo consensi quasi unanimi sulla sua bruttezza, Sony ha deciso di tornare a concentrarsi sul suo supereroe di punta, virando con decisione verso Spider-Man 4 con Tom Holland, Spider-Man: Beyond the SpiderVerse e la serie tv Spider-Man Noir con Nicolas Cage, in sviluppo per Amazon. Ma questo non significa che dobbiamo dimenticare cosa Sony ci ha proposto in questi ultimi anni.

Oggi ci addentriamo nell’oscuro, nella caverna di Platone, nel caos più totale che è il Sony’s Spider-Man Universe, e ne usciremo solo quando avremo decretato il miglior film di questo universo. E per farlo, ovviamente, serve partire dal peggior film del SSU. Fidatevi se vi diciamo che non è stato affatto semplice…

Madame Web (2024)

Deve essere ben chiaro un aspetto di questa classifica: scegliere il film più brutto del SonyVerse non è stato facile, ma questo solo per il fatto che l’universo cinematografico in questione include talmente tanta immondizia che risulta difficile fare distinzioni precise. L’onore di quest’ultima posizione, comunque, va secondo noi a Madame Web, e vi spieghiamo perché. 

Distribuito a febbraio di quest’anno, cercando di sfruttare San Valentino, Madame Web è un film terribile, senza una trama logica e con tantissimi elementi che non hanno minimamente senso. Quest’ultimo punto è una costante in molti film del SSU, ma nel caso della pellicola con Sidney Sweeney e Dakota Johnson, la quale ha dichiarato di essersi pentita di aver fatto parte di tutto questo, viene amplificata lungo tutto la narrazione. Esistono porzioni di storia che palesemente sono state tagliate e sminuzzate fino a scomparire, ci sono incongruenze, passaggi illogici, persino inquadrature riciclate per pigrizia – potevamo capirlo con No Way Home, per evitare di richiamare sul set attori per una singola inquadratura, ma qui la cosa non ha senso. 

Se avete nostalgia di pellicole come Daredevil con Ben Affleck o Ghost Rider: Vengeance con Nicolas Cage, questo abominio ragnesco è ciò che cercate. Ma c’è da dire che nel SSU, a ben vedere, è in buona compagnia.

Kraven il Cacciatore (2024)

Forse è troppo presto per pronunciarsi, forse è la foga del momento, forse sono le reazioni a caldo, ma anche Kraven il Cacciatore è un altro colossale buco nell’acqua di quel fallimentare progetto editoriale che lo SpiderVerse live action di Sony – sempre senza Spider-Man, ricordiamo.

Il film con Aaron Taylor-Johnson, unica luce insieme a Russell Crowe, è agghiacciante. Oltre a una CGI oscena ma sulla quale comunque si può chiudere un occhio, viene da chiedersi chi mai possa aver approvato una sceneggiatura come quella di Kraven, che non solo va contro i fumetti (una reinterpretazione la potevamo anche accettare, almeno in parte) ma risulta spesso totalmente senza senso, priva di qualsivoglia capacità di dare un intreccio. 

Per quale motivo si trova sopra Madame Web allora? Beh, perlomeno Kraven in alcuni momenti si lascia guardare, e appunto Taylor-Johnson risulta più credibile di Dakota Johnson. A conti fatti comunque si tratta di due prodotti quasi allo stesso livello – e cioè entrambi ai limiti della decenza cinematografica. 

Venom: La furia di Carnage (2021)

Qui lo dico: riguardandolo, Venom: La furia di Carnage è anche peggiore di Morbius, e non era affatto facile. 

Arrivato in piena pandemia, il sequel con Tom Hardy è stato comunque un successo al botteghino, con oltre mezzo miliardo di dollari di incassi. Ma mai come in questo caso vale il detto: quantità non significa qualità. Venom 2 è brutto, brutto e ancora brutto, dall’inizio alla fine. Eddie Brock viene coinvolto non si sa come, non si sa perché, nelle vicende di Cletus Kasady, che poi, non si sa come, non si sa perché, strappa un pezzo di Venom che si fonde col suo sangue facendo nascere il letale Carnage, capace di hackerare i server della polizia semplicemente infilando le mani in un computer. A quel punto del film, capii che ormai non c’era più nulla di lontanamente credibile, neppure per un cinecomic.

La cosa più assurda è che ne La furia di Carnage ritroviamo il rapporto conflittuale tra Eddie e Venom, che si pensava fosse già superato nel primo film. Ma al di là di questo, si tratta davvero di un prodotto da dimenticare sotto ogni aspetto, incapace peraltro di sfruttare quella macchina assassina di Carnage che avrebbe davvero potuto dare vita a un cinecomic crudele. Lo è stato, per certi versi, ma non come Sony sperava.

Morbius (2022)

Migliore del sequel con Venom? Oddio avvocato, migliore è una parola grossa. 

Se dovessi vederla dal punto di vista di un fan, forse Morbius si meriterebbe l’ultima posizione dato lo schifo che è stata la campagna marketing del film, volutamente fasulla per invogliare i fan a credere che la pellicola avesse qualche riferimento multiversale dopo No Way Home con gli universi di Maguire e Garfield. Niente di tutto ciò, e dico solo GRAZIE: il film con Jared Leto è quasi immondizia, con passaggi narrativi assolutamente senza il minimo senso, scene incomprensibili e personaggi di cui non frega niente a nessuno. L’unica cosa per cui è diventato famoso è che Sony, sperando nella sua nomea di fenomeno da baraccone, lo rilanciò al cinema nel tentativo di attrarre il pubblico. Risultato: è forse l’unico film nella storia del cinema ad aver floppato due volte

Morbius verrà anche ricordato per una delle scene post-credits più insulse di sempre: l’Avvoltoio (Micheal Keaton) viene teleportato nell’universo di Morbius dalla prigione, e qualche tempo dopo costruisce un’armatura identica a quella originale pur non avendo i materiali che gli servivano. In più, ingaggia Morbius per uccidere un certo Spider-Man, in una scelta che non ha il minimo senso per il personaggio di Jared Leto. Ma del resto, perché porsi tante domande…

Venom: The Last Dance (2024)

Nella nostra recensione, abbiamo segnalato che il più grande pregio di Venom: The Last Dance è stato quello di aver chiuso, finalmente, questa saga insulsa. Un po’ di curiosità intorno al film c’era, visto l’arrivo di Knull, ma guardando cosa è saltato fuori… 

Venom 3 non è brutto, ma non è nemmeno bello. Ha i soliti problemi narrativi di tutta la saga, ha le solite assurdità, i personaggi talvolta si comportano come se dimenticassero da un momento all’altro il loro ruolo, ma perlomeno si fa guardare e scorre spedito verso un finale che prova a essere commovente – spoiler: non lo è.

Il film chiude in modo abbastanza soddisfacente la trilogia di Venom, che era partita malino ed è proseguita molto male, ma il villain introdotto e per nulla esplorato sembra veramente uno spreco, e il film non sembra lasciare spiragli di trama per il futuro. E forse è meglio così.

Venom (2018)

Torniamo dove tutto è iniziato. Venom, il film con Tom Hardy del 2018, è il miglior film del Sony’s Spider-Man Universe. È quindi un bel film? Naaaah.

La genesi di Venom parte molto lontana nel tempo, a quando addirittura era ancora Sam Raimi a occuparsi del franchise di Spider-Man per Sony. La compagnia voleva lo sviluppo di un film standalone sul simbionte, ma solo nel 2018 questo si concretizza, dando vita all’universo cinematografico dei villain di Spider-Man. Che di villain, in realtà, non ha quasi nulla. Il Venom di Tom Hardy, al tempo sulla cresta dell’onda e oggi invece star quasi completamente appassita, è una macchietta comica e niente di più, non possiede nulla di truculento o sanguinoso, e lo slegarlo completamente dalla figura di Spider-Man è stato un errore.

Se non altro, il primo Venom è il miglior film del SSU ancora oggi, perché racconta attraverso una piacevole storia di origini il legame tra Eddie Brock e questa versione del simbionte. Difetti ce ne sono, certo, che poi verranno amplificati a dismisura coi sequel, ma l’inizio di questo universo non fu da bocciare. Almeno in quel momento…

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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