Marvel: The Legendary Collection è una collana a cadenza quindicinale edita da Hachette. La collana, che si comporrà in totale di 100 numeri, include alcuni dei più grandi crossover della storia della Marvel, oltre ovviamente a storie dedicate agli amati personaggi. Per ogni informazione sulla raccolta o abbonarvi alle uscite, trovate tutti i link in fondo all’articolo.
Finalmente la collezione di Hachette dedica un appuntamento ai Fantastici Quattro. Ma a quale sfera narrativi? Gli esordi? L’arrivo di Silver Surfer e Galactus? La celebre parentesi della Fondazione Futuro, quando Johnny Storm era dato per morto? Oppure la run di Jonathan Hickman che poi, molto tempo dopo, trovò una soluzione finale in Secret Wars? No, nulla di tutto ciò. La scelta è ricaduta su Inimmaginabile, storia scritta da Mark Waid che è… beh, molto strana. Forse anche troppo.
In una storia ben disegnata da Mike Wieringo, tutto si perde un po’ troppo nei cliché sbagliati. L’idea è che Victor Von Doom, anche noto come dr. Destino, è ormai stanco di subire sconfitte contro Reed Richards, e dunque decide di vendicarsi come nei più banali sequel cinematografici di serie B. Ha senso? Sì, Von Doom è sempre stato un rivale di Richards, vendendolo da tempo come il responsabile degli obiettivi che non ha mai potuto raggiungere tra carriera e vita privata, ma tutto questo crolla miseramente ripensando al contesto.
La run di Waid arrivava poco dopo la gestione Byrne, quando Doom aveva collaborato felicemente con i F4 per riuscire a salvare la nascita della piccola Valeria Richards – che si chiama così proprio per volere di Destino. Reed, di contro, ne era uscito moralmente sconfitto, non essendo riuscito a salvare il suo figlio secondogenito, ma portando insieme a Susan una sana alleanza tra la sua famiglia e Destino per portare alla luce la sorella di Franklin. Quindi no, Destino non arrivava da alcuna sconfitta, anzi.
Tornando a poco prima, Von Doom, sovrano della Latveria, aveva anche conquistato con successo la Contro-Terra, ha l’immunità diplomatica e ha addirittura aiutato gli Inumani offrendo loro una casa. Waid, però, decide di rivoluzionare tutto: senza dare alcun senso di continuità, si torna a quel macchiettistico Von Doom (che in realtà macchiettistico non è realmente mai stato) che vuole solo eliminare i suoi nemici senza una ragione ben precisa. E così, abbandonata la scienza, si passa alla magia pura.
Cosa vuole fare Doom con questi nuovi poteri? Umiliare Reed Richards? Ancora? Sarebbe come se Octopus decidesse, una volta tornato in vita, di tentare di uccidere Spider-Man senza alcuna motivazione. Ah già, è successo anche questo. Ma peggio della sua motivazione, ciò che funziona davvero male nell’arco narrativo di Inimmaginabile è come Von Doom attua il suo piano: possiede spiritualmente Valeria, la bambina che poco prima aveva aiutato a far nascere con spirito altruistico, e mandando misticamente Franklin all’inferno, dove viene torturato dai demoni. Forse un po’ troppo, per un bambino che a quel tempo aveva 6-7 anni. Sì, Destino è il cattivo, ma queste sono cose piuttosto bizzarre per il personaggio, che anzi smonta la sua vena di abilissimo manipolatore. È una scarsa caratterizzazione, molto scarsa. La cosa ulteriormente folle, in tutto questo, è che Destino vuole vendicarsi di Reed toccando sostanzialmente tutti tranne lui.
E a differenza dei vecchi fumetti, in cui gli eroi venivano messi in una sorta di trappola mortale e dovevano uscirne, il resto della famiglia resta lì a torturarsi per il resto della storia finché Reed non li salva. Le torture letterali di Franklin, Ben e Johnny sono solo un mezzo per far stare male il protagonista. Reed, un personaggio che usa regolarmente energia prelevata da altre dimensioni e che ha assunto una vera strega come tata di suo figlio, e che in questa occasione, un po’ troppo refrattario a considerare la magia come una parte importante della sua vita – quasi come se non conoscesse il dr. Stephen Strange ormai da una vita.
E a proposito dello stregone chirurgo, al centro della storia, c’è la scomparsa di Strange scompare, il quale lascia semplicemente una vaga “pistola magica” da usare per Reed. Libera la squadra e combattono contro Doom per un po’, e si conclude con “e tutti vissero felici e contenti”.
E questo è tutto. Inimmaginabile è un po’ troppo debole e poco memorabile, tranne forse per un epilogo davvero di cattivo gusto in cui Franklin è enormemente traumatizzato e attacca letteralmente le persone per strada perché pensa che siano mostri. Diciamo che questo aspetto è forse quello da un certo punto interessante, avendo mostrato un trauma infantile, e dall’altro parecchio discutibile, avendo appunto deciso di concentrare un trauma psicologico su un bambino di appena 6 anni – trauma che poi sarà risolto in pochissime pagine successive, banalizzando quindi quanto fatto da Waid. Si poteva osare di più per il debutto dei F4 in questa raccolta? Al 101%, sì.
Ecco la sinossi del volume #35:
Il bruciante odio del Dottor Destino nei confronti dei Fantastici Quattro non conosce limiti. Laddove la tecnologia ha fallito in passato, un nuovo strumento di vendetta si appresta a fare la sua comparsa: la stregoneria! Dopo aver abbracciato pienamente la sua oscura eredità, il dittatore della Latveria ha ora intenzione di annientare il quartetto alimentato dall’energia cosmica. In quanto uomo di scienza (e privo di qualsivoglia conoscenza magica), Reed Richards si ritrova a essere improvvisamente impotente nei confronti del suo più acerrimo nemico. È forse la fine della più antica famiglia della Marvel?
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