Marvel: The Legendary Collection è una collana a cadenza quindicinale edita da Hachette. La collana, che si comporrà in totale di 100 numeri, include alcuni dei più grandi crossover della storia della Marvel, oltre ovviamente a storie dedicate agli amati personaggi. Per ogni informazione sulla raccolta o abbonarvi alle uscite, trovate tutti i link in fondo all’articolo.
Questo è il momento dei mutanti. Forse Hachette non lo sapeva, ma per un curioso caso del destino il volume #35 della Legendary Collection della Marvel, in edicola da pochi giorni, finisce con l’essere arrivato nel momento più opportuno. Su Disney+ sta andando in onda la splendida X-Men ’97, serie animata revival che ogni settimana raccoglie tantissimi consensi positivi, e ora, per restare in tema, ecco un intero tomo dedicato al più celebre degli homo sapiens superior, il grande Wolverine.
Eppure, siamo in un momento non solo tanto lontano nel tempo, ma anche distante dalle attuali credenze. È il 1982, e Wolverine, il mutante oggi più famoso di tutti, non ha mai avuto una sua testata. Dopo la sua introduzione alla formazione Uncanny X-Men nel 1975, Wolverine rimase un personaggio molto enigmatico. I lettori non sapevano quasi nulla del suo passato, e all’inizio nemmeno dettagli basilari come il fatto che i suoi artigli facevano parte del suo corpo e non erano attaccati ai suoi guanti.
Chris Claremont, l’uomo al quale si deve gran parte della notorietà di oggi degli X-Men, decide così finalmente di sedersi alla scrivania all’inizio degli anni ’80 e far emergere Wolverine, facendone un personaggio a tutto tondo. Il risultato fu una miniserie di quattro numeri intitolata semplicemente, appunto, Wolverine. Un progetto inizialmente piccolo, nato forse con poche speranze, e che si rivelerà essere invece il capolavoro dal quale nascerà il mito di Logan e che verrà poi ripreso molti anni dopo dalla 20th Century Fox per il mediocre Wolverine: L’immortale con Hugh Jackman.
Insieme al suo artista, un giovane di nome Frank Miller, Claremont decise che Wolverine era, in fondo, un ronin: un samurai fallito e senza padrone, un uomo prima che mutante, che nascondeva un codice d’onore profondamente radicato sotto tutta quella rabbia. In questa miniserie, Wolverine si reca in Giappone per affrontare la donna che ama e l’uomo che li vuole tenere separati, conferendo un carisma prima d’allora unico al personaggio che, finalmente, dopo tante storie come comprimario, aveva un mondo tutto per sé.
Una storia fenomenale, se ovviamente paragonata all’epoca. Sì perché lodare Claremont è fantastico, si tratta di uno degli autori più influenti del mondo dei fumetti, ma è inutile dire che il suo stile sia fortemente radicato in un passato oggi difficilmente adatto ai lettori moderni. Lo stile di scrittura di Claremont, sebbene rivoluzionario ai suoi tempi, risulta infatti molto datato nel contesto della narrazione moderna. I personaggi fanno soliloqui a lungo sui loro pensieri e sentimenti. Nessun problema passa senza che più personaggi forniscano un fumetto prolisso che spieghi la natura dei loro poteri. I personaggi passano più tempo a ripetere a se stessi (e al lettore) chi sono, piuttosto che a portare davvero avanti l’equilibrio della storia.
Eppure, è importante ricordare che questo Wolverine era una novità assoluta nel 1982. Allo stesso tempo, però, è difficile oggi digerire l’uso eccessivo e dilagante del dialogo e della narrazione in questa storia, soprattutto considerando la storia dell’uomo che lo illustra. Il lavoro di Miller regge oggi ancora molto bene, molto meglio rispetto alla penna di Claremont. Il suo lavoro è dinamico: la sua coreografia in ciascuna delle tante battaglie di Wolverine è mozzafiato, testimoniando un artista che si stava avvicinando al suo momento d’oro.
Una vera nota dolente? Forse i troppi fili narrativi intrecciati a Wolverine, che disturbano un lettore poco esperto. Ci sono Tempesta e Rogue, Kitty Pryde e Nightcrawler, Ciclope e la misteriosa sosia di Jean Grey, Madelyne Pryor. Tutto parte del grande disegno che Claremont ha orchestrato magnificamente per anni per i suoi X-Men, anche se oggi è un lavoro molto antico. Per fortuna, c’è X-Men ’97 su Disney+ che rende sempre grandi omaggi all’autore in questione…
Ecco la sinossi del volume #36:
Preparatevi a scoprire il grande classico che ha contribuito a definire Wolverine e che ha consentito al suo personaggio di raggiungere lo status di vera e propria super star. In viaggio versoil Giappone per incontrare il suoo vero amore Mariko, Wolverine scopre che in realtà è stata già data in sposa da suo padre, il criminale Lord Shingen. Logan sprofonda nella rabbia, nel dolore… e tra le braccia di Yukio, una ronin con uno sfrenato amore per la battaglia. Trovandosi di fronte a un nuovo pericolo, però, Wolverine non potrà fare a meno di lottare per liberare se stesso e Mariko da una trappola mortale.
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GLI ALTRI VOLUMI DELLA LEGENDARY COLLECTION
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- Volumi #4, #5 e #6 – Recensione
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