Marvel: The Legendary Collection è una collana a cadenza quindicinale edita da Hachette. La collana, che si comporrà in totale di 100 numeri, include alcuni dei più grandi crossover della storia della Marvel, oltre ovviamente a storie dedicate agli amati personaggi. Per ogni informazione sulla raccolta o abbonarvi alle uscite, trovate tutti i link in fondo all’articolo.
Come è nato Moon Knight? Beh, è una storia interessante. Il personaggio non ha mai avuto una sua reale testata d’origine dedicata, ma è invece stato forgiato da Doug Moench quando scrisse Werewolf by Night , che pensò che sarebbe stato bello far combattere il lupo mannaro contro Batman. Piccolo problema: Bruce Wayne era un personaggio della DC Comics (anzi, lo è ancora oggi), e farlo apparire inun fumetto Marvel era… beh, impossibile. Tralasciando i famosi crossover e Amalgam, ovvio.
Quindi, Moench creò un doppelganger, differenziandolo quel tanto che bastava perché i lettori capissero lo scherzo evitando la corrispondenza legale con la DC, come spesso è accaduto nella storia editoriale delle due compagnie che si influenzano a vicenza.
Con i disegni di Don Perlin, nacque così un personaggio che inizialmente avrebbe dovuto scomparire in uno schiocco di dita, e che invece si rivelò essere capace di attirare l’attenzione del pubblico e di altri artisti Marvel. È così che Moon Knight è poi apparso come guest star nella testata di Spider-Man, o in compagnia dei Difensori – quelli dei fumetti, non il gruppo delle serie tv Marvel Netflix. La maggior parte di queste storie sono degli anni ’70, e la Marvel non aveva ancora piani precisi per il personaggio. Questo fino a quando Doug Moench ottiene l’ok e inizia a svilupparlo sempre di più.
I giorni del demone, il quarantaquattresimo volume della Marvel: The Legendary Collection di Hachette, è dedicato così alle origini di Moon Knight e di Marc Spector, narrate attraversando i suoi molteplici stati d’animo. Grande lavoro fu quello svolto ai disegni da Bill Sienkiewicz, che prende in mano l’arte quando Moench torna per lanciare Moon Knight nella sua serie. Ciò richiedeva di allontanare il personaggio dall’essere l’immagine speculare di Batman, cosa che Moench fa stabilendo che Moon Knight mantiene tre identità separate con personalità distinte, solo una delle quali ha una villa. All’inizio il vero tratto distintivo del personaggio, le tre personalità, è solo abbozzato, ma Moench aveva già qualche idea a riguardo, quasi ad andare a trattare una sorta di malattia mentale che coinvolge Spector.
Moon Knight è deliberatamente tenuto lontano dai criminali in costume, Moench popola le trame con cattivi che sono più in linea con le persone che James Bond affronterebbe, e per il colore fornisce un cast di supporto eccentrico. Ed è anche grazie a queste trovate che risalta il genio delle prime avventure di Moon Knight, fino a quel momento un personaggio mai visto nell’universo Marvel.
Moench è molto bravo. La scrittura vira anche tra il quasi poetico e i versi che causano un brivido, ma Moench eccelle anche nelle didascalie narrative della prima pagina che catturano immediatamente l’attenzione. Non una storia memorabile, ma sicuramente importante per capire l’essenza di questo personaggio tanto amato da molti.
Ecco la sinossi del volume #44:
Dato per morto nei deserti dell’Egitto, Marc Spector si ritrova a implorare aiuto all’antica divinità egizia Khonshu. In cambio della salvezza, Spector diventa l’avatar del dio sulla Terra: il potente Moon Knight. Contraddistinto da molteplici identità, tra cui il milionario Steven Grant e il tassista Jake Lockley, Spector protegge gli innocenti e si fa strumento della vendetta per conto di Khonshu a discapito dei malvagi nemici. Spettri dei sogni, culti satanici, assassini scarlatti e fantasmi oscuri… non c’è niente che possa sfuggire alla luce di Moon Knight.
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