Home Curiosità The Unofficial GBA Pixel Book, e Bitman ci riporta a quando eravamo bambini | Recensione

The Unofficial GBA Pixel Book, e Bitman ci riporta a quando eravamo bambini | Recensione

Se c’è una cosa che abbiamo imparato di Bitmap Books in questi mesi, da quando la casa editrice è entrata costantemente a far parte delle nostre pagine, è che restare delusi di fronte a una delle sue pubblicazioni è un’impresa. Lo abbiamo detto con il volume dedicato alla storia dei giochi run ‘n’ gun, così come per l’altrettanto ottimo A Tale of Two Halves, che ha raccontato come i videogiochi di calcio sono nati e si sono evoluti in tutti questi anni, passando da un ammasso di pixel alle simulazioni odierne più o meno riuscite.

Ma un tempo, appunto, c’erano solo tanti pixel, in alcuni casi giganteschi, che comunque facevano a dovere il loro lavoro: divertire, entusiasmare, stupire. Le prime generazioni di console sono l’emblema di questo concetto, spingendo nell’era degli 8 e dei 16 bit il potere dei pixel come strumenti al servizio del videogioco. Una filosofia che poi il mondo indipendente soprattutto ha fatto sua, così come un’altra grande, immensa, esagerata console Nintendo. Non per le dimensioni, sia chiaro. Ma The Unofficial GBA Pixel Book ci dimostra che a quel tempo bastava davvero poco, visivamente parlando, per essere felici.

Le immagini sono gentili concessioni del sito ufficiale di Bitmap, link in calce.

Creato da Robert Bannert, Thomas Nickel e Martin Nagel e pubblicato originariamente in Germania da Elektrospieler nel 2023, il volume The Unofficial GBA Pixel Book ha ottenuto una riedizione internazionale proprio grazie a Bitmap, facendo risplendere l’epoca d’oro del Game Boy Advance e la sua scintillante pixel art in 2D.

Le pagine del libro sono un elogio ad alcune delle più gloriose opere artistiche in pixel mai create per i videogiochi e presentano alcune delle uscite più acclamate della console come Fire Emblem, Golden Sun, Wario Ware, Metroid: Zero Mission, Castlevania: Aria of Sorrow, Final Fantasy Tactics Advance, The Legend of Zelda: The Minish Cap e molti, molti altri. Anche le riedizioni di Super Mario Bros, è ovvio, che furono riviste in occasione del grande arrivo su GBA.

Non ci sono solo grandi opere, ma persino videogiochi che sono stati dimenticati tra le pieghe del tempo. Vi faccio un esempio, che ho riscoperto proprio sfogliando questo tomo: Disney’s Magical Quest 3: Starring Mickey Mouse & Donald, splendido platform del 2003 che rielaborava alcuni dei più grandi cortometraggi e ambientazioni della storia di Paperino per farne un gioco simpaticissimo.

E qui, a differenza di altri spettacolari volumi di Bitmap di cui abbiamo parlato in precedenza, il focus non è tanto sullo sviluppo del gioco o sul raccontarlo attraverso una manciata di screenshot, ma dedicare appunto spazio e tempo ad assaporarne le forme d’arte, a mostrare come questi titoli sono stati pensati innanzitutto a livello artistico. Immancabili ad esempio le carrellate (ci sono intere pagine dedicate ai personaggi, ad esempio) sui Pokémon della prima generazione. È sempre emozionant rivedere Charmender, Slowpoke, Flareon, Porygon e tutti gli altri mostriciattoli nella loro forma originale, seppur a colori.

Uno dei passaggi più belli, anche solamente a livello di impaginazione del tutto, è a pag. 20, quando viene dato risalto a Harry Potter e la Camera dei Segreti. Abbiamo così una panoramica gigantesca di Diagon Alley che attraversa le due facciate, mostrando tutto lo splendore della pixel art, insieme ad alcuni screenshot che mostrano il giovane maghetto con gli occhiali al lavoro con enigmi e altro. La versione GBA della Camera dei Segreti era differente da quella più nota per home console e PC (ne abbiamo parlato nella retrospettiva dei giochi di Harry Potter), ma il suo stile resta unico e inconfondibile.

Un difetto? Il solito: manca la lingua italiana. Curiosando attraverso qualche sito web estero, abbiamo anche notato alcune critiche mosse all’inglese in alcuni casi un po’ superficiale presente nel testo, forse frutto di una traduzione dal tedesco e poco approfondito. In realtà, a dirla tutta, non ci è parso di trovare forme così incomprensibili.

Link alla pagina ufficiale del prodotto

4.75
Review Overview
Riassunto

La pixel art non è morta, e molti indie di oggi ne sono la prova. Ma come ci siamo arrivati? Perché questa particolare forma artistica di videogiochi mantiene la sua solidissima fetta di utenti? La risposta è semplice, e The Unofficial GBA Pixel Book di Bitman saprà rispondere a queste domande attraverso il metodo più efficace: splendide immagini che raccontano la storia del Game Boy Advance. Unico difetto: continua a mancare la lingua italiana. Bitmap, ci siamo anche noi!

  • Giudizio complessivo4.75
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

Scrivi un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Sid Meier’s Civilization VII | Tutto quello che sappiamo

Siamo ormai vicini all’uscita di un nuovo capitolo di Sid Meier’s Civilization!...

Kingdom Come Deliverance 2 | Tutto quello che sappiamo

Siamo a poche settimane dall’uscita di Kingdom Come: Deliverance 2, prevista per...

Paleophage potrebbe essere la risposta alle preghiere degli orfani di Dino Crisis

Non ci sono molti dubbi sul fatto che l’industria dei videogiochi stia...

Call of Duty | Tutta i giochi della serie, in poche parole

Oltre vent’anni di attività, centinaia di milioni di copie vendute, un successo...

Chi siamo - Contatti - Collabora - Privacy - Uagna.it © 2011-2025 P.I. 02405950425