Carlo Conti sgancia il superospite nei primi 5 minuti: Roberto Benigni. L’attore e regista premio Oscar per La vita è bella torna ancora una volta sul palco dell’Ariston per deliziare la platea, con i classici e ovvi riferimenti alla politica e la marchetta, giustificata, al suo prossimo programma su Rai 1. E niente, ce l’avevamo quasi fatta. Ce l’avevamo quasi fatta a tenere la politica fuori dal festival. Non ci siamo riusciti. Cioè, non ci sono riusciti loro. Ma anche la politica è spettacolo, tant’è…
Dopo il primo duetto di Rose Villain, in arte pret, ecco il primo co-conduttore di oggi, Mahmood, con una giacca di circa tre taglie più grandi di lui e una spettacolare e variegata tonalità di colori che sprizza frizzantezza da tutti i pori. I Modà e Francesco Renga esaltano tutti con un grande classico, prima di lasciare il posto a Geppi Cucciari che cazzia Conti e il suo orologio con precisione svizzera, e prende anche un po’ in giro la Rai per l’esodo di presentatori negli ultimi mesi. Chapeau. Bel monologo in palla. Sorprende anche la partecipazione straordinaria di Stanley Tucci a dirigere Clara e il Volo per la cover di “The Sound of Silence”.
Passato anche il momento mezzo d’imbarazzo del finale di duetto di Noemi e Tony Effe, ancora col dente avvelenato dopo che gli sono stati rubati i gioielli da Robin Hood poco prima della sua esibizione di ieri, Rkomi e Francesca Michielin (e il suo malleolo) esaltano il palco – e lui fa il marpione con una musicista, bravo. Bella anche l’iniziativa di Lucio Corsi: per ricordare lo scempio di Warner che ha cancellato il film ibrido live action/animazione, esegue la cover di “Nel blu dipinto di blu” con Topo Gigio. Siamo in una timeline pazzesca, chissà se sopravvivrà dopo Avengers: Secret Wars. Scherzi a parte, iniziativa simpatica e sicuramente curiosa.
Con in mezzo gli stacchi comici di Geppi, continua la serata delle cover. Senza intoppi, con qualche ospite eccellente della grande musica italiana e persino qualche sorpresa come Rocco Hunt che insieme a Clementino canta una canzone del grande Pino Daniele con spiccata inflessione napoletana. Scherzi a parte, bellissimo omaggio allo scomparso Daniele, che sarà celebrato quest’anno anche con uno spettacolo condotto dallo stesso Conti.
Dopo che Mahmood è tornato a Sanremo anche per i soldi (ma non solo dai, solo che è sicuramente più bravo a cantare che a presentare), mamma mia Giorgia e Annalisa che sganciano “Skyfall“ di Adele. Una cover non solo perfetta ma anche di difficile esecuzione, che solo due tra le migliori voci in gara potevano confezionare – e si portano giustamente a casa il premio, nulla da recriminare. È il preludio a una fase in cui i cantanti si sentono forse più liberi di osare, addirittura raggiungere il pubblico. Che ansia, avranno pensato quelli in prima fila.
Sinceramente, a tenere alta l’attenzione nella parte conclusiva della serata sono state tre cose: le comparsate di Geppi con il suo solito umorismo tagliente, i problemi audio durante la cover di De Andrè (con il figlio Cristiano che aveva palesemente le pelotas girate), e l’incredibile Johnson Righiera che si presenta sul palco con un giubbotto di pelle rossa e un monocolo sbrilluccicante. Si sta preparando per interpretare Polifemo in The Odyssey di Nolan?
Molto bene anche Fedez/Masini, con il primo che si conferma una delle sorprese di un Sanremo che sembrava vederlo più al centro del gossip che delle canzoni, mentre la coppia Elodie/Achille Lauro è apparsa sottotono. Peccato. Ma la serata quindi com’è stata? Beh, le canzoni sono state interpretate generalmente molto bene, e a parte qualche disguido tecnico, tutto è filato liscio come l’olio. Anche troppo. Carlo, non staremo esagerando con la perfezione? Dov’è Bugo?
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